Anomalie urbane - Make worlds before buildings Venezia, 22-27 ottobre 2009

Luoghi comuni

Workshop di pianificazione, architettura, design, comunicazione, socialità.

Utente: mari
14 / 10 / 2009

Partecipano i collettivi Refunc, Do Knit Yourself, Guerrilla Gardening,  Magda Sayeg (Knitta Please), iStrike Foundation,  ASC (agenzia sociale per la casa) ed il gruppo Rebiennale.

Esistono  ambienti e spazi dimenticati in ogni realtà urbana che invocano la nostra attenzione ed  ambiscono ad una nuova dimensione comune,  offrendosi a noi come opportunità di espressione, di cooperazione, di azione e rigenerazione.

Visibili o inosservati, legati ai nostri desideri e al nostro vivere,  oppure rifiutati e rifuggiti, spesso nati già come non luoghi o aree di risulta, diventati contenitori di spontaneità urbane o segni tangibili di degrado e dimenticanza. Spazi interclusi, disponibili al progetto, ci stimolano ad una riconversione culturale che si innesti nell’eco-sistema sociale ponendosi come beni relazionali ed elementi di coesione urbana all’interno dell’habitat territoriale particolare.Veri e propri spazi del welfare,  non possono più essere luoghi di ‘nessuno’, in attesa di interventi privati, o di un Pubblico lontano:  possono e devono diventare Luoghi Comuni.

Cittadini, studenti, associazioni, gruppi di artisti ed architetti ne hanno discusso nei vari appuntamenti  del ciclo di autoformazione nato dall’Onda Anomala di Venezia  "Anomalie Urbane", attraverso  i racconti e le speculazioni teoriche dei membri del gruppo Archizoom;  l’analisi degli spazi, del tempo e dell’individuo (sia come creatore che come fruitore) nel loro rapporto con l’architettura contemporanea;  il ruolo della spontaneità e della radicalità nel processo genealogico dei nuovi orizzonti espressivi; la riqualificazione urbana e sociale dei quartieri attraverso la lotta per il diritto all'abitare e per spazi di produzione culturale indipendente (Asc, Urban Code, Laboratorio Morion); la sostenibilità nella pianificazione e nel progetto; le modalità della progettazione partecipativa;  il riuso e l’autorecupero dei materiali e degli spazi (insieme a Exzyt e Rebiennale);  la stretta relazione tra le emergenze  e l’esigenza del rifiuto degli iter e delle speculazioni private o istituzionali che necessita di risposte urgenti e comuni (i migranti e i conflitti nella metropoli del terzo millennio ed il loro rapporto con la governance, indagati insieme al collettivo  STALKER, e a Laura  Fregolent,  o l’analisi e le possibili soluzioni per la questione abitativa  di cui abbiamo parlato con Andrea Branzi e Giovanni Caudo).

Oggi la fotografia della città di Venezia, nella sua specificità territoriale,  mostra la realtà dell’esodo e del degrado abitativo, della messa a valore della sua essenza storica e dei suoi monumenti, del suo ruolo di laboratorio della precarizzazione,  all’interno della fabbrica della cultura, di quelle soggettività produttive cognitive post-fordiste, che subiscono in primis gli attacchi ed i tagli alla ricerca, all’università, allo spettacolo, alla cultura.In tale contesto questi succitati spazi possono diventare luoghi comuni di socialità e di cooperazione  tra chi vive la città e chi la attraversa (in particolare studenti e docenti ma anche artisti e architetti),  tra chi ne usufruisce e chi la crea, tra la popolazione residente e la popolazione quotidiana od occasionale. Le pratiche di riappropiazione, condivisione coinvolgimento e fruizione stanno alla base della creazione di un habitat condiviso.

Il workshop si snoda in una serie di interventi ‘deboli e diffusi’ che nel quartiere di Santa Marta, insieme agli abitanti e agli studenti delle facoltà di architettura e design, e a Cà Tron nella sede della facoltà di pianificazione,  intrecciandosi con il workshop “Giardini Segreti”, mirano a creare situazioni che permettano tramite  nuovi spazi di fermata la permanenza dell’outsider e fungano da blocchi di flusso. Obbiettivo è facilitare a Santa Marta un’interazione tra diverse identità  che coabitano senza dialogo nella stessa area,  trasformando spazi 'inerti' e di passaggio in connettori sociali e permettere  invece a Ca Tron lo sviluppo del rapporto tra studenti e città.

Il Workshop si apre il 22 Ottobre - ore 11.00 presso la sede IUAV dell’ex cotonificio di Santa Marta,  con una conferenza tenuta dal collettivo Refunc, da Lucia Babina di iStrike, dal gruppo Rebiennale e dall’Asc.

Al termine dell’incontro seminariale: apertura ed allestimento di un cantiere sociale nel quartiere popolare di Santa Marta,  in cooperazione  con residenti ed occupanti. Nei giorni 23 e 24 ottobre si realizzeranno vari manufatti a partire dai materiali forniti da Rebiennale agli studenti e alle comunità e reti coinvolte nel progetto. Le metodologie scelte di autorecupero e autocostruzione, strumenti innovativi e antispeculativi, implicano la salvaguardia del legame  storico-affettivo con il luogo per gli abitanti coinvolti, di quello relazionale con il territorio (sia per chi attraversa  gli spazi, che per chi vi progetta e realizza)  nonché l’abbattimento dei costi economici e la creazione di rapporti.

Dalla mattina del 27 ottobre l’appuntamento è presso la sede di Pianificazione della Facoltà Iuav, nella sede di Cà Tron, dove insieme ai colletivi Do Knit Yourself e Guerrilla Gardening, e a Magda Sayeg, si prosegue il lavoro iniziato nel mese di giugno dal laboratorio ‘Giardini Segreti’, analizzando alcune proposte progettuali formulate dagli studenti, verificandone la fattibilità in relazione alla specificità e alla storia del luogo, e realizzando una serie di installazioni atte alla riqualificazione del giardino e degli ambienti retrostanti che saranno allestiti per ospitare gli  artisti e gli architetti invitati ad intervenire e collaborare.

per info e iscrizioni: [email protected]

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