Il Giornale di Vicenza 18/01/09

Dal Molin, prima udienza con rinvio "Questo non è un processo politico"

IN TRIBUNALE. In aula ieri i 30 militanti contro la base che occuparono per protesta la prefettura nel gennaio del 2008. Il giudice Gerace: «L'aula non deve diventare cassa di risonanza di una protesta sociale pur legittima»

18 / 6 / 2009

Vicenza. «L'aula di questo processo non deve diventare cassa di risonanza di una protesta politico-sociale che, pur legittima, non deve svolgersi qui». Il giudice Massimo Gerace lo ha chiarito, ieri mattina, al termine della prima udienza del primo processo pubblico ai No Dal Molin: 30 militanti che devono rispondere dell'occupazione della prefettura, che risale al 16 gennaio 2008. Gerace ha voluto precisare che il tribunale non è il luogo per la politica facendo riferimento alle 88 persone che sono state inserite nella lista dei testimoni, fra cui Silvio Berlusconi, Romano Prodi e Arturo Parisi.

«Ho avuto modo di vedere le liste dei testimoni della difesa. Non sarò certo io a confiscare le libertà difensive, ma andrà spiegata in maniera precisa l'implicazione che hanno nei fatti oggetto del processo le persone chiamate». E ancora: «Il processo ha dei limiti cognitivi. Ciò che è pertinente ai fatti sarà ammesso, ciò che non lo è sarà seccamente cestinato». Il significato è chiaro: siamo qui a ricostruire le responsabilità dell'occupazione della prefettura, non già della costruzione della nuova caserma americana osteggiata in città.

Ieri mattina, dalle 9.30, un'ottantina di manifestanti del presidio permanente aveva affollato il cortile e il primo piano del tribunale. Imputati e amici intervenuti per solidarietà sfoggiavano una maglietta arancione con la scritta «ho occupato la prefettura perchè amo Vicenza».

I trenta imputati, fra cui i leader del movimento a partire da Cinzia Bottene, Francesco Pavin, Olol Jackson, Marco Palma e ancora Arnaldo Cestaro, Claudio Lupo, Piero Vianello, Nicola Valle, Marta Passarin e Guido Lanaro, sono accusati a vario titolo dal pm Paolo Pecori di violazione di domicilio, resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e manifestazione non autorizzata.

In occasione del primo anniversario dell'editto di Bucarest, quando Prodi annunciò il sì al Dal Molin, il movimento con un'azione improvvisa entrò in prefettura a palazzo Nievo e in 24 si incatenarono alla scalinata. Al sovrintendente della polizia Cardillo furono rotti gli occhiali, mentre all'esterno un centinaio di persone bloccò l'ingresso ai carabinieri.

Ieri, il processo è saltato perchè mancavano alcune notifiche agli imputati: il giudice ha sospeso l'udienza due ore per controllare in tutti gli uffici postali, ma per tre persone non c'era prova che avessero ricevuto l'avviso. Per questo l'udienza è stata aggiornata al 23 novembre, quando lo stuolo di legali, con l'avv. D'Agostino di Padova, dovranno ragionare con il tribunale sui 69 testimoni e sui 14 consulenti della difesa. I quali si aggiungono alla lista del pm che ha chiesto di sentire il vicequestore Cuozzo, il capitano Lerario ed altri tre poliziotti.

Diego Neri