Tempi bui ad Istanbul

Un reportage grafico sulla deriva autoritaria che si è abbattuta da diversi mesi in Turchia

14 / 12 / 2016

Da quando ha fatto irruzione sulla scena politica turca Recep Tayyıp Erdoğan ha avviato un processo di centralizzazione del potere chiudendo progressivamente gli spazi di democrazia. Da primo ministro, carica che ha ricoperto ininterrottamente dal 2003 al 2014, si è contraddistinto in particolare per la violentissima repressione del movimento nato attorno alla difesa del parco Gezi.

In seguito alla vittoria nelle elezioni presidenziali dell’agosto del 2014, ha amplificato la sua azione repressiva, militarizzando il Paese e provando a lanciare la Turchia nella sfida per l’egemonia regionale, diventando uno degli attori della guerra in Siria ed in Iraq. 

Di fronte all’avanzata dell’Isis, giunto alle porte del Paese, il regime di Erdoğan ha sempre avuto un atteggiamento ambiguo. Spesso il sedicente Stato Islamico è stato visto come un alleato, contro la tenace resistenza curda che si stava aggregando attorno ai cantoni del Rojava e delle zone limitrofe, e favorito attraverso incursioni militari nel nord della Siria e tramite una gestione del confine turco-siriano funzionale all’indebolimento del fronte curdo.

Anche sul fronte interno, il popolo curdo e le sue organizzazioni hanno subito una feroce campagna repressiva. Erdoğan ha risposto all’affermazione del Partito democratico dei popoli (Hdp), filo curdo e di sinistra, alle elezioni del giugno del 2015 e quelle di novembre dello stesso anno, con la guerra. 

Una guerra che, dopo il fallito golpe dello scorso luglio e l’accordo con l’Ue per la gestione dei flussi migratori verso l’Europa, è stata condotta nel silenzio dei media internazionali. Il “contro golpe” di Erdoğan è stato segnato da migliaia di arresti, licenziamenti di massa, blocchi dei social network e attentati, che da oltre un anno stanno sconvolgendo l’intera Turchia.

La svolta antidemocratica di Erdoğan è all'apice. Siamo tornati nell'era delle purghe, della delazione, una rinnovata forma di fascismo: alle porte dell’Europa, nel 2016.

Cartoline da Istanbul 1

Cartoline da Istanbul 2

Il giornalista Alberto Tetta, il fumettista Gianluca Costantini e la fotoreporter Francesca Tosarelli ci danno, in questo graphic reportage, uno spaccato di quanto avviene in Turchia e di come la scure repressiva di Erdoğan colpisce esponenti del mondo dell’arte e della cultura, giornalisti ed attivisti politici.

Gli Autori

Gianluca Costantini è un disegnatore e artista visivo che indaga il reale da più di 15 anni. Insegna Arte del fumetto all’accademia di Belle arti di Bologna. twitter.com/channeldraw – blog 

Alberto Tetta/Francesca Tosarelli/Matchbox Media Collective

Alberto è un giornalista e producer freelance. Istanbul è la città che chiama casa. twitter.com/albertotetta – blog

Francesca è fotogiornalista, camerawoman e crossmedia director. twitter.com/mskalas – blog

La graphic novel in formato pdf