("Tu hai paura che nella nostra vita io possa vivere la vita senza di te?")

fino alla fine

("Tu hai paura che nella nostra vita io possa vivere la vita senza di te?")

Utente: maya
11 / 3 / 2011

Una lacerante storia d’amicizia dove sono entrambe vittime e carnefici
l’una dell’altra.
Una promessa: rimanere per sempre insieme, fino alla fine, qualunque cosa
accada. Si innesca così un gioco malato le cui regole sono controllare la vita
dell’altra e allontanare chiunque possa far infrangere il loro giuramento. Tutto
è lecito pur di raggiungere il fine supremo: non cadere in preda alla
solitudine.
Entrambe però non giocano a carte scoperte. Una di loro custodisce
gelosamente un segreto che, come una tarma, corrode il loro legame alla radice
scuotendolo fino a farlo miseramente crollare. Un processo lento, graduale,
durato vent’anni che all’improvviso esplode con una forza dirompente.
Il cordone ombelicale si spezza e irrimediabilmente si giunge alla fine.
Una fine non voluta, alimentata dall’egoismo sfrenato di chi segue la propria
strada senza curarsi degli altrui liberi arbitrii.
Una fine dalla quale affiora una dolorosa verità: soli si nasce e soli si
muore, senza che nessuno riesca a conoscerci mai abbastanza, neppure chi ci vive accanto quotidianamente.

In scena al Teatro dei Contrari

(Via Ostilia 22, Roma)

dal 29 marzo al 3 aprile 2011

Testo e Regia Fabrizio Romagnoli

con Ilaria Antoniani ed Emilia Tafaro