Parma - Io sono mia!

Dal 24 al 28 novembre in Casa Cantoniera teatro, fotografia, dibattiti e cinema contro la violenza sulle donne.

23 / 11 / 2010

Mia è la dignità, mio è il piacere, mia è la beltà,

mio il coraggio, mia la lotta …mia la libertà.

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In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne la Casa Cantoniera presenta una serie di eventi che pongono al centro del dibattito noi donne, i nostri corpi, la nostra sessualità e il nostro desiderio di riscatto dai soprusi che subiamo ogni giorno.

Oltre al dibattito di giovedì 25 novembre, che vedrà la partecipazione delle operatrici del Centro Antiviolenza, del Centro Informazione Sterilizzazione Aborto e del Consultorio pubblico Lubiana di Parma, la Casa Cantoniera presenterà nel corso della settimana, dal 24 al 28 novembre, diverse opere, dal teatro al cinema, dalla fotografia alla musica, di artiste accomunate dalla voglia di rompere il muro di silenzio e di isolamento che ci soffoca sempre più.

I motivi che ci hanno spinto ad organizzare questi appuntamenti sono tanti. In primis la necessità di tornare a parlare di noi direttamente dalla nostra bocca. E’ forte l’esigenza di riprendere parola contro le violenze che subiamo, non solo quelle fisiche, ma anche quelle piccole grandi discriminazioni, spesso sottaciute e non lette.

Iniziamo questo percorso con l’intento di dare una spiegazione più complessa e completa alla parola “violenza”, contestualizzandola nella società in cui viviamo e nella cultura che fin da piccole ci viene proposta, ampliando il concetto di molti altri significati.

Siamo convinte che la prima forma di violenza che dobbiamo combattere è proprio quella esercitata dalle donne su noi stesse quando non scegliamo, quando cediamo parte della nostra libertà, quando non autodeterminiamo la nostra vita. Poi c’è la violenza maschile, quella più brutale, legata al potere e al dominio. Sono tante le forme di violenza che entrano a far parte del linguaggio comune dei media e della politica, fatto di paradigmi a cui ispirarsi per costruire relazioni sociali e rapporti affettivi, basati sulla dominanza dell’uno sull’altro, sulla sopraffazione e sull’umiliazione. Così l’immagine dell’uomo potentemente testosteronico e della donna “emancipata”, affascinante agli occhi maschili, appaiono come il modello vincente nella nostra società, che ci inferiorizza e ci priva di dignità.

Ma noi abbiamo la consapevolezza che il termine “violenza” può assumere anche significati positivi, a noi cari, quando sta ad indicare una spinta propulsiva di rottura degli equilibri e delle norme precostituite, quando assume il significato di disarmonia e di irregolarità, quando cioè esercitiamo una forza individuale e collettiva capace di sovvertire lo status quo. E’ proprio di questa forza che dobbiamo riappropriarci, per difendere i diritti conquistati in passato, per allargarli e per strapparne di nuovi.

Questo ciclo di appuntamenti è solo un primo passo per tornare a parlare di noi e per costruire un terreno comune di lotte e di riappropriazione dei nostri diritti. Aldilà della ricorrenza che vive nella giornata del 25 novembre, la nostra voglia di indagare e ricercare nuove strade di libertà non si arresta qui.

Invitiamo infatti tutte le persone interessate a partecipare il mercoledì successivo, 1 dicembre, alle ore 21, ad un incontro informale presso la Casa Cantoniera, per parlare liberamente delle necessità e delle esigenze di ognuna di noi, con la voglia di continuare a costruire un percorso comune.

Alcune riflessioni sulla giornata contro la violenza sulle donne

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Programma delle iniziative

Mercoledì 24 novembre

Dalle ore 19

La parola rende libere!
Aperitivo con le donne della scuola di italiano per migranti "Perché no?"*


L'apprendimento della lingua italiana è un mezzo di di indipendenza per le donne migranti, offre loro la possibilità di sottrarsi  all'isolamento familiare e di inserirsi più facilmente nella società, nella costruzione di nuove relazioni e nella ricerca del lavoro, della casa e dell'autonomia.

- Esposizione della mostra "Parole di donne", scatti fotografici dei corsi di italiano per sole donne
- Proiezione delle videointerviste realizzate dalla classe 3^ E del Liceo Romagnosi (anno 2009) alle donne migranti e alle maestre dell'associazione Perché no?

 * L’Associazione di Volontariato "Perche'no?" nasce nell'Oltretorrente di Parma nel 2002 e dal 2005 l'Associazione cambia sede e statuto. Si interessa di tutto ciò che alimenta e sostiene l'antirazzismo, l'antifascismo e la possibilità che le persone possano vivere insieme senza pregiudizi. L’associazione si occupa prevalentemente dell'insegnamento della lingua italiana a donne e uomini, rifugiati e richiedenti asilo. Donne e uomini, regolari e non, perché la conoscenza della lingua e' lo strumento principale per potersi esprimere e far rispettare i propri diritti,cercare un lavoro, una casa, fare amicizia e costruire relazioni.Opera anche all'interno di altri progetti in una rete cittadina di associazioni: nell'associazione"Senza Frontiere" per l'autorecupero della Casa Cantoniera di Via Mantova; nella Rete Dormire Fuori sulle problematiche dei senza fissa dimora; nell'Emporio che si occupa dell'emergenza sui beni di prima necessita'.

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Giovedì 25 novembre

Ore 21

Chiacchiere tra donne: per ricominciare a parlare di dignità e indipendenza, contro la violenza e l’isolamento.

A partire dalle conquiste del passato, frutto delle lotte delle donne  negli anni settanta, cercheremo di indagare la situazione attuale dei consultori pubblici e dei centri antiviolenza, vittime dei tagli finanziari alla Sanità e al mondo dell’associazionismo.

I consultori pubblici e i centri antiviolenza sono beni comuni da difendere!

Ne parliamo con:

-          Operatrici del Centro Antiviolenza di Parma

-          Nicoletta Orsi, ostetrica del Consultorio Lubiana di Parma

-          Mirella Beggio, membro del Cisa -Centro d’informazione sulla sterilizzazione e l’aborto

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Sabato 27 novembre

Ore 21.00

I Monologhi della vagina

Tratto dallo spettacolo teatrale di Eve Ensler

Regia di Stefano Landolfi.

Interpreti: Anastasia Pagano, Arianna Valeria Bai, Veronica Biagiotti, Lina Giorgiano, Maria Sofia Cori, Laura Pavese, Claudia Grande, Morgana Colaianni, Angelo David Ruta, Marzia Fusetti, Maria Rosaria Acquaro e Fiamma Rossetti.

I monologhi della vagina è un'opera teatrale di Eve Ensler. La prima bozza nasce nel 1996, sulla base di 200 interviste a donne di tutte le età. Eve chiese loro di parlare della propria vagina facendo emergere la loro idea di sessualità, relazioni e piacere. Le interviste cominciarono come conversazioni casuali tra amiche, ed in seguito giunsero a comprendere anche racconti di terze persone, come ad esempio le vittime di guerra/stupro in Bosnia.

Nelle prime rappresentazioni Eve Ensler recitava i monologhi delle donne che hanno condiviso con lei le proprie esperienze riguardo alla vagina e alla clitoride, alla sessualità e alla masturbazione, all’orgasmo e al godimento femminile, alla violenza e al sopruso maschile, al parto e alla nascita, sfatando tutti quei tabù che caratterizzano la società contemporanea. Ensler considera la vagina come uno “strumento di emancipazione”, attraverso la quale le donne possono ottenere una completa femminilità, sviluppando la propria soggettività. I monologhi parlano di noi donne, del nostro corpo, del nostro diritto di godere e di piacerci, dei nostri desideri e degli ostacoli che dobbiamo superare per essere veramente libere. Lo spettacolo a volte è duro e crudo, a volte invece si tinge di una sottile ironia che spesso viene colta con difficoltà da occhi maschili, sempre più abituati dai media (e dalla politica!) ad una comicità puramente machista e maschilista.

Nel 1998 il significato dell'opera cambiò e, da celebrazione delle vagine e della femminilità, divenne la nascita di un movimento contro la violenza sulle donne. Da allora i Monologhi sono stati rappresentati in tutto il mondo, tradotti in diverse lingue e ampliati di anno in anno con nuove storie.

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Domenica 28 novembre

Ore 21

L’albero di Antonia

Film con la regia di Marleen Gorris. 1995. Olanda

"L'albero di Antonia" è la storia di un albero genealogico molto particolare: quello piantato da una donna, Antonia, che torna nel suo villaggio natio dopo la guerra e vi fonda una famiglia, nella quale si realizza la sintesi di un'ideale di comunità anticonformista, in cui la donna è libera e padrona di se stessa. Il merito principale di Marleen Gorris, regista olandese al suo quinto lungometraggio, è di aver realizzato un film femminista servendosi di un genere letterario che è tipico della cultura patriarcale: la cronaca familiare. Ne "L'albero di Antonia", infatti, sono assenti le figure del capofamiglia, della moglie e dei figli maschi che costituiscono solitamente l'asse portante di questo genere letterario e cinematografico. Il troncone principale dell'albero genealogico di Antonia è composto unicamente da donne. Questo sovvertimento sistematico dei valori maschilisti e patriarcali sui quali ancora oggi si regge la nostra società conferisce al film una dimensione liberatoria che piacerà al pubblico femminile e a tutti quelli che combattono la diseguaglianza tra i sessi.”

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Durante tutti gli appuntamenti sarà possibile degustare il vino Malvasia Rosa, fermentato in bottiglia, dell’azienda agricola biologica e biodinamica di Camillo Donati (Arola, Parma) e sarà esposta la mostra fotografica “Parole di donne” a cura dell’Associazione Perché no?