Sguardi tra Sud e Nord

Terra di Tutti Film Festival 09

Quattro giorni, quaranta ore di programmazione, mostre fotografiche, performance e musica. Parte la terza edizione del Terra di Tutti Film Festival. Migrazioni, ambiente, donne, diritti umani, sviluppo sostenibile. A Bologna le immagini dal mondo.

8 / 10 / 2009

Non poteva che iniziare con uno dei documentari migliori che abbiamo visto quest'anno, quel Come un uomo sulla terra di Andrea Segre, dove la voce diretta dei migranti etiopi sulle brutali modalità con cui la Libia sta operando il controllo dei flussi migratori dall’Africa, ci lascia senza fiato. Questo il titolo d'inizio della terza edizione del Terra di Tutti Film Festival, quattro giorni di proiezioni ed eventi che ci raccontano il Sud del Mondo, con un occhio all'integrazione e ai nostri territori. Sono le due ong Cospe e Gvc a portare a Bologna immagini dal mondo, concentrandosi su tematiche spesso ignorate o dimenticate, come sviluppo sostenibile, migrazioni, ambiente e sicurezza alimentare. Circa 40 le ore di programmazione al Cinema Lumière, dedicate alla proiezione delle migliori opere in concorso, selezionate tra le oltre 140 produzioni iscritte a questa edizione. Le proeizioni verranno intervallate ed accompagnate da performance musicali dal vivo, dj set, dibattiti e mostre fotografiche. E in più eventi collaterali come la serata dedicata alle culture giovanili che si terrà al Tpo di via Casarini e l'incontro con il Festival della cooperazione internazionale con la giornata dal titolo La terra nelle nostre mani. Il tutto a ingresso gratuito.

Le proiezioni sono divise per temi, giovedì 8 ottobre dalle 20.30 si parla di Fortezza Europa, con il già citato documentario di Segre ad inaugurare e poi “O'Scia. La frontiera” di Lorenzo Galeazzi e Danilo Monte, viaggio nella Lampedusa del 2008 e ancora  le difficili condizioni di vita dei migranti che sbarcano a Malta messe in luce da Giuseppe Bucca, Enzo Dimasi, Gilberto Mastromatteo, Loris Zamparelli nel documentario “Le Croci di Malta”. Il TTFF09 parte sicuramente legato all'attualità terribile che ci riporta il Mar Mediterraneo, tra respingimenti e morti. Un taglio ben preciso che continua nella serata con la proiezione di “Il nemico Interno, Musulmani a Bologna” di Federico Ferrone, Claudio Giapponesi, Michele Manzolini, lavoro dove la convivenza viene raccontata attraverso i ritratti di due figli d'immigrati marocchini cresciuti in Italia: Adil e Hayat. E ancora  “Ravalejar” di Stefano Nicoli , un reportage di viaggio attraverso Barcellona e le storie delle sue donne.

Il secondo giorno si concentrerà sul filone della salute, sezione tra cui segnaliamo Le vie dei farmaci di Michele Mellara e Alessandro Rossi, lavoro che analizza il problema dell’accesso ai farmaci essenziali nei Paesi in via di Sviluppo dal punto di vista economico, politico, medico e sociale. E ancora  la questione idrica, con tre film dedicati tra i quali  Be water, my friend di Antonio Martino che racconta la disperazione e la rassegnazione degli ex pescatori di Muynaq, piccola cittadina sulle ex sponde del Lago di Aral (Uzbekistan). La città, ormai fantasma, e i suoi abitanti, sono vittime di un inarrestabile disastro ambientale in atto ormai da decenni.
Nella serata del 9 ottobre si parlerà invece di culture giovanili sia con la programmazione al Cinema Lumiere, che con l'evento collaterale al Tpo, quest'ultimo dedicato alle culture giovanili direzione Sud, che vedrà la proiezione di quattro film tra i quali “Cartoon News” di R. Sivelli, M. Assone, A. Comandini, una produzione Italia, Repubblica Ceca, Ungheria e Vietnam. E''un telegiornale a cartoni animati che tratta i problemi del mondo raccontati tramite notizie sconcertanti come l'abbandono del polo da parte dei pinguini o il razzismo che non avremmo mai pensato essere nella geometria. A seguire l'incontro tra hip hop marocchino e quello italiano con l'esibizione di Fatshow, il volto femminile del rap marocchino e del Lab. hip hop Arena 051 - Concerto, tra l'altro ancora a rischio per questioni di permesso di visto negato dal Marocco all'artista marocchina - .

Sabato 10 ottobre verranno esplorati i filoni “Terra Agreste”, “Biodiversità”, “Borders” e l'interessante sezione “Mujeres al Sur” con le proiezioni di “Secret de femmes, paroles d’hommes” di Marc Decosse e Eric D’Agostino, film che racconta la pratica dell'escissione in Mali, dove è stata praticata al 91% della popolazione femminile tra i 15 e i 49 anni. La condizione delle donne nella società malgascia, una delle più povere al mondo viene indagata in “Under the lights of Tana” (Bajo las luces de Tana) di Joan Soler.  Mentre “Canzone per Amine” di Alberto Bougleux  chiude la sezione con la storia delle lotte delle madri e delle famiglie dei cittadini algerini rapiti dagli agenti dei servizi segreti e della sicurezza militare.

Il festival si conclude domenica 11 ottobre con un focus sul Senegal, uno sguardo alle Terre Negate come la Palestina, il Saharawi e il Kurdistan turco. E un po' come è iniziato, tornando all'Italia e al razzismo ormai istituzionale, l'ultima proiezione “Il mio nome è Emmanuel” di Andrea Tinari, ci racconta la vicenda di Emmanuel Bonsu, studente di origine ghanese, scambiato per uno spacciatore, pestato e insultato presso il comando dei vigili urbani di Parma, nella notte del 29 settembre 2008. Le foto che ritraggono il volto tumefatto e umiliato del ragazzo, scattate dagli stessi agenti poco dopo il pestaggio, sono state pubblicate e trasmesse, con grande scalpore, dagli organi di stampa italiani e anche stranieri. Sul caso Bonsu le indagini sono ancora in corso e, in attesa della sentenza, tutti gli agenti coinvolti sono stati sospesi. Attraverso le testimonianze degli amici e degli avvocati di Emmanuel, i pareri della gente per strada, ma anche del comitato "spontaneo" nato in sostegno della polizia municipale di Parma "Senzanullaincambio". Una pellicola "censurata" nei cinema parmensi per assurdi motivi di par condicio, perchè i vigili accusati del pestaggio erano tutti sotto processo.

Insomma un festival che darà tanti spunti di riflessione sul presente. Per capire dove stiamo andando e cosa si può fare per cambiare. Con lo sguardo tra il sud del mondo e i nostri territori.

Il programma del TTFF09

come un uomo sulla terra