All'improvviso il sole a Potenza

4 / 10 / 2016

Arrivare a Potenza verso la fine di settembre significa scoprire il freddo pungente di una delle città più alte d'Italia e, purtroppo, a dire di molti, anche una delle più brutte. Inverosimili costruzioni, palazzoni alti e stretti, strade devastate e senza possibilità di uscita fanno da contorno al "sacco" politico di una regione, la Basilicata, depredata della tantissima acqua presente nel sottosuolo e inquinata in maniera irreparabile dall'estrazione di petrolio e gas in Val d'Agri, con una disoccupazione che tocca punte drammatiche e un tasso di emigrazione tra i più alti della penisola e del continente europeo.


Ma Potenza, da circa un mese a questa parte, è anche esempio di coraggio e lotta dal basso, di antifascismo militante e voglia di riscatto e così, quasi "all'improvviso", è nato, su iniziativa dei Collettivi Potenza Ribelle e Controra, lo spazio occupato Anzacresa.

Lo spazio, nato dalle “macerie” dell’ex palazzetto dello sport del CONI, situato nel quartiere di Montereale, ha da subito attivato una soggettività sociale diversificata, dando luogo a progetti come quello del “Guardaroba urbano”, di un laboratorio Hip Hop, di un Photo Lab che ha come obiettivo la realizzazione di un reportage collettivo, di un corso di “missaggio e mastering audio”, per citarne alcuni. Ma soprattutto Anzacresa è riuscito da subito ad inserirsi nel ventre delle contraddizioni politiche territoriali, sollevando la questione degli spazi abbandonati, praticando forme reali di resistenza alla rendita urbana, riportando il tema della devastazione ambientale che da decenni investe la Basilicata nel cuore del potere politico regionale.

A questo proposito Anzacresa è promotore di un sit-in davanti al Tribunale di Potenza giovedì 6 ottobre, giorno in cui inizia il processo per smaltimento illecito di rifiuti cge vede come imputata l’Eni.
 Di tutti questi temi abbiamo parlato con Pietro, militante e attivista di Anzacresa.



Qual è la realtà potentina odierna e quanto sono evidenti le speculazioni politiche in Lucania?



Potenza è una città che ai ragazzi ha ben poco da offrire, terminata la scuola superiore li vorrebbe già adulti, spenti, inglobati nella quotidianità. La mancanza di stabili opportunità lavorative e la limitata offerta del polo universitario completano il quadro e spingono un grandissimo numero di ragazze e ragazzi a trasferirsi altrove per studiare o lavorare.


La classe politica locale e regionale, ghiotta di royalties provenienti dalle devastanti estrazioni petrolifere, finge di non essersi mai resa conto di questo problema emigratorio giovanile e, anzi, lo ignora approfittandone per cementificare l'immobilismo. Cementificare, proprio così!


Le costruzioni, gli edifici e le opere frutto di speculazioni edilizie e sperpero di fondi europei sono infatti inversamente proporzionate al flusso migratorio dei giovani lucani.



Come nasce il Collettivo Potenza Ribelle?



Un anno fa un gruppo di ragazze e ragazzi ha cercato di ribaltare questa situazione dando vita al collettivo Potenza Ribelle mettendo a frutto le proprie esperienze. Molti infatti dei componenti del collettivo sono, o sono stati, studenti o lavoratori fuorisede, hanno fatto parte e sono cresciuti a contatto con le realtà e i movimenti di Napoli, Roma, Bologna, Torino ecc… gli altri e le altre, quelle e quelli che questa terra non l'hanno mai abbandonata, hanno colto al volo la possibilità di cambiamento e vi si sono impegnate e impegnati con tutte le proprie energie.
 L'idea è stata quella di ribellarsi a questo presente fatto di emigrazione, precarietà, mancanza di spazi sociali, culturali e aggregativi creando dal basso un'alternativa e cominciando a minare degli ingranaggi rodati da troppo tempo.



Cosa ingloba il "sistema Basilicata" e qual è stato il vostro percorso di lotta per sradicare suddetto sistema?



Nel “sistema Basilicata” è stata identificata nient'altro che l'ennesima faccia del capitalismo che tutto ingloba e tutto distrugge, fagocitando la bellezza dei paesaggi e svuotando di ogni cosa le vite degli individui. La ventata di aria fresca e il desiderio di ribellione sono stati immediatamente percepiti e rinvigoriti dalla nascita del collettivo studentesco Controra che con grande impegno ha cominciato a riportare i valori dell'antifascismo nelle scuole del capoluogo lucano colmando un vuoto politico che persisteva e pesava da troppo tempo.
 L'azione congiunta dei due collettivi, che hanno sempre lavorato insieme pur mantenendo ognuno la propria autonomia decisionale e politica, ha dato vita ad una serie di iniziative e di giornate di lotta, tra le quali vale la pena menzionare l'azione antisessista portata avanti contro lo “zizzometro”, un becero sistema denigratorio del corpo femminile messo in piedi durante la festa patronale e la ripresa della piazza nel giorno del 25 Aprile, cosa niente affatto scontata visto il totale disinteresse delle istituzioni verso tale data, nel tentativo di farla passare sotto silenzio.



Questo percorso vi ha portati a rielaborare l'idea che fosse fondamentale avere un luogo fisico d'incontro e socialità...



Ciò che è emerso da queste iniziative e dalle altre svolte al fianco dei migranti o per la creazione di eventi culturali è stata la necessità di uno spazio, un luogo fisico all'interno del quale riunirsi, incontrarsi, discutere e creare. Per questo motivo Martedì 6 Settembre 2016 nasce lo Spazio Liberato Ex Coni “Anzacresa”.


Si tratta di una vecchia palestra del CONI in stato di abbandono da circa 8 anni, emblema dell'incapacità gestionale della cosa pubblica e del disinteresse verso i luoghi di aggregazione e socialità. Anzacresa nel dialetto lucano significa “all'improvviso” “inaspettatamente”, infatti erano in pochi a poter immaginare che da un giorno all'altro sul palazzetto del CONI cominciasse a sventolare una bandiera con il Jolly Roger e che un gruppo di pirati del cemento intraprendesse la propria rotta verso la rinascita politica, culturale e sociale di questa città.


L'iniziativa è stata accolta con grande entusiasmo da tutta una serie di associazioni e cittadini che si sono prodigati in ogni modo per dare il proprio contributo allo spazio e che quotidianamente lo vivono e lo animano. Anche il quartiere, superato lo stupore iniziale, ha gioito delle potenzialità che un posto del genere ha e mette in campo a vantaggio di tutte e tutti.


Potenza ha una nuova veste fatta di colori e sogni, di speranze e lotte, l'Anzacresa resiste e insiste!