EXTRACOMUNITARI. Ieri sera una riunione con i rappresentanti dei confederali nella sala dei padri Saveriani. 27 febbraio niente acquisti e i bimbi a casa da scuola. Il 1 marzo astensione dal lavoro con fiaccolate e manifestazioni in città. I sindacati: «Attenti, pericoloso non lavorare».
Vicenza. Immigrati: sciopero o non sciopero? Li hanno
lasciati discutere per oltre un mese. Poi, ieri sera, Cgil,Cisl e Uil
nel sala dei padri Saveriani di viale Trento li hanno chiamati a
raccolta. Sul tavolo una questione importante: la protesta che gli
immigrati intendono organizzare il prossimo 1 marzo. Se ne parla da
tempo, ora i tempi stringono e dalle parole si deve passare ai fatti.
Dietro
l'angolo, però, si cela una spaccatura. Da una parte gli immigrati con
le varie associazioni- che rappresentano più anime all'interno degli
oltre 80 mila migranti che vivono nel Vicentino-, dall'altra i
sindacati confederali che, se sono riusciti a gestire il ricorso contro
il sindaco di Montecchio Maggiore e la delibera relativa agli spazi
abitativi, ora corrono il rischio di vedersi superare da chi non
intende perdere l'occasione rappresentata dal 1 marzo per parlare di
leggi, integrazione e razzismo.
Al di là di quanto accaduto a
Rosarno, la protesta dovrebbe riguardare tutte le province italiane e
anche altri Stati, tra cui la Francia, dove l'iniziativa è partita dopo
un appello via internet.
Ecco la proposta dei sindacati. Giancarlo
Pederzolli (Cisl). «Ci rendiamo conto -ammette- che il clima nei
confronti degli immigrati non è dei migliori, ciò non toglie che se
manifestazione deve essere, allora bisogna separare quanto è accaduto a
Montecchio Maggiore per parlare più in generale della loro situazione
coinvolgendo anche associazioni e lavoratori italiani. Quindi non si
può parlare di sciopero». Messaggio chiaro, che non lascia dubbi di
alcun genere. «Alla luce di questo -aggiunge Fabiola Carletto (Cgil)-
va bene la manifestazione, ma non l'astensione dal lavoro. Sì allo
sciopero della spesa il 27 febbraio, ma se protesta dev'essere,
quest'ultima deve riguardare tutta la cittadinanza. La Cgil ha già
proclamato una giornata di sciopero il prossimo 12 marzo su lavoro e
fisco e anche i temi degli immigrati potrebbero essere discussi».
Infine, non resta che Carlo Biasin (Uil): «Gli immigrati devono stare
attenti a parlare di sciopero: in un periodo di crisi come quello che
stiamo attraversando, i datori di lavoro ne potrebbero anche
approfittare. Fermo restando che dovremo lavorare su iniziative che
riguardano sia gli stranieri che gli italiani. Non possiamo immagine
una giornata di astensione solo degli stranieri. Devono essere
coinvolti tutti».
Gli immigrati? «Non vogliamo che sindacati si
mettano di mezzo - puntualizza Morteza Nirou del Coordinamento
stranieri -. Questa è una nostra manifestazione e nessuno la può
strumentalizzare. Manifesteremo, staremo a casa con i nostri figli, su
questo non si discute. Dobbiamo solo decidere gli ultimi dettagli su
come avverrà la dimostrazione a Vicenza oppure a Montecchio, che ha già
avuto l'adesione del coordinamento studenti e di altre associazioni».
Se
questa è una voce, dall'altra parte c'è Condè Ousname dell' Unione
immigrati che raccoglie i rappresentanti di 25 etnie. «Il 27 febbraio
sciopero della spesa e i bambini non andranno a scuola, il primo marzo
astensione dal lavoro per gli immigrati e poi manifestazione. Faremo
anche una fiaccolata. Ma protesteremo in maniera civile per
salvaguardare i nostri diritti, e chiedere rispetto in un Paese in cui
il premier sostiene che se ci fossero meno migranti ci sarebbe meno
delinquenza. Per non parlare del permesso di soggiorno a punti.
Protestiamo contro decreti, leggi che sono solo punitivi nei nostri
confronti».
Questa volta gli immigrati vogliono muoversi da soli, fuori da ogni schieramento precostituito.