«Spazio allo sport»

Il report del primo appuntamento di Sherwood Open Minds allo Sherwood Festival

12 / 6 / 2018

Il 9 giugno si è tenuto  al Festival di Sherwood il primo appuntamento di Sherwood Open Minds, un ciclo di trasmissioni di Radio Sherwood aperte al pubblico. La tematica, racchiusa nel titolo, ha dato, di nome e di fatto, “Spazio allo Sport”.

A confrontarsi Davide Drago, redattore di Sport alla Rovescia e portavoce della Polisportiva S. Precario di Padova, e, in collegamento telefonico, Daniele Minnitti della Polisportiva Popolare l’Atletico S. Lorenzo di Roma e Angelo Scrofani de I Briganti Rugby di Catania.

Da due anni a questa parte a Padova son sorte esperienze che, dal basso, portano avanti un fine precipuo di rivitalizzazione degli spazi pubblici, pensati inizialmente per lo sport ma lasciati per lungo tempo in stato d’abbandono da parte delle amministrazioni. “Spazio allo sport” è il progetto della Polisportiva S. Precario che mira a mappare i luoghi che hanno subito un destino di incuria, per riprenderli e riconcederli al pubblico.

Anche Quadrato meticcio e la Palestra Galeano, sempre sul territorio patavino, fondati con lo stesso fine, contrastano l’uso privatistico degli spazi pubblici e garantiscono la possibilità di un accesso libero allo sport, lavorando nel quartiere e facendo rete con le altre realtà presenti in Italia.

L’Atletico S. Lorenzo sorge invece in uno dei quartieri romani conosciuti per il prolificarsi negli anni di esperienze politiche e sociali più all’avanguardia, sede di un quartiere universitario per eccellenza di Roma, che però, d’altro canto risulta essere pericolosamente erosa da logiche di gentrificazione.

Il “sogno dell’Atletico” sta nel garantire l’accesso gratuito allo sport e dimostrare il valore delle attività offerte dalla Polisportiva. Non a caso, la partecipazione ai campionati federali è un modo per attestare la competitività di una realtà che nasce dal basso ed è tutt’altro che fuori dall’agonismo.

È qui che, non a caso, si ricorda come le categorizzate a spregio ‘dilettanti’, facenti parte della Nazionale Femminile Calcistica Italiana, siano quest’anno al mondiale, mentre dall’altro lato i “professionisti” siano a casa.

I Briganti Rugby, nascono invece a Librino, in piena zona periferica di Catania, un quartiere che conta 60 mila abitanti nota alle cronache per un’alta incidenza malavitosa. Il campo sussistente nel quartiere venne creato in occasione delle universiadi nel ’97 e lasciato poi inutilizzato per decenni, fino a quando nel 2012, è stato restituito alla cittadinanza. Non a caso i briganti facevano questo: difendere la propria terra e cacciar fuori i poteri forti.

Purtroppo la notte del 10 gennaio 2018 la club house dell’associazione sportiva è stata luogo di un incendio doloso.

A questo scopo distruttivo si è contrapposta la risposta dei ragazzi più piccoli che, con entusiasmo, hanno continuato a fare allenamento, dando sostegno a quanti, sconfortati, avevano perso ogni speranza. Tanta ed immensa è stata la solidarietà ottenuta da tutte le realtà sportive popolari presenti in Italia.

Se si potrebbe pensare che I Briganti siano “ripartiti” dopo questo duro colpo, i tanti, protagonisti di questa esperienza, potrebbero correggere il tiro, specificando che il ripartire presupporrebbe una resa, una battuta d’arresto, ma a Librino mai e poi mai si è mollata la presa, continuando sempre per la propria strada.

Ad Open Minds si sono quindi interconnesse tre zone differenti d’Italia, rispettivamente nord, centro e sud, diverse esperienze per modalità e attività ma accomunate da due rilevanti elementi: il recupero di spazi abbandonati e la creazione di un’alternativa sociale all’individualismo sterminato che da anni a questa parte si fa largo nelle nostre città.

Il fine sta nell’opporsi ad uno sport mainstream che colloca profitto e business come pilastri fondanti, continuando invece a diffondere realtà di sport indipendente e popolare che offrono viceversa la possibilità di far sport con costi accessibili, senza distinzioni o discriminazioni di sorta.

La speranza sta nella dilatazione e contaminazione di queste esperienze sociali, affinché luoghi ameni siano ripubblicizzati e rivissuti da e per i cittadini, fuori da ogni mera occasione di facili introiti, per uno sport che sia davvero diritto per tutte e tutti.