La fiducia è nei nostri corpi

14 / 12 / 2010

Le immagini rimandano la rabbia di questo pomeriggio invernale soleggiato e terso. A Roma come in altre città. Il mettersi in gioco, ancora e sempre, attraverso la nostra arma-fine-di-mondo: il nostro corpo.

Centinaia, migliaia, centinaia di migliaia di corpi in lotta contro la rapina del proprio futuro. Immagini sporche, concitate e mosse, eppure lucide e illuminanti, che ci riportano a tutte le piazze attraversate dai movimenti che hanno nel corpo la loro arma di massa-distruzione.

Genova 2001 paradigma ancora attuale dopo un decennio: nulla è cambiato nelle coordinate di uso della forza di parte statuale. Immutate le regole di ingaggio, di uso delle armi, di uso assassino dei mezzi blindati, di irriconoscibilità dei robocop.

Ma i nostri  corpi, quelli, sono i corpi di ieri, ma sono nuovi. Invertono con maggiore determinazione e consapevolezza il senso della fuga, giocando se stessi in dinamiche antiche eppure sempre nuove. Contro la forza, contro la violenza. Esprimendo maggiore forza contro le nostre polizie.  Riaggiornando senso e valore della resistenza.

Il corpo come misura unificante, espressione della declinazione soggettiva alla ribellione, unico sistema di rappresentanza in cui confluisce, fisiologicamente trionfante, la fiducia collettiva. Il nostro essere uniti contro la crisi.