a cura di Carlo Vitelloni per Sherwood.it

Intervista a Gian Antonio Stella e Gualtiero Bertelli

I lontani sono diversi (Donne & buoi..)

19 / 12 / 2011

“I Persiani stimano più di tutti i loro vicini, e poi vengono i popoli che vivono più lontano e così di seguito, e la loro stima diminuisce in proporzione alla distanza di modo che i popoli cui danno minore importanza sono quelli che vivono più lontano. Mano a mano che ti allontani da te trovi della gente sempre più strana”
Erodoto, I secolo a.C.

Al centro del mondo ghe semo noialtri: i venexiani de Venezia. Al di là del ponte ghe xè i campagnoli, che i dixe di essere venexiani, che i crede de parlar venesian, ma xè campagnoli.
Al di là dei campagnoli ghe xè i foresti: bergamaschi, milanesi, americani, canadesi, mantovani, parigini, danesi, tutti foresti. Al di là dell'Adriatico invece ghe xè gli schiavi e i zingani e i mori.
Nonna Bettina, XX secolo d.C.

A ognuno il suo ecumene

In una carta geografica del 1600, l'Africa è rovesciata... perlomeno secondo il nostro punto di vista. Secondo il geografo del tempo Giovan Battista Nicolosi, invece, non è così: convinto di essere al centro del mondo, la disegna esattamente come se fosse su una torre di Porto Empedocle a Lampedusa, e la vede estendersi in lontananza proprio come se il continente africano iniziasse lì, da dove lo osservava.
L'idea di essere al centro del mondo è quella che accomuna l'ecumene di  Erodoto e il mondo conosciuto da Nonna Bettina.
Hic sunt leones, qui stanno le belve: era scritto anche nelle antiche mappe, lì dove lo sguardo iniziava pericolosamente ad allontanarsi dalle terre natie. E stava a significare più o meno questo: più ci si allontana da casa propria, più le persone sono diverse, fino ad assumere aspetti animaleschi.
In una mappa dell’ammiraglio ottomano Pini Rais del 1513 ci sono due figure che popolavano l’immaginario dei nostri avi: il blemmo e il cinocefalo.
In un affresco di una cattedrale tedesca ammiriamo il blemmo, una creatura senza testa, con bocca naso e occhi sulla pancia.
Pomponio Mela nel I secolo dopo Cristo ci racconta dei Panozzi, creature con delle orecchie talmente grandi da essere utili la notte, per proteggersi dal freddo usandole come coperte.

Pensa quante balle che racconta quel Marco Polo: dice di essere stato così lontano, e non ha nemmeno visto un cinocefalo

A fare il resto del lavoro, ci pensa l'immaginario collettivo. Sembra incredibile ma è così: quando Marco Polo s'avventura nelle terre lontane, quelle dei 'leones', al ritorno dal suo viaggio non credono che sia andato così lontano. E allora racconta di aver visto i commercianti cinocefali delle isole Andamane, creature che non ha mai visto ma che servono a rendere credibile il racconto del suo viaggio.

Ma chi c'è davvero al centro del mondo?

Non vado mai a letto senza aver indossato almeno due gocce di Chanel n.5
Marylin Monroe

L'odore è determinante nel razzismo. Ne hanno fatto le spese persino i tedeschi: il professore Berillion, scienziato francese di inizio secolo, spiega in un  saggio che i tedeschi hanno l’intestino più corto degli altri esseri umani, e mangiano cose pazzesche, dalla pancia di maiale alle rape, e siccome non riescono a digerire bene producono una quantità enorme di escrementi puzzolenti al punto tale che quando gli aerei francesi passano sopra la Germania sentono salire un odore pazzesco di... crauti.

L'odore riguarda tutti: noi lo avvertiamo nel nero, il nero sente la nostra. I gialli dicono che noi bianchi puzziamo di formaggio, ci chiamano “quelli che sanno di burro”. Un coreano mangia una salsa all’aglio micidiale... lo stesso odore che gli americani sentivano quando passavano per i quartieri italiani.

Guarda che arriva l’uomo nero

Dai linciaggi nell’America degli anni sessanta, negri venduti sui mercati alle aste, negri appena arrivati col battello a vapore al porto, negri assiepati e seduti su panchine per negri in America, fino all’apartheid in Sudafrica, bagni per negri, rubinetti per negri, cessi per negri
David Livingstone grande esploratore: per primo arrivò in alcune aree dell’Africa. “Giacché tutti i negri avevano paura dei bianchi, quando noi entriamo in un villaggio non ancora visitato da un europeo il primo ragazzo che vede gli uomini cuciti in un sacco si mette le gambe in spalla e scappa con altrettanto spavento quanto ne avrebbe un birichino di Londra se vedesse una mummia uscire vivente dal British museum.”

Le mamme africane, per calmare i loro figli, erano solite ripetere: se non fai il bravo, chiamerò l’uomo bianco perché vi morda!

Negri, froci, giudei & Co. L'eterna guerra contro l'altro.
con
Gian Antonio Stella (voce narrante)
Gualtiero Bertelli (voce, fisarmonica)
e con
Giuseppina Casarin (voce)
Paolo Favorido (pianoforte)
Domenico Santaniello (contrabbasso)
Rachele Colombo (percussioni, voce)
e
Maurizio Camardi (sassofoni, flauto)


Testi di Gian Antonio Stella
Ricerca musicale di Gualtiero Bertelli
Liberamente ispirato a “Negri, froci, giudei & co.: l'eterna guerra contro l'altro” di Gian Antonio Stella (Rizzoli, 2009)

- Sono un essere umano.
- Dicono tutti così.
Altan

Intervista a Gian Antonio Stella e Gualtiero Bertelli

Blob razziale

Stereotipi razziali poco noti

Hic sunt leones