La decisione della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo,
all’unanimità, ha ritenuto l’esposizione nella scuola del
Crocifisso in contrasto con la convenzione dei Diritti dell’Uomo.
Punto e basta.
Non si voleva sottovalutare la importanza delle
Religioni, al contrario si vuole assicurare la tutela di ogni
diritto religioso. L’Europa, con il voto unanime dei
Giudici, ci scuote, a mio avviso, positivamente.
Penseremo, anche in questa occasione, che la Corte di Strasburgo sia
un covo di Giudici “rossi”?
L’Italia è percorsa dall’ossessione identitaria.
La
Libertà religiosa non può non tener conto del rispetto del
pluralismo.
I Padri fondatori dell’Europa, tra i quali i
cattolici Alcide De Gasperi e Konrad Adenauer, mai cedettero alla
tentazione di ancorarla a “radici cristiane” nel 1950.
La loro
intuizione profonda era quella, in cui si voleva unificare l’Europa,
intorno all’eguale diritto di tutti e di ciascuno.
Un
Europa interetnica, interreligiosa, laica.
Questa è la
strada maestra. Riflettiamo profondamente, non stracciamoci le vesti.
Liberiamoci da argomenti strumentali.
Il Crocifisso non è
un’icona culturale.
Il Cristo Gesù per i credenti, è il
Salvatore di tutti e non è sicuramente un simbolo di
Divisione.
Anche il fronte “laico commetterebbe un gravissimo
sbaglio, servendosi del Pronunciamento per rilanciare una incivile
campagna anticristiana.
In questi giorni rispunta l’uso politico
della religione cattolica e dei suoi valori. Mussolini soleva dire:
“sono cattolico e non cristiano”.
Ci si butta nell’opportunità
feconda per guadagnare consensi in una triste stagione dove vince la
frammentarietà culturale e etica e le tentazioni identitarie. Vaghe
e localistiche.
In tempi postcristiani la religione
“trionfa” soprattutto come risorsa identitaria ed etica che la
rende più facile preda di forze politiche che vogliono sfruttarla a
proprio vantaggio elettorale.
Gesù ha voluto una comunità di
seguaci inserita nella “Città” in cui sono “principi
irrinunciabili” il perdono, l’amore dei nemici, il servizio agli
altri, l’accoglienza, la solidarietà, l’Amore, il Martirio.
Al
Cristianesimo servono testimoni non testimonial. Mi chiedo
frastornato: come mai così tanto zelo nel difendere il “Crocifisso”
nelle scuole non si estende ai nove milioni di poveri, ai precari, ai
senza lavoro, ai “senza identità, ai senza casa, ai migranti, ai
“Clandestini”, ai Detenuti, alla salute di tutti.
Credo sia
l’occasione di porsi domande serie, almeno all’interno delle
Comunità Cristiane. C’è autentica conoscenza del fondamento
storico della Fede Cristiana in Cristo risorto?
Il Cuore del
messaggio Cristiano ha ben poco a che fare con giochi di potere,
interessi economici,meschinità travestite da nobili parole,
impunità, arroganza,xenofobia,omofobia, razzismo.
La buona
“notizia” che può destare la Fede non è affidata a un libro o
una pellicola, a professioni ipocrite, ad un crocifisso, ma a Uomini
e Donne in carne e ossa : è la “vita” dei Cristiani che deve
essere un racconto credibile del Vangelo, un racconto che nessuna
“crociata” può sconfessare.
Solamente riconoscendo la
pluralità dei valori presenti anche nella Società non cristiana che
si può stare nella storia e tra gli Uomini secondo lo Statuto
evangelico.( I lettera a Diogneto).
Continueranno i ricorsi,
le grida ,le sceneggiate.
C’è una gara per esibirsi
“chierichetti” nei confronti dei Vescovi. Non ci credo proprio:
l’emergenza grave non è la sentenza del “crocifisso”negato.
Nel
mio iter scolastico, dall’asilo al Nautico, il crocefisso era
scortato a destra dal Re Vittorio Emanuele III e a sinistra dal
Duce.
L’Emergenza gravissima è la tenuta
democratica del Paese intero. Termino citando un passaggio
del Card. Dionigi Tettamanzi all'Omelia del 1 novembre al Campo della
Gloria del Cimitero monumentale di Milano letta dal Mons. Gianfranco
Bottoni.
Parlando dell’Italia di oggi dice: “Al di là delle
diverse e opinabili diagnosi, c’è il fatto che oggi molti, forse i
più, non si accorgono del processo, comunque in atto, di morte lenta
e indolore della Democrazia, del processo che potremmo definire di
progressiva “eutanasia” della Repubblica nata dalla Resistenza
antifascista.”
Non mi preoccupa come finirà l’applicazione
del Regio decreto del 1924 che introduceva il “crocifisso” nelle
Aule scolastiche.
Vorrei mantenere lucidità di giudizio
per concludere che questa sentenza può aiutare tutti a comprendere
meglio i segni dei tempi, lo ripeto, in cui la difesa della libertà
religiosa non può non preoccupare, con tutto il cuore laico,
cristiano il rispetto del pluralismo, e soprattutto può stimolare a
vincere le “paure” per affrontare una riflessione più profonda
sulla convivenza tra i diversi, considerando la ricchezza, un Bene e
un valore proprio questa sua alterità.
Ripartiamo da capo con
Umiltà, ogni mattina, davanti alla Croce.
Il Cristiano è
abitante della Polis (è un diritto, ma anche un dovere) mentre ha la
Sua Cittadinanza nei cieli.
Ecco la Profezia della Fede
cristiana.