una fotografia senza frontiere

Rencontres de Bamako

Ottava edizione dei Rencontres de Bamako - Biennale africaine de la photographie

7 / 11 / 2009

Nel nome di una fotografia realmente senza frontiere, Les Rencontres d’Arles presentano, tra apprezzamenti e qualche polemica, l’ottava edizione dei Rencontres de Bamako

Lo scorso 10 luglio, nell’ambito delle giornate inaugurali de Les Rencontres D’Arles, si è svolta, presso le Cour de Bureau du Festival, una conferenza molto particolare.

Davanti ad una platea gremita e fiaccata dal sole pomeridiano è stata infatti presentata l’8ª edizione dei Rencontres de Bamako - Biennale africaine de la photographie. Si tratta di una manifestazione artistica, dal carattere internazionale, che avrà luogo nella capitale maliana dal 7 novembre al 7 dicembre prossimi e che, come ormai consuetudine, punterà a promuovere una serie di scambi artistico-culturali tesi a trasformare la città di Bamako in un polo culturale internazionale, capace di testimoniare la grande ricchezza e vitalità della fotografia prodotta in questo Paese. Ma non solo. Questi Rencontres vorrebbero infatti, da un lato, diventare una piattaforma di scambio e di dialogo che permetta ai fotografi africani di valorizzare le loro opere nel mondo, dall’altro, diventare una grande vetrina attraverso la quale il neofita pubblico africano della fotografia possa imparare a conoscere meglio questo mezzo d’espressione. Dalla sua creazione, avvenuta nel 1994, i Rencontres di Bamako hanno infatti permesso la scoperta di moltissimi talenti africani inserendosi, a buon diritto, nel quadro dei Festival fotografici più interessanti a livello mondiale. Posizionata temporalmente tra Les Rencontres d’Arles, partner ufficiale di questa edizione, ed il Paris Photo, essa concorre quindi attivamente all’emersione di un nuovo profilo identitario della fotografia africana.

Tuttavia, nonostante il successo di questa formula, una nuova pagina si sta aprendo per questa manifestazione che, dopo la lunga direzione di Françoise Huguier, ideatrice dell’evento, e di Simon Njami, passa ora nelle mani di Samuel Sidibé, affiancato dalla direzione artistica di due donne: Michket Krifa e Laura Serani. Questa nuova squadra ha quindi scelto di affrontare il tema delle frontiere = Frontieres, intese non solo nella loro accezione di “confini di stato”, ma anche di barriere economiche, culturali e comunicative tra il Nord e il Sud del mondo: «una nozione attuale e paradossale - affermano le due direttrici artistiche - in un mondo in cui, da una parte, si proclama e si attua l’abbattimento delle frontiere politiche ed economiche mentre, dall’altra, si erigono muri per mantenerle». Le esposizioni, le proiezioni, i premi e le conferenze che verranno proposti durante questa Biennale proveranno quindi a delineare ed analizzare i differenti aspetti di questa realtà complessa, coinvolgendo nel progetto alcuni dei quartieri più popolari di Bamako e portando avanti, contemporaneamente, anche un lavoro di sensibilizzazione sia nelle scuole che nelle università. Ai lavori di alcuni fotografi africani affermati, come, Seydou Camara, verranno quindi affiancati quelli di giovani emergenti e di grandi personalità del panorama fotografico internazionale, primo fra tutti Martin Parr.

Tuttavia la scelta di esporre proprio il suo lavoro, intitolato Luxury, dedicato alla ricchezza e ai modi di ostentarla, ha generato qualche perplessità nella platea arlesiana, la quale, attraverso una serie di interventi, si è posta il problema di come il pubblico africano avrebbe recepito questa esposizione, dimostrando purtroppo, ancora una volta, quanto sia difficile per gli occidentali prescindere da una visione superficiale e “caritatevole” di questo Continente. Una prospettiva retorica, molto diffusa e difficile da scardinare, a cui Sidibé sembra proprio non voler sottostare: «La direzione in cui lavoro è quella di permettere al pubblico e ai professionisti della fotografia africana di conoscere il lavoro prodotto nel resto del mondo […] Bisogna uscire una volta per tutte da questa logica che tende a rappresentare unicamente gli aspetti più miserabili della realtà africana. In Africa ci sono sicuramente molti problemi e molti poveri, ma anche una grande tradizione culturale ed una classe borghese forte e benestante.»

Les Rencontres de Bamako - Biennale africaine de la photographie sono una produzione del Ministère de la Culture du Mali e di Culturesfrance, realizzata in collaborazione con le Musée National du Mali, le Musée du District de Bamako, Dupon e Picto.

dal 7 novembre al 7 dicembre 2009

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