Fonte: guardian.co.uk - 14/07/2010

Poverty is the backdrop to the riots in Northern Ireland

Non è una coincidenza che la violenza sia esplosa in alcune delle più povere aree della Gran Bretagna. La deprivazione è partner del settarismo.

29 / 7 / 2010

La povertà è lo sfondo dei riot in Nord Irlanda

Di Mary O'Hara*

Avrete probabilmente letto molto sul Nord Irlanda negli ultimi giorni - prima sui riot che sono esplosi e le condanne e preoccupazioni espresse su essi. Avrete anche probabilmente trovato alcuni video su YouTube e visto (principalmente) giovani e teenager bombardare la polizia con molotov e con qualsiasi altra cosa si trovassero in mano.

Comunque, a meno che o voi non conosciate molto riguardo a cio che è si è schiuso oppure non facciate regolarmente precisa attenzione agli sviluppi in Nord Irlanda, sarete comprensibilmente rimasti sconcertati e vi sarete domandati perché, mentre la pace si suppone abbia preso strada, ci siano immagini che ricordano i "bad old days diffuse in giro per il mondo" come un portavoce della polizia ha buttato lì.

Ci sono molti altri reporter o scrittori che hanno descritto l'immediato sfondo dei riot, inclusi il ruolo degli Orange Order, La Parades Commission, i dissidenti e i cosiddetti rioter ricreativi. Mentre questo è tutto assolutamente essenziale per dare un senso a ciò che è accaduto, tuttavia vale la pena tornare per un momento indietro per esminare tutto attraverso un prisma leggermente differente.

È impossibile per una come me cresciuta in una delle aree più colpite dai Trubles, non notare che le zone ora coinvolte dai riot, dalle macchine bruciate e dallo scontro con la polizia sono le stesse che soffrirono di più nei decenni precedenti. Questa non è una coincidenza. Non è una coincidenza neppure che questi riot non siano avvenuti nelle zone "bene" della provincia, proprio come non avvennero lì in passato.

Vedo questi giovani e, a parte i cambiamenti nel modo di vestire, potrebbero essere le stesse persone che erano nelle strade nei '70 e negli '80. Ed è una cosa che fa male.

Ci sono considerevoli e complesse ragioni per cui l'attuale generazione sta imitando la precedente, ma un fattore che è troppo spesso ignorato nei reportage riguarda le loro condizioni di vita. Il fatto è che, nonostante tutto il progresso - e ragazzi, c'è stato molto da celebrare negli anni recenti - distretti come Ardoyne e parti di west Belfast rimangono aree di incredibile, radicata deprivazione. Malgrado l'ammirevole lavoro di individui, gruppi locali e comunità in generale per risollevare le cose, il settarismo rimane e la povertà e l'esclusione sociale sono i volenterosi partner nel crimine.

È troppo facile, ed è francamente irresponsabile nel lungo periodo, bollare questi rioting come "teppisti" o "fanatici" o "elementi criminali" o, ancora, "rivoltosi ricreativi" (e credetemi, so per amara esperienza che tutto questo avrà avuto una parte nel gioco). Se, come molti di quelli che analizzano la situazione suggeriscono, i riot sono la risposta diretta dei giovani all'istigazione dei dissidenti, questo è ancora solo un aspetto. Il fatto è che c'è un grado considerevole di frustrazione, disperazione e anomie lì mescolate con il vecchio tribalismo da alimentare in primo piano.

Malgrado gli investimenti degli anni successivi al Good Friday e la trasformazione politica, le zone del Nord Irlanda di cui avete letto sono tra le più depresse in Gran Bretagna. In alcune parti del nord e dell'ovest di Belfast, la disoccupazione è dilagante (e questo anche durante il boom), mentre le stesse areee sono per consuetudine in fondo a praticamente tutti gli indici di deprivazione ed esclusione. Se siamo seri nell'occuparci di esclusione sociale, povertà, criminalità giovanile, accoltellamenti - di qualsiasi manifestazione di una società agitata si stia parlando in Nord Irlanda, o anche in qualsiasi altro posto su temi come questi - bisogna partire chidendosi "perché", e bisogna finire con una risposta che non rinforzi semplicemente il miserabile status quo.

Sia ben chiaro, non è un tentativo di giustificare la violenza, o di passare sopra a ciò che è successo in questi giorni. È semplicemente riconoscere il fatto che la gente che ha vissuto nelle aree colpite merita di meglio. Hanno vissuto troppo a lungo con questo.

Nell'ottobre dello scorso anno, Alex Attwood del Social Democratic and Labour Party, parlando del west Belfast in particolare, riassunse eloquentemente in una mozione del primo giorno alla Northern Ireland Assembly poche dure verità di cui dovremmo tutti tenere conto.

"Ho proposto alcune soluzioni al problema della mancanza di sviluppo in west Belfast, ma il problema è perché è così. Non è solo perché questa parte del nostro paese ha sofferto, assieme al north Belfast, per la perdita di molte vite e per i grandi sconvolgimenti e disordini negli anni del conflitto; è anche perché il west Belfast, quando si misuri praticamente con qualsiasi indice di deprivazione multipla, sta in fondo o vicino al fondo della classifica. Questo è confermato dal dato rilasciato in Agosto [2009], che esprime che il collegio del west Belfast... ha il quarto più alto tasso di disoccupazione dei collegi di Westminster.Questo tasso include il 22,6% di maschi e il 7,3% di femmine: 15,8% in totale. Immaginate una strada dove il 22,6% dei maschi adulti è senza lavoro.

Per quanto questo dato sia duro, non riesce a trasmettere la storia della lotta che alcune persone affrontano per vivere in queste condizioni. Questo dato non può comunicare la mancanza di speranza e l'esasperazione delle persone in questa condizione. Questo dato non può, non può far sentire quanto alienante sia la vita della gente in questa condizione Non può misurare il danno fatto all'equilibrio psicofisico di un individuo o di una comunità che ha mostrato in molti modi una grande capacità di resistenza di fronte alle avversità durante 30 o 40 anni."

Esatto.

*Mary O'Hara è giornalista freelance