Lettera aperta contro lo sgombero di Frigolandia

20 / 11 / 2009

Al Comune di Giano dell'Umbria

Alla Provincia di Perugia

Alla Regione Umbria

Scriviamo questa lettera perchè siamo venut* a conoscenza della situazione aberrante in cui si trova Frigolandia e di cui l'amministrazione comunale di Giano dell'Umbria è direttamente responsabile.

Dal 2005 la Colonia del Parco è stata concessa in affitto (con regolare contratto e fidejussione a garanzia) a Frigidaire che si è impegnata nella restrutturazione delle strutture interne al parco e di fatto nella riqualifazione dell'area, facendo della colonia la sede della rivista e di un centro di iniziativa e produzione artistica unico nel nostro paese: oltre ad ospitare la redazione della rivista, la colonia rende fruibile al pubblico il Museo dell'Arte Maivista, una biblioteca ed un archivio storico, foresterie per i visitatori, spazi destinati all'insegnamento socratico, a stages e workshop, seminari e convegni, residenze artistiche, esposizioni, rassegne videocinematografich-e ed altre mille attività ludiche e formative nel settore delle arti.

Data l'unicità dell'esperienza rappresentata da Frigolandia, sarebbe stato auspicabile che un'amministrazione comunale cogliesse l'importanza di una presenza del genere sul proprio territorio e si preoccupasse di valorizzarla o almeno di cautelarla.

Al contrario, la nuova giunta eletta (di centro sinistra) ha deciso di tradire l'impegno preso con Frigolandia senza aprire nessun tipo di confronto con i responsabili del centro ma, al contrario, mettendo in moto un meccanismo giudiziario che non ci sentiamo neppure di commentare: una lunga serie di imbarazzanti furbizie burocratiche è terminata con un avviso giudiziario che fissa per il 26 novembre 2009 lo sgombero dei locali di Frigolandia.

La prima riflessione che ci concediamo è di ordine pratico: lo sgombero della redazione di Frigidaire, segnerebbe inevitabilmente la chiusura di una rivista che ha fatto la storia della satira, della controinformazione e dell'arte visiva in italia (sì, dato i tempi lo scriviamo con la lettera minuscola) ed è paradossale che, a quasi trent'anni dalla sua fondazione, l'esperienza di Frigidaire possa venire archiviata in questo modo.

La seconda considerazione è, inevitabilmente, di ordine politico. Attorno alla vicenda aleggia il sentore della speculazione edilizia e in quest'ottica la prospettiva che sia una manciata di “piccioli” a decidere della chiusura di rivista/museo/biblioteca/archivio assume contorni grotteschi e ci porta ad una serie di domande, del cui carattere retorico non ci prendiamo alcuna responsabilità: l'amministrazione comunale di Giano dell'Umbria si sente titolata a porre fine di fatto ad una rivista trentennale e a rendersi responsabile della sottrazione di un patrimonio culturale di cui ogni cittadin* (e non) ha diritto di fruire e sul cui destino ha la responsabilità di vigilare?

Sta diventando prassi comune delle istituzioni anteporre meschine questioni pecuniarie alla salvaguardia del patrimonio culturale?

Riteniamo inaccettabile la prospettiva di uno sgombero con le conseguenze di cui sopra e chiediamo che venga aperto immediatamente un tavolo di trattativa per ovviare in altro modo allo sfratto di Frigolandia dalla sua attuale sede.

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TPO - teatro polivalente occupato (Bologna)

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