La storia di Valerio Verbano liberamente tratta dal libro di Carla Verbano con Alessandro Capponi “Sia folgorante la fine”
di e con Alessandra Magrini
Sonorità, video, luci e aiuto regia: Francesco Marchese
Conpartecipazione straordinaria di Carla Verbano nel ruolo di se stessa
Con la performance dei ragazzi della palestra popolare Valerio Verbano
Scenografia e assistente regia Giulia Di Nallo
“Via Monte Bianco, quarto piano, uscendo dall’ascensore a destra. Ma tanto la strada la conoscono. Aspetto gli assassini di mio figlio”
Valerio Verbano, diciannove anni,il 22 Febbraio 1980 viene ucciso con un colpo di pistola alla nuca, nella sua casa di Montesacro, a Roma.
I genitori sono imbavagliati e legati nella stanza accanto.
Valerio, vicino all’area dell’ Autonomia Operaia, stava compilando un dossier che dimostrava i collegamenti tra alcuni gruppi di estrema destra e gli apparati statali.
Carla Verbano, una madre lontana dalla vita politica nella quale suo figlio è attivista, si trova improvvisamente catapultata nella cruenta realtà di quegli anni.
Dopo la morte di Valerio: dossier riconsegnati a metà,
giudici ammazzati, reperti mai restituiti alla famiglia.
Carla non si arrende all’assurdità degli eventi, mettendosi in gioco in prima
persona, ricostruendo minuziosamente date, nomi e fatti.
Come Caronte, traghetta le nostre anime in un viaggio negli anni di piombo.
Irrompe come una lama di ghiaccio rovente, la rabbia di una madre che riesce
con schiettezza e precisione a raccontare una storia che non dovrebbe mai
essere dimenticata, nell’ Italia dei segreti di stato, mostrata senza filtri.
In teatro,la storia di Carla tratta dal
suo libro: una donna che a 50 anni ha imparato a sparare - estrema ratio contro
le minacce; a 80 anni a navigare in internet- per cercare gli assassini, per
incontrare i compagni di Valerio su facebook , la sera, davanti al suo PC,
nella stanza dove ancora c’è lo stesso divano dal quale suo figlio la chiamò
per l’ultima volta.
Alessandra Magrini, Attricecontro, ancora una volta si mette in gioco
interpretando quello che la sua coscienza sociale leimpone di trasmettere, convinta che il teatro
sia strumento importante per istigare lo stimolo al cambiamento.
Insieme ai testi teatrali, all’ interpretazione mai scontata, veloce e
incisiva, ci sono le incursioni video a raccontare il dolore senza mai cadere
nell’autocommiserazione.
Note di Regia
Dopo il successo del reading, “Rosso Vivo” debutta nella versione teatrale.
In scena una madre che trae dal suo dolore la forza di divenire una guerriera in cerca di giustizia.
Avvolto nelle luci di una camera oscura, una giovane ombra scatta fotografie, è Francesco Cogliati Dezza un giovane studente del Colletivo del Liceo Mamiani, un ponte tra passato e presente, una testimonianza di quanto sia ancora viva la figura di Valerio Verbano anche nei giovanissimi.
Carla cerca la verità, provando a sciogliere una matassa connodi incomprensibili che la conducono in uno scontro frontale con la debolezza, con la forza, con l’ostinazione.Dopo 31 anni di domande insolute per la prima volta la speranza assume concretezza, il caso di Valerio è stato riaperto ed è rispuntato fuori anche il dossier, di cui grazie ad un’articolo di Giovanni Bianconi, Carla riconosce la grafia del figlio.
In scena una performance di arti marziali a cura della Palestra Popolare Valerio Verbano, che preparerà anche Francesco alla sua azione scenica, ci porterà indietro nel tempo, per ricordarci il clima di quegli anni.
Presente e passato sono li con le armi e silenziatori fatti a mano, anche Carla è presente ed oggi più che mai si mette in gioco anche sul palco per chiedere a più di trent’anni di distanza “giustizia per Valerio”.
ROSSO era l’ideale
ROSSO, come la passione di una madre che continua a lottare ogni giorno
ROSSO, come sangue e dolore che si fondono
ROSSO, come le scritte sui muri che urlano dal cemento
ROSSO, come il sole giovane che non può morire
ROSSO VIVO come Valerio, Valerio Verbano
Alessandra Magrini
Prenotazioni 06.066875550
Per info e contatti con AttriceContro: 334 3358006