La prospettiva ambientale come dispositivo di critica generale alla crisi dello sviluppo capitalista

Ritorno alla Terra

Eccellente testo di Vandana Shiva per Fazi Editore

Utente: gianmarco
21 / 8 / 2010

Fazi Editore ha pubblicato questo nuovo testo di Vandana Shiva da pochi mesi, facendo molto bene a valorizzarlo nel proprio catalogo.

Il testo rappresenta un outlook dei lavori di Shiva, che, da Fisica, capì come la sua disciplina fosse asservita alla cultura sviluppista socialista ed abbandonò la collaborazione con lo sviluppo nucleare in India.

La modernità della lettura di Shiva è straordinaria: mai come ora la crisi climatica è il paradigma della caduta degli dei del Capitale e ci sono spazi enormi non solo per la critica, ma per discutere di come si esca dalla terrificante crisi in essere (solo) con un radicale system change.

Scrive l'autrice: “la soluzione al caos climatico non è il cambiamento delle fonti energetiche, dal combustibile fossile al nucleare, ai biocombustibili e alle grandi centrali idroelettriche. La soluzione è il cambiamento del modello”. 

Detto tra parentesi, non abbiamo letto parole troppo radicali su questo da parte di Petrini, estensore della Prefazione  all'edizione italiana, la cui organizzazione si è purtroppo dissociata dalla bellissima iniziativa di bonifica dalla coltivazione OGM fatta a Vivaro dagli attivisti dell'Associazione Ya Basta!.

Innanzitutto viene letteralmente demolito il concetto di sviluppo, etnocentrico ed etnocida, e la sua metrica di misurazione: falsa e pressapochista come dimostrano i passaggi sulle esternalità ambientali, già evidenziate da Pigou, e l'uso politico delle sovvvenzioni statati -utili i riferimenti ai lavori di Georgescu- Roegen.

Quindi vengono annientate le alternative “sostenibili” alla fine dell'era del combustibile fossile, siano esse l'opzione termonucleare, i biocombustibili, il mega-eolico, il mega-solare.

Non solo, ma con la semplicità straordinaria di espressione che ha questo think thank globale, viene dimostrato come gli accordi internazionali da Kyoto in poi abbiano previsto solo degli inefficaci dispositivi di mercato che hanno l'effetto di salvaguardare i processi di privatizzazione dei beni comuni riservando questo "nuovo mercato" solo a chi è responsabile dell'inquinamento globale.
Un po' come dare la delega antimafia a Messina Denaro.

Ci si riferisce in particolare al Clean Development Mechanism che regola il mercato dei crediti di inquinamento e che i movimenti globali hanno contestato a COP 15 in Copenhagen e contesteranno a COP16 a Cancun.

Shiva attacca l'applicazione della cultura d'impresa e della governance capitalistiche alla produzione "biologica", laddove le imprese transnazionali stanno continuando la loro colonizzazione “legale” convertendo le loro monocolture intensive alla produzione "biologica".

Leggiamo: “Perseguire la crescita economica mentre l'ecosistema crolla è un segno di stupidità, non di saggezza. La Democrazia della Terra inizia e finisce con le leggi di Gaia: rinnovabilità, conservazione, entropia e diversità. La soluzione al cambiamento climatico inizia con le culture e le comunità che non vi hanno contribuito”

Il testo di Vandana Shiva ha anche un altro grandissimo pregio: ci ricorda che l'agenda di movimento è davvero globale, che sono finiti – per fortuna- i tempi in cui si poteva essere "provinciali" e pensare che i processi di trasformazione potevano essere limitati territorialmente od escludere la prospettiva della critica ambientale perchè secondaria.

Da leggere prima di andare a Cancun. Dove verrà anche l'Autrice.