#Sherwood15 - Ma quale ideologia del gender?

I video del dibattito svoltosi allo Sherwood Festival

7 / 7 / 2015

Sherwood Festival ospita questa settimana “Sherwood for Rights”, una serie di tre incontri dedicati alle tematiche dell’educazione, dei diritti delle famiglie (tradizionali e non), e del rispetto delle differenze sessuali, di genere e di orientamento. Nel secondo incontro, che ha avuto luogo il 2 luglio nello spazio Zoom Out, è stato proposto un momento di informazione e approfondimento sulla tematica della cosiddetta “ideologia del gender”. Attraverso gli interventi dei nostri ospiti, abbiamo cercato di mostrare come quest’espressione venga utilizzata dagli estremismi di destra e dalle frange più conservatrici della Chiesa per contrastare ogni tentativo di avanzamento dei diritti delle donne e delle persone non eterosessuali.

In molt* hanno partecipato al dibattito “Ma quale ideologia del gender?”. In questa occasione abbiamo parlato con Sara Garbagnoli, dottoranda in sociologia all’EHESS di Parigi, con Lorenzo Bernini, ricercatore in filosofia politica a Verona, e con Leonardo Bianchi, giornalista di VICE, del dispositivo retorico “ideologia/teoria (del) gender”.

Sara Garbagnoli ci ha spiegato la genesi del lemma “ideologia/teoria gender” riconducendola alle strategie del Vaticano e la transnazionalità dei movimenti omofobi (come la Manif pour tous); Lorenzo Bernini ha portato chiarezza sulle differenze tra questa presunta ideologia/teoria e i queer e gender studies (al plurale) e sulle definizioni di sesso, genere, identità di genere e orientamento sessuale; infine Leonardo Bianchi ci ha illustrato le dinamiche di piazza dell’ultimo Family Day, rendendo conto degli attori politici che hanno preso parte a questa espressione della paranoia ultracattolica.

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Sara Garbagnoli:

La nebulosa espressione « ideologia del genere », così come le sue fantasiose e numerose varianti – « teoria del genere », « teoria del genere sessuale », « teoria del genere queer », « ideologia delle femministe del gender » – non sono concetti o categorie analitiche, ma sintagmi inventati dal Vaticano a fini polemici e politici reazionari. Tali espressioni hanno cominciato a diffondersi in modo virale nel campo mediatico e politico di numerosi Paesi, non solo europei, nel corso dell'ultimo triennio. Il fenomeno ha per ora principalmente toccato due contesti nazionali di tradizione cattolica, la Francia e l’Italia. Si tratta di due Paesi che sono attualmente attraversati da accesi dibattiti politici che riguardano, da un lato, la questione delle discriminazioni subite dalle persone omosessuali, trans, queer (e eventuali loro figlie e figli) e l’opportunità di prevedere riforme giuridiche che contribuiscano a ridurre tali discriminazioni (se non ad eliminarle) e, dall'altro, la questione degli stereotipi e della violenza di genere e di come la scuola pubblica possa non solo non riprodurli, ma essere un luogo che promuova l'uguaglianza di opportunità tra i sessi.

Leggi l'intervista su Global Project

Rivista internazionale di studi di genere

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Lorenzo Bernini:

[…]in molte e molti, tra cui l’autore di questo articolo, restano convinti che le minoranze sessuali non abbiano bisogno di giustificare le loro rivendicazioni facendo appello a quella idea di totalità che è sempre stata utilizzata per discriminarle ed escluderle. Lungi dall’essere stati definitivamente liquidati, gli studi di genere e le teorie queer continuano a essere praticati nelle università e nella società, e le fluttuazioni del significante gender continuano a turbare chi, in nome di quel Dio che nel pensiero occidentale dell’universale è diventato archetipo, vorrebbe imporre un ordine stabile alla sessualità.

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Leonardo Bianchi:

La premessa fondamentale da fare è che questa "teoria (o ideologia) del gender" non esiste, sebbene anche il Papa ne abbia parlato più volte definendola come "uno sbaglio della mente umana." Secondo i suoi oppositori, questa perversa ideologia vorrebbe annullare le differenze di genere e distruggere la famiglia—e quindi la società—tradizionale.

Nelle versioni più estreme, "l'ideologia gender" è una specie di lavaggio del cervello calata dall'alto dall'ONU per trasformare tutti i bambini in potenziali carristi del Gay Pride, se non direttamente una forma di pedofilia. Per il parroco di Arosio (Como), l'ideologia del gender è addirittura " più pericolosa dell'Isis."

Intorno a questo monolite—che alla fine è una strumentalizzazione reazionaria dei gender studies, che però sono tutt'altra cosa—si sono saldati e ricompattati i movimenti cattolici più oltranzisti, pezzi rilevanti della Chiesa e i partiti di estrema destra.

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