Sgominata a Bolzano una cellula hitleriana

Botte e teste rasate, piccoli hitleriani crescono

di Giacomo Russo Spena

12 / 11 / 2009

Il capo fa l'imbianchino perché il modello da seguire è il Fuhrer. In tutto e per tutto. La polizia di Bolzano ha sgominato a Val Venosta (Alto Adige) una cellula nazista che in questi ultimi anni aveva messo in piedi un gruppo della Gioventù Hitleriana. Dominik Defatsch, 19 anni, al momento è l'unico arrestato. Per altri 15, tra cui 9 minorenni, è scattata solo la denuncia. Sono incriminati per violazione della legge Mancino, violenza e lesioni. Infatti sembra si siano resi responsabili di una serie di aggressioni a giovani con look “sinistrorso”. L'episodio più grave è avvenuto a Rablà (Bolzano) il 5 luglio scorso, durante una festa campestre, ai danni di tre coetanei, di cui uno di nazionalità polacca, ritenuti dagli indagati “diversi” per ideologia, per “estrazione sociale”, o solo per il loro “modo di apparire”.

Le indagini, eseguite dalla digos, hanno accertato che i membri  del gruppo avevano creato, all'interno del portale internet “de.netlog.com” , una comunità virtuale sotto la sigla “88N.H.J.88”, palesemente riferita al nome del sodalizio. All'interno i “soci” scambiavano materiale neonazista e divulgavano concetti ed idee fondate sulla discriminazione razziale. Nel loro covo sono stati trovati drappi del Terzo Reich, svastiche su bandiere, magliette e spille, libri di Rudolf Hess, l'immancabile Mein Kampf. E, ovviamente, la gigantografia di Adol Hitler. Nel repertorio anche un video in cui i giovani nazisti si riprendono mentre “giocano” nella fabbricazione di alcune molotov. Avevano collegamenti, inoltre, con il gruppo clandestino tedesco di destra "Blood and Honour", a testimoniare come la cellula progettasse in grande.

Non è la prima volta che l'Alto Adige è protagonista di scorribande di gruppineonazisti: periodicamente vengono a galla episodi di intolleranza. Il più grave pochi anni fa.
Fabio Tommaselli, 26 anni, venne pestato a sangue e morì dopo essere capitato casualmente in un bar con un gruppo di naziskin ubriachi. Nel 2001 e nel 2006 filoni d'inchiesta della polizia hanno portato a una decina di arresti e condanne. Ad alcuni giovani fu imposta anche la partecipazione a corsi di democrazia. E nel 2008 viene “stanato” un gruppo irredentista di estrema destra che si batte per l'annessione al Terzo Reich.

Loro caratteristica era il rito del cerchio di fuoco celtico: veniva bruciato il tricolore mentre marciavano al rullo di tamburo, inneggiando Hitler. Lo eseguivano in una malga in legno sperduto nel bosco di Saltusio. Tra le montagne. Lì, la polizia ha trovato sulla porta la scritta Ein Tirol e dentro drappi inneggianti al Reich tedesco, spille e toppe con l'immagine del Fuhrer, una bandiera con la scritta «Suedtirol ist nicht Italien» (l'Alto Adige non è Italia), svastiche raffigurate ovunque. Gruppi nazisti che si creano un mondo “puro” e “ariano” parallelo alla società. Vivevano in cameratismo, condividevano ideali, luoghi e istinto violento. Il remake di scene degli anni '30 in Germania. Si ubriacavano nei locali di zona e, una volta sbronzi, si scagliavano contro il “nemico”: migranti, ebrei, skaters, ragazzi “alternativi”.