Cina/USA - G2 senza fair play

Ovvero il nuovo scenario di comando capitalistico non è il ballo delle debuttanti

4 / 2 / 2010

Scomparsa dell’Europa, declino degli U.S.A., prorompente protagonismo della Cina questo il nuovo quadro capitalistico che sembra consegnarci la crisi in cui siamo immersi.La conduzione e la conclusione fallimentare del vertice climatico di Copenhagen lo hanno sottolineato; evidenziando un’asse di comando globale Cina/USA. Una inedita diarchia di potere, questo G2, in cui si confrontano, integrano e scontrano due differenti sistemi, comunque, di dominio capitalistico.Stampa e media in questi giorni, inanellando le occasioni di scontro (Google, diritti umani, armi a Taiwan, incontro col Dalai Lama…) si interrogano già sulla crisi del G2, usando però chiavi descrittive che non approfondiscono il quadro.

L’inquietante emersione di un’accumulazione vitale e potente che si “compera” gran parte del debito statunitense, che rivendica lo svincolo del proprio sviluppo da ogni regola e limite nei confronti del clima e dell’ambiente come dai bisogni e diritti dei propri lavoratori e cittadini, con l’orgoglio di parlare principalmente al proprio mondo non delinea uno scenario capitalistico più fosco di quello “occidentale”che ha dominato il mondo fino ad oggi? Certo c’è anche questa differenza di “stile” nei diversi terreni di scontro fra le due superpotenze: i diritti umani, i dissidenti, l’incontro col Dalai Lama, per certi versi, le limitazioni a Google ma non solo questo. E’ dato consustanziale che anche fra grandi potenze che cercano univocamente il dominio/controllo capitalistico globale non regni l’armonia, ma un continuo confronto/scontro senza esclusione di colpi.

Approfondiamo questo scenario con Benedetto Vecchi e Luca Casrini.

- Con Benedetto Vecchi esaminiamo la crisi Usa/Cina che parte dalla “rottura” di Google con Pechino e dalle caratteristiche delle connessioni internet in Cina; ridurre lo scontro sulla e nella Rete alla dicotomia libertà contro autoritarismo coglie solo un aspetto, forse non il principale, della questione che ancora ci riporta all’impegno cinese di affermarsi nell’indipendenza tecnologica ed in un potenziale mercato enorme.

La consapevolezza della centralità oggi – e, più, nel futuro – della Rete, non solo comunicazione ma luogo di transazioni economiche e finanziarie, luogo di produzione e di “vita”, deriva la certezza che chi è potente in Rete riesce a condizionare abbondantemente la dinamica economica mondiale.

Con Luca Casarini collochiamo i “segnali” di crisi dell’inedito G2 nella normalità delle dinamiche conflittuali intercapitalistiche di potenze che, mentre concordemente congiurano contro il Mondo, si scontrano e si scannano fra loro: anche tra Cina/USA un rapporto teso a “farsi le scarpe”.

Uno scenario di scontro nella dinamica capitalistica in cui il “modello cinese” porterebbe un tasso aggiuntivo di mostruosità, intravisto nel plumbeo mondo di Blade Runner, ma in cui ci si offrono ancora due dinamiche universali – di conflitto e trasformazione- la Rete e le contraddizioni ambientali.

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