Putin contro i dissidenti: appello per la liberazione del sociologo marxista Boris Kagarlitsky arrestato in Russia

29 / 7 / 2023

Ennesimo giro di vite in Russia contro i dissidenti: a farne le spese è anche il noto sociologo e politologo Boris Kagarlitsky, che rimarrà in custodia cautelare fino al 24 settembre, in attesa di processo. “La guerra porta al restringimento delle libertà e all’involuzione autoritaria sia in Ucraina che in Russia, cancellando le voci che chiedono la pace. Per questo chiedere la liberazione di Boris Kagarlitsky, accusato di terrorismo, significa anche che si vada avanti sulla strada della pace e del no alla guerra”. Maurizio Acerbo, segretario di Rifondazione Comunista, presenta in questo modo l’appello firmato da molti esponenti della sinistra e del mondo della cultura per la liberazione dell’intellettuale marxista, “probabilmente il più conosciuto, che è stato un dissidente ed è ora un oppositore della restaurazione del capitalismo in Russia, prima con Eltsin e poi con Putin.”

La notizia dell’arresto del sociologo marxista Boris Kagarlirsky in Russia conferma che la guerra non fa altro che restringere gli spazi democratici e favorire la deriva autoritaria. Kagarlitsky era stato già schedato come «agente straniero» nel 2022 sulla base della normativa repressiva. In realtà Kagarlitsky è una delle voci più autorevoli di opposizione a Putin come precedentemente a Eltsin e in generale all’oligarchia che si è arricchita dopo la restaurazione del capitalismo in Russia.

Non è la prima volta che viene arrestato e perseguito penalmente. L’ultima volta è stato arrestato nel 2021 – mentre si recava all’università per tenere una lezione su Marx – per aver incitato a protestare contro i brogli elettorali. Viene ora accusato di sostenere e/o giustificare il terrorismo ma in realtà viene perseguito perché fin dall’inizio si è schierato contro la guerra decisa da Putin. In passato era stato criticato anche dai nazionalisti ucraini per aver definito come spontanea e conseguenza di Euromaidan la rivolta popolare che portò alla nascita delle repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk.

Chi legge da anni libri e articoli di Kagarlitsky, che è stato anche collaboratore de il manifesto, sa che l’accusa di terrorismo non ha fondamento: Kagarlitsky ha lavorato in questi anni per unire le forze di opposizione di sinistra e negli ultimi mesi ha più volte denunciato l’escalation repressiva in Russia. Kagarlitsky è direttore della rivista online Rabkor che non gode dell’attenzione che i media occidentali dedicano ad altri oppositori perché critica il putinismo da un punto di vista marxista e anticapitalista. Chi come noi si batte per una soluzione di pace non può che essere solidale con compagni come Boris Kagarlitsky che si oppongono alla guerra. Chiediamo l’immediata liberazione di Boris Kagarlitsky.

La presentazione dell’appello, sulle frequenze di Radio onda d’urto, di Maurizio Acerbo Ascolta o scarica. Per adesioni: [email protected]

Primi firmatari:

Maurizio Acerbo, Eleonora Forenza, Pier Giorgio Ardeni, Franco Berardi, Marco Bersani, Piero Bevilacqua, Marialuisa Boccia, Raffaella Bolini, Angelo d’Orsi, Donatella Di Cesare, Tommaso Di Francesco, Italo di Sabato, Paolo Favilli, Francesca Fornario, Andrea Fumagalli, Domenico Gallo, Guido Liguori, Ramon Mantovani. Maria Grazia Meriggi, Sandro Mezzadra, Roberto Morea, Cristina Morini, Roberto Musacchio, Giovanni Russo Spena, Giovanni Savino, Alberto Ziparo, Toni Negri, Vittorio Agnoletto, Rita Di Leo.