Le parole di un prete, don Giovanni dalla provincia trevigiana, che minano la serietà morale, sociale e culturale di un Paese sempre più in bilico

Pentimento, perdono, condono

7 / 4 / 2011

Ieri sera, guardando la trasmissione Exit su la7, mi hanno colpito le parole di don Giovanni, un prete del trevigiano dal nome quanto mai appropriato all'argomento affrontato nel programma.

Gli si chiedeva di esprimere il suo pensiero sulle recenti vicende riguardanti Berlusconi, e conseguentemente la sua opinione sul premier stesso.

Sono rimasto totalmente spiazzato da quanto dichiarato dal prete.

Egli offre comprensione e perdono al caro vecchio Silvio, additando chi lo prova a colpire (a suo dire politicamente) usando mezzi che politici non sono. Dal suo variopinto pensiero sono apparse ripetute frasi "fatte" che si possono sentire sulla bocca di chiunque, in questo periodo, si prodiga nel difendere il premier. Nei suoi confronti, don Giovanni predica(va) la necessità del rispetto della libertà individuale, l'errore nel "perseguitare" il personaggio in questione alla continua ricerca di ipotetiche erroneità per lo più comportamentali; ma soprattutto, ciò che mi ha profondamente, negativamente, colpito durante questa sua strenua, anche se a tratti leggermente velata, difesa del premier, è stato il suo continuo far riferimento alla possibilità che ad ogni uomo va concessa una seconda volta, alla necessaria tolleranza verso l'errore che è umana caratteristica, al non doversi scandalizzare di fronte a dei comportamenti che, sempre a detta del prete, sono quanto mai comuni ed anzi "normali".

Ma diamine, trovo tutto ciò assolutamente inconcepibile.

Un uomo di Stato, anzi il capo di uno Stato, penso non si debba giudicare con lo stesso metro qual quale si giudica un cittadino qualsiasi.

Un capo di Stato rappresenta più di ogni altro suo concittadino il proprio paese, è l'uomo che ha maggiore peso e risonanza (sia all'interno, che, soprattutto, all'esterno dei confini nazionali), è la figura che più di ogni altra si deve sentire obbligata all'esempio, è il personaggio principale in uno spettacolo dove milioni di persone sono soltanto comparse ed al protagonista si ispirano per avere la fortuna ed il successo che lui, senza ritegno, ostenta quotidianamente.

Non vedo pentimento da parte del premier, non vedo voglia di cambiare, non percepisco alcun desiderio di cambio di rotta, non sento in lui alcun pentimento o vergogna verso sè stesso e nei confronti di chi ha ferito ed ingannato con le sue feste e le sue menzogne a riguardo.

Inoltre, ed è questa la cosa che più mi dà "rabbia", lo considero artefice quasi globale del catastrofico sconvolgimento socio-culturale nel quale il Paese è ormai piombato da vent'anni a questa parte. Lui, con le sue televisioni, i suoi libri, le sue barzellette, e ci tengo a ribadire con le sue TELEVISIONI (l'innegabile canale principale nell'indottrinamento nazionale), ha letteralmente rovinato, distrutto, appiattito, la testa pensante di quasi tutti gli italiani...

E' lui il responsabile, per niente pentito ma anzi assolutamente orgoglioso, fiero e vanitoso per ciò che ha detto, fatto e continuerà a dire, e fare...

Esempio orribile per i giovani italiani, terremoto nella cultura che solo a causa sua è ormai imperniata su quello che passa canale 5 piuttosto che sull'ultimo libro di un autore pensante.

Inoltre, e qui finisco, mi sono stancato delle solite frasi fatte, di cui accennavo sopra, continuamente ripetute nella difesa di Berlusconi.

Il Presidente del Consiglio dei Ministri della Repubblica Italiana va immediatamente destituito se crede alla prima minorenne che gli dice di essere la nipote di Mubarak.

O è stato gabbato, o ci sta imbrogliando dall'inizio. In entrambi i casi, non è adatto a governare.

P.S. Non ce l'ho con canale 5 in sé e per sé, ma ce l'ho con canale 5 perchè fa dei programmi veramente inguardabili, ridicoli, culturalmente pessimi, insomma una merda...