Arrivano no global e ambientalisti. Primi arresti a Copenaghen

Tra gli italiani fermati anche il nipote di Cacciari. Sabato manifestazione pacifica con 50mila persone.

12 / 12 / 2009

MILANO - Ci sono quattro no global veneziani tra i dimostranti bloccati venerdì a Copenaghen dalla polizia. A renderlo noto è Michele Valentini, uno dei portovoce dei centri sociali veneziani, che si trova nella capitale danese per partecipare alle iniziative di mobilitazione in occasione del vertice sul clima. Secondo Valentini, oltre ai quattro veneziani sono stati fermati anche altri quattro manifestanti italiani appartenenti alla rete che comprende centri sociali, movimenti studenteschi e altre associazioni. Tra i quattro veneziani fermati c'è anche, secondo le fonti, Tommaso Cacciari, nipote del sindaco di Venezia. «Cacciari - dice Valentini raggiunto al telefono dall'Ansa - è stato bloccato in centro. Non ci sono state azioni di violenza ma solo di "disobbedienza". La polizia ha proceduto al fermo di persone che si stavano recando ai punti di raccolta per dare vita alle iniziative previste. Tutte sono state portate in centri temporanee appositamenti creati. È una cosa molto grave questo tipo di risposta a migliaia di persone che dicono che il vertice non serve a nulla perchè le decisioni sono già state prese in altri luoghi». Sono queste dunque le premesse di cinque giorni che si preannunciano ad alta tensione. A Copenaghen aumentano i timori delle autorità danesi in vista delle manifestazioni di no global e organizzazioni ambientaliste che, in concomitanza con il vertice sul clima, potrebbero sfociare in disordini e violenze fino al 16 dicembre. L'arrivo a Copenaghen di centinaia di stranieri e il sequestro di numerosi utensili in una palazzina abitata da centinaia di attivisti non rassicurano d'altra parte le forze dell'ordine.

I PRIMI ARRESTI - Quindi ancor prima delle manifestazioni di ampio respiro, la polizia danese ha proceduto all’arresto di almeno 40 persone durante le prime proteste di piazza legate alla conferenza sul clima dell’Onu. Circa 200 persone si erano radunate nel centro della città dove erano riuniti i manager di grandi multinazionali per discutere del ruolo dell’industria nella lotta al riscaldamento globale. Il portavoce della polizia, Henrik Moeller Nielsen, ha spiegato che si tratta di arresti «a scopo preventivo» per evitare eventuali derive violente. I manifestanti, al suono di rumorosi tamburi, gridavano: «Fatevi gli affari vostri, questo è il nostro clima». «Sul barometro dei disordini la temperatura sta crescendo», ha ammesso l'ispettore capo della polizia di Copenaghen Per Larsen. Una manciata di ore prima, le autorità avevano confiscato in una palazzina del quartiere di Osterbro 193 scudi, 58 lampade al neon riempite di olio e di vernici, 9 piattaforme di metallo su carrelli mobili per sostenere delle scale, molte tenaglie e alcuni tronchesi. Secondo la polizia, gli utensili sarebbero stati usati «per causare disordini» durante la riunione di sabato prossimo. Secondo i militanti sarebbero oggetti innocui, che servono solo ad azioni di disobbedienza civile. Anzi, Tannie Nyboe del gruppo attivista Climate Justice Action ha spiegato che molti di questi utensili servono «a costruire rifugi per i manifestanti che giungono in città», visto che «le autorità danesi non hanno provveduto a fornire posti letto in numero sufficiente».

GLI APPUNTAMENTI - Tra i giorni a rischio c'è sabato in cui è prevista un'imponente manifestazione pacifica che radunerà circa 50 mila persone. Mentre quattro giorni dopo il gruppo Climate justice action ha promesso che cercherà di irrompere nel Bella Center, sede del summit. Del resto è previsto l'arrivo di altre migliaia di militanti, soprattutto da Germania, Olanda e Svezia.

Da Corriere.it