Note nella crisi dell'europa

L'accumulazione della crisi

8 / 5 / 2010

Queste settimane di crisi in Grecia sono tremende. E lo sono innanzitutto per i cittadini di questo Paese che stanno subendo la più feroce ristrutturazione, eso-diretta, della storia recente dell'UE.

Non è semplice provare a dipanare una matassa complessa, che è bel lungi dallo svilupparsi in maniera lineare, nel mezzo di una fase liquida e dagli esiti aperti.

Di fronte a noi c'è una crisi che presenta tratti di novità e introduce un nuovo piano nei processi di accumulazione.

Proviamo a condividere alcune note.

La crisi in corso ha trovato il suo epicentro nel rischio di default dello Stato Greco - non sarebbe riuscio ad onorare buoni del tesoro-, evitato con un prestito ponte di FMI e della BCE, la cui concessione è stata negoziata dagli Stati nazionali, Germania in primo luogo, e non dalla Commissione Europea.

Tecnicamente è un prestito con un capital gain (3% circa di profitto!), non un “aiuto” a dei concittadini in difficoltà, concesso avendo come controparte la riforma brutale ed immediata della politica fiscale, salariale e contributiva. Presente e futura.

Si badi, non c'è stata una negoziazione politica, ma bancaria ed agita da politici, in cui il ruolo di banco è stato gestito da poli nazionali.

Se c'è stata finora la suggestione di un'Europa politica, costituita non solo sugli accordi di Maastricht, ma protesa verso la realizzazione di un'alterità continentale, credo che essa venga seppellita dalle rovine di questa crisi e dalla contestuale inattuabilità di un modello unico di governance a queste latitudini.

La domanda che ci si pone è da dove nasca questa crisi, chi ne sia responsabile.

Questa domanda è lecita ed ha infatti una risposta precisa, ma sconta un errore: ritenere che la crisi profonda e devastante in corso sia negativa e maledetta per tutti. Invece, questa crisi è un enorme dispositivo di valorizzazione ed ulteriore capitalizzazione; è una delle forme ipermoderne di Monsieur les Capital, che nella produzione di crisi trova un enorme opportunità di valorizzazione immediata e di ristrutturazione violenta e maledettamente efficace di un territorio.

Shock & capitalizzazione, credit swaps & riforma degli equilibri capitale- lavoro1: queste sono le equazioni del comando.

Il Parlamento greco che approva la resa con un voto trasversale socialista appoggiato dalla minoranza ultra-nazionalista con la piazza di Syntagma incendiata è l'immagine drammatica della crisi in corso e che ha sicuramente caratteri di unicità, per specificità storiche ed antropologiche, ma può essere un archetipo nel futuro prossimo.

L'annuncio del divenire crisi della penisola iberica, dell'Irlanda, di UK, forse dell'Italia ci dice che la posta in gioco è altissima e che va affrontata come tale.

Ci impegna a riconoscere che -ammesso che vi sia mai stato- non vi è più un processo elegiaco della valorizzazione, che nella produzione di crisi a questo livello vi può essere un punto di eccellenza del prodotto finanziario derivato2.

L'accumulazione, insomma, si da anche nella produzione di crisi.

Viceversa, da un'altra prospettiva, questa crisi interroga le forme soggettive della resistenza.

Ci fa domandare come starvi dentro, come costruire la transizione verso un altro mondo, come stare e verso dove camminare insieme ai molti che non sono disposti ad essere docili di fronte alla violenza del comando nella difficoltà enorme della fase storica e politica che ci lasciano le rovine dell'Europa.

Come si può stare in queste enormi lotte tifando kaos quando esso non garantisce nulla se non la ricchezza di un fondo speculativo hedge?

Come si costruisce il comune, la ricchezza del possibile, un futuro libero ed indipendente oltre e contro la violenza del comando?

Domande che sono enormi e che non hanno risposte semplici.

Là, tra le colonne doriche del Partenone, l'altro giorno stava lo striscione “european people rise up”. A tutti noi sta capire se, come e per andare dove all'alba del divenire grecia dell'europa.

1 Cambia se si lavora fino a 53 anni o fino a 67 per andare in pensione, cambia se si ha la tredicesima e la quattordicesima o non si hanno, cambia se ha la busta paga tagliata del 27%.

2 Matematicamente una derivata trova il suo massimo prima di un crollo.