La morte del partigiano napoletano Vincenzo Leone

Ciao scugnizzo...

4 / 1 / 2010


Vincenzo Leone ci ha lasciato.
  Dopo un mese di ricovero ospedaliero e qualche illusorio miglioramento. Una notizia che fa male.

Vincenzo è stato scugnizzo e partigiano nelle quattro giornate di Napoli. Poi militante e poeta. Scelte costruite tra le necessità della vita, come tutte le cose vere.

Era con Erri de Luca e Sergio Piro nell'associazione amici di Officina99. Con l'editore Guida aveva pubblicato due raccolte in versi: "Mai un sorriso" e "Gioco D'amore", la prima anche un'autobiografia. Poesie vendute in strada, perchè era e si sentiva un uomo di strada.

Viveva in un basso a poche centinaia di metri da quella contrada Pagliarone carica di ricordi per lui e per la città. Sulle pareti di casa una specie di diario sentimentale. Vincenzo ha vissuto con semplicità, intensamente e fino in fondo. Senza concedere nulla al cinismo e alla rassegnazione.

Aveva attraversato le lotte degli anni '70, i movimenti dei senza lavoro, fino alla stagione dei centri sociali e alle battaglie di oggi. Pochi giorni prima di essere ricoverato in ospedale era a Materdei per intervenire alle proteste contro l'insediamento di un gruppo neofascista nel quartiere (la foto allegata è stata scattata in quella occasione) e subito dopo all'Università per un'iniziativa con Silvia Baraldini e Haidi Giuliani.
Lo ricordiamo per le strade di quel Vomero di cui conosceva le storie migliori, nelle manifestazioni in piazza e nelle serate ai centri sociali. E' morto giovane Vincenzo e così lo ricorderemo!

Ciao Vincè

Le antifasciste e gli antifascisti napoletani

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