Studenti in Movimento di Urbino pronti per il 15o.

12 / 10 / 2011

Gli Studenti e le Studentesse in Movimento di Urbino pronti a far parte della mobilitazione studentesca nazionale e collettivizzata che invaderà Roma il 15 ottobre.

Evento che costituirà un grande punto di partenza per le istanze comuni di studenti senza futuro, ricercatori, precari, operai e cittadini “indignati” di chi governa le sorti dei nostri destini.

Politici, banchieri, broker, imprenditori, l’1% che decide sulle teste del restante 99, una maggioranza di persone indebitata per causa altrui e affossata come ogni forma di legale democrazia partecipativa.

“Chi ha scelto di agire il potere in maniera così autoreferenziale si assume una responsabilità che a lungo andare si rivelerà insostenibile. Noi lavoreremo affinché questa insostenibilità diventi evidente. Non saremo vostri complici, (…) il nostro autunno è appena cominciato e la vostra crisi siamo noi!”.

Con queste parole, che oggi hanno un riferimento ad ampio raggio, gli Studenti in Movimento della C1 autogestita allertano il Rettore e la Commissione Statuto dell’ateneo urbinate.

Dal comunicato fatto girare nell’ultima assemblea d’ateneo, indetta da tali organi, si apprendono testuali parole: “Lo Statuto dell’Università di Urbino non ci interessa. Un’affermazione difficile da sostenere per chi ha lottato contro la Riforma Gelmini e la dismissione dell’università pubblica. Difficile anche alla luce del tentativo fatto dal movimento studentesco di ottenere l’apertura di un processo realmente democratico all’interno della nostra università (…)”.

Ad Urbino, l’iter antidemocratico della riformulazione dello statuto d’ateneo non ha considerato minimamente le proposte d’inserimento in Commissione di una maggiore ed efficace rappresentanza di studenti, dottorandi e precari, facendo in modo che i componenti di tale Commissione, assomigliante sempre più a una cricca, fossero scelti dal Rettore e dai baronati della docenza più influenti.

“In una situazione di questo tipo una prassi di tipo emendativi risulta impercorribile anche per i più volenterosi”, recita ancora il comunicato. Viene a palesarsi così l’inutilità a confrontarsi sui singoli articoli della legge Gelmini e dello Statuto, data anche l’occlusione negli organi amministrativi d’ateneo e la carenza, se non inettezza, delle nuove norme in materia d’istruzione universitaria. Una Riforma nella quale non sono ancora chiari i decreti attuativi e uno Statuto per il quale sono confusionari e assenti molti regolamenti.

Così a Urbino accade che nel vecchio Statuto erano state inserite, per volere degli studenti, delle tutele che garantivano agli studenti disabili il diritto allo studio, alla mobilità e ad una piena e dignitosa integrazione. Tali tutele, garantite già a livello nazionale, non sono mai arrivate a destinazione, diventando poi del tutto inefficaci quando l’Ente regionale per il diritto allo studio ha espresso la volontà di “medicalizzare” esternamente il servizio d’assistenza, non occupandosene più direttamente.

“Articoli, commi ed articolati normativi hanno palesato la loro astrattezza, le lotte per i diritti la loro concretezza”. Con queste parole si esprimono ancora gli studenti, che hanno reso noto pubblicamente la loro strategia rispetto a ciò che accade in ateneo e nel mondo universitario in generale. Nessun tavolo bilaterale e nessuna partecipazione in governance amministrative li ingannerà, né potrà agire con essi con concertazioni di finzione e di facciata.

Aspettando la giornata internazionale dell’indignazione, ad Urbino il movimento studentesco si prepara la strada.

Da ottobre più iniziative sono state programmate. Alcune dirette verso le scelte degli organi accademici, come il volantinaggio di denuncia durante l’assemblea indetta dal Rettore di venerdì 7, alcune irregolari, come la due giorni di torneo di calcetto abusivo “Tifiamo rivolta”, da svolgersi sui campetti indebitamente fatti propri dall’ERSU.

Inoltre lunedì 10 nell’aula C1 autogestita di Sociologia si è tenuto un incontro confidenziale con un “indignado” e professore di semiotica dell’Università di Burgos Rayco Gonzalez, sul tema della spanish revolution e del movimento 15M, che in primavera bloccò il Paese e Puerta del Sol a Madrid. A seguire la proiezione del documentario “Debtocracy” dei giornalisti greci Katerina Kitidi e Aris Hatzistefanou sulla crisi greca, che diffuso tramite internet, cerca di capire come è stato accumulato l’enorme debito pubblico del Paese, facendo esplodere il dibattito dopo l’inaspettato successo.

Mercoledì 12 ottobre è stata convocata l’assemblea studentesca generale presso l’anfiteatro “liberato” del collegio Tridente, per organizzare il dissenso in merito a temi quali le conseguenze pratiche della Riforma Gelmini, borse di studio, assistenza disabili e indebitamento studentesco, quest’ultimo già adocchiato e  “pubblicizzato” da BancaMarche.

Gli Studenti e le Studentesse in Movimento di Urbino sono organizzati e pronti a scendere in piazza a Roma, con la rabbia collettiva di tutte quante le realtà nazionali che combattono per una democrazia reale e un’alternativa sociale alla crisi.