Risposta a Saviano

Utente: Alessioroma
17 / 12 / 2010

Una premessa.

Credo che meriti almeno un paio di nobel, e molto altro di più. Credo che la scelta che hai fatto nella tua vita sia veramente coraggiosa, e apprezzo tutto quello che fai.

Ma ho imparato a non avere miti né eroi. Diceva Brecht che sono beati quei popoli che non ne hanno bisogno. Ed io imparai a non averne nel 1994, a 13 anni, quando a Pasadena Baggio sbagliò quel rigore. E capii che anche i migliori possono sbagliare, e li si può criticare.

In realtà condivido molto quello che hai scritto. Però ho paura che sia un'analisi che pecca di superficialità. Ed è qui che molto umilmente ti porgo le mie critiche.

Secondo me la tua analisi è troppo banalizzante. Io non ero in quella piazza, anche se ne condivido le idee. Non c'ero perché in questa società sono un privilegiato.

Credo anche però che i borghesi non parteciparono alla rivoluzione francese. Ma dei benefici di quella rivoluzione ne godono tutt'oggi. A farsi massacrare andarono i poveracci, quelli che non avevano niente, e quindi niente da perdere. Quelli che non avevano futuro. Quelli che non riuscivano nemmeno a comprare il pane. E poco cambia tra le risposte di ieri di una regina che diceva di dargli delle brioches (frase mai detta realmente, ma comunque passata alla storia), rispetto a quelle di oggi, di chi a capo del governo consiglia ai giovani di andare all'estero, o trovarsi un marito ricco (frasi dette e filmate, ma dimenticate troppo presto dalla storia). Non tutti hanno la forza necessaria e sopratutto la lucidità di razionalizzare le situazioni. Soprattutto in una piazza, attaccati da guardie a loro volta frustrate e mal ridotte dallo stesso governo che le manda a reprimere dei ragazzini, che chiedono solo un po' di giustizia, e di poter avere le stesse possibilità che hanno avuto quelli che oggi gliele tolgono. Non credo sia utile al dibattito dividere il mondo in buoni e cattivi. Anche perché chi siano i buoni e i cattivi in genere è la storia a deciderlo. Non certo noi, o un Dio esterno e infallibile inventato da noi. E più specificatamente sono quelli che vincono che decidono chi siano i buoni. Ovvero loro stessi.

Credo che nella piazza di martedì non vi fossero 50 o 100 imbecilli. Ma credo ci fosse una massa di persone a cui è rimasto davvero poco. Perché quando alle persone togli la speranza e la fiducia nel futuro, togli tutto. Lo sa bene la religione cattolica, che non dà niente ai suoi fedeli, se non una speranza nel futuro, nel dopo. Visto che per il presente non può e non vuole dare niente. Lo sanno bene i potenti, che si chiudono nei loro palazzi, al riparo dalle persone reali, che loro stessi stanno distruggendo.

Per questo ritengo riduttivo fare la predica. Anche se ritengo con te che la violenza possa essere poco costruttiva, se non controproducente. Ma non sempre tutto è razionalizzabile. Né controllabile. E a volte cercare di comprendere è meglio che predicare.