X(Ics) Racconti crudeli della giovinezza>> X.04 Napoli

Motus - Racconti crudeli della giovinezza

9 / 10 / 2009

Una ragazza androgina, sui rollerblade, si aggira tra il pubblico prima che entriamo. Distribuisce un flyer. Oltre al volto della stessa giovane compare la scritta: "Mi sto cercando". E l'invito, a chi vive la stessa condizione, a lasciare un proprio messaggio al numero di un cellulare o ad un sito di Myspace. Un modo inusuale di comunicare e di condividere un malessere, un disagio adolescenziale diffuso.

Quella di Silvia, che ritroveremo sul palcoscenico quale corpo narrante, è la perdita e la ricerca d'identità. Personale e di una generazione, battezzata "incognita x" dal gruppo dei Motus.

Il progetto della compagnia riminese "X(Ics) Racconti crudeli della giovinezza", avviato dal 2007 con tappe in Romagna, Francia, Germania, si sofferma ora su Napoli per catturare immagini, volti, suoni, rumori, eludendo gli abusati stereotipi di certa microdelinquenza.

Il quarto movimento di questa ricognizione nasce dalla residenza/incursione tra i quartieri di Scampia e San Ferdinando: un ulteriore indagine nell'universo giovanile di periferie urbane dove si annidano spaventose solitudini, sogni e paure.

Uguali dappertutto. Vite allo sbando, o semplicemente disincantate, fragili, vulnerabili. Sospese fra noia e apatia. Figure inafferrabili con le quali è difficile trovare chiavi d'accesso. Nascosti dietro le cuffie di iPod. Nel suono di una chitarra elettrica. Nelle scorribande di skateboard. Nelle sfide di adrenalina da scaricare nel gioco pericoloso e incosciente di attraversamenti tra le automobili di notte. Nel balbettio di pensieri e malinconie tenute dentro o sussurrate attraverso sms: messaggi virtuali per esprimere ciò che le parole reali non riescono a dire.

Sul grande schermo, che campeggia quale finestra sul mondo, scorrono filmati. Palazzi, auto, luoghi di aggregazione di giovani, danze hip hop, vagabondaggi nei freddi centri commerciali o ai bordi dei marciapiedi. E corpi reali in scena che si confondono con le immagini virtuali frantumandosi nei pixel dello screen saver. Fluiscono parole scritte: "Forse sto aspettando", pensiero formulato come la nuvola di un fumetto da una figura di spalle seduta su una panchina. Oggetto emblematico del luogo di sosta. E dell'attesa. Simbolo d'utopia simile a quella di Malcom, nel romanzo di James Purdy, il ragazzo rimasto solo al mondo aspettando che "qualcosa di meraviglioso giunga". E intanto piovono scatoloni lanciati da dietro lo schermo che ci appare come un enorme videogioco da dove giunge anche un'astronave a rapire, chissà, progetti e desideri di fuga. Ma si rimane tra le mura domestiche, svelate in trasparenza dal monitor, appesi come corpo morto sulla cima di una scala. E resta solo il ricordo di un'anziana che racconta quei luoghi di un tempo.

Pur senza la pretesa di una reale analisi dei giovani di oggi, Daniela Nicolò e Enrico Casagrande dei Motus imbastiscono una rappresentazione verosimile dell'universo adolescenziale, per comprenderlo. Visivamente seducente, con bagliori di vita ed autenticità. Ma l'algida performance, nel linguaggio qua e là stereotipato, ci lascia piuttosto freddi, senza scarti emotivi. Perché è pur sempre lo sguardo distante di adulti a frugare nelle loro anime. Un universo imprendibile per la sua costante mutazione.

"X(Ics) Racconti crudeli della giovinezza X.04 Napoli"

ideazione e regia Daniela Nicolò e Enrico Casagrande,

Progetto Motus, Mercadante Teatro Stabile di Napoli,

Progetto Punta Corsara.  

12 febbraio 2010
Teatro Politeama, Cascina (PI)

www.motusonline.com