Verso la grande mareggiata

27 / 10 / 2008

"In verità, ti abbiamo dato l'abbondanza
In verità sarà colui che ti odia a non avere seguito"
Il Corano, Sura CVIII – Al-Kawthar ,(L'Abbondanza)



Affrontare il movimento degli studenti del 2008 é impresa difficile per il governo. Un movimento "tumultuoso" come lo ha definito Marco Bascetta qualche giorno fa, un movimento assolutamente nuovo, maturo, capace di tenere nella sua genesi gli elementi di autonomia ed indipendenza, é sopratutto avere quella capacità di essere all'altezza dello scontro che si sta consumando, ovvero la possibilità stessa di esistenza del sistema pubblico della formazione.
Un movimento capace di espandersi per osmosi in tutto il paese generando un clima di assoluta ingovernabilità specialmente nelle grandi metropoli. Roma, Napoli, Milano sono attraversate quotidianamente da enormi manifestazioni di studenti che bloccano completamente i flussi economici della metropoli. Studenti che corrono, poliziotti o carabinieri che corrono, qualche volta scappano, metropoli paralizzate, un'insorgenza sociale montante.
Ed appare evidente che nel nostro paese, da qualche tempo, quando i movimenti cominciano a permeare la società, quando l'aspetto biopolitico delle lotte diventa contagioso, quando i movimenti fanno paura insomma, l'approccio del governo arriva sui toni della guerra civile.
O meglio guerra ai civili.
La genesi neo securitaria nel nostro paese é stata consumata lungo questo intenso anno e si é misurata con i conflitti solo ed esclusivamente in termini militari.
Ciò che é accaduto a Chiaiano ed il giro di vite in alcuni stadi italiani hanno rappresentato il nuovo corso del governo nell'affrontare i conflitti.
Ascoltare il presidente del consiglio in questi giorni somiglia ad alcune scene di V for Vendetta dei fratelli Wachoski, in cui i dialoghi che avvengono nel cinema in stanze chiuse tra gerarchi del potere, avvengono nella realtà in conferenze stampa pubbliche. Come non paragonare Feltri a Protero, come non paragonare le gocce di sudore di Berlusconi il tono da dittatore messo in fallo, al terrore di vedere migliaia di Guy Fucks assaltare il Parlamento.
Noi la crisi non la paghiamo! E' questo il succo, é questa la sfida ai più alti livelli che il movimento degli studenti lancia al governo.
Ed é su questo evidentemente che si consuma l'attacco senza precedenti che il governo sta costruendo contro il movimento. Così mentre si preparano i tagli che modificheranno per sempre lo stato sociale nel nostro paese, utilizzati dai governi come garanzia verso il mercato finanziario in tutto il mondo, davanti alla sfida dei movimenti proprio su questo terreno si prepara la repressione.
Tra annunci plateali, smentite, colloqui con il Ministro degli Interni, le forze dell'ordine sono mobilitate contro gli studenti. La corte di nani e ballerine del premier da fiato alle trombe, o meglio danno inchiostro alle penne, da Feltri a Fede fino a Cossiga che dai fumi neurologici dell'altereosclerosi si riscopre picconatore invocando che "le urla degli studenti debbano essere sovrastate dalle sirene delle ambulanze e della polizia".
Il disegno politico di cui si sente investito Silvio Berlusconi appare essere quello che Schmitt definiva "dittatura commissaria", ovvero che l'interesse per il risultato da conseguire acquista un peso tale da ammettere che al dittatore venga conferito un potere che comporta di sua natura la soppressione dei limiti legali e la facoltà di interferire nei diritti di terzi se le circostanze lo richiedono.
Una "dittatura di riforma" come é stata definita nel pensiero classico, una sospensione del diritto democratico che tende alla distruzione immediata e circostanziale dell'esercizio del diritto di resistenza a cui la moltitudine fa ricorso. Ma la definizione schmittiana ci risulta oggi utile solo dal punto di vista storico mentre appare inservibile dal punto di vista politico, quando l'eccezionalità diventa strumento ordinario di gestione della crisi.
E' accaduto così a Chiaiano dove i militari sono stati schierati contro i civili, dove é stato promulgato un decreto (90/08) per colpire esclusivamente le comunità in lotta riordinando e ricontestualizzando gli strumenti giuridici del codice Rocco.
Ma l'elemento dell'ingovernabilità dei conflitti, l'impossibilità di ridurli ad una cornice di compatibilità o attraverso le mediazioni politiche oppure attraverso un esercizio dialettico di irrigimentazione in categorie sepolte (i comunisti, i terroristi, il '68, ....), rappresentano il contesto per il quale l'esercizio di sovranità resta incompiuto.
Ed é per questo che Schimtt non ci serve più.
Lo hanno dimostrato già le lotte in difesa dei beni comuni, ed il movimento degli studenti lo dimostra ancor di più. Innanzitutto a partire da una dimensione del conflitto capace di costruire comune in maniera più agevole attraversando i luoghi specifici di intercettazione dei soggetti, appunto le scuole e le università, producendo un accumulo di potenza capace di concretizzarsi da subito in produzione di eccedenza che invade le metropoli, le paralizza, e costringe il governo, nell’angolo, a tirare fuori l'ennesimo stato d'emergenza.
"La polizia nelle Università" come sola immagine figurata dà la dimensione su cui il governo é disposto a scendere nello scontro sul DDL Gelmini, l'ondata di occupazioni di atenei seguita alle dichiarazioni del premier dona la dimensione concreta, e non figurata, su cui il movimento é disposto ad agire il conflitto.
Da diversi decenni centinaia di scienziati si sono cimentati in un lavoro assai arduo: la prevenzione degli Tsunami.
Nonostante gli sforzi, le ricerche, l'attivazione di dissimulatori, sensori e sentinelle d’avvertimento, ancora oggi lo Tsunami risulta un fenomeno naturale impossibile da prevedere e da fermare.
Un'onda anomala é così.
Invade, eccede, inonda. Non crea distruzione. Ma come lo straripamento del Nilo per gli antichi egizi é la benedizione perché significa fertilizzazione della terra, presupposto fondamentale per un futuro rigoglioso.
Un'onda anomala nel paese, capace di produrre quell'abbondanza che agisce il diritto di resistenza mettendo le basi per la costruzione di un processo comunitario che é già prefigurazione di altra univerisità, altra società.
Il governo deve affrontare la grande mareggiata.
Abbiamo preso le tavole, ed in tutti gli atenei siamo sulle onde....

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