Padova - Presentazione del libro "Erravamo giovani stranieri"

Serata in ricordo di Alberto "Abe" Dubito, verso il corteo a difesa di ZTL Wake up! a Treviso

2 / 2 / 2013

Venerdì 1 febbraio al C.S.O. Pedro si è svolta la presentazione del libro “ Erravamo giovani stranieri”, raccolta di poesie e testi di Alberto “Abe” Dubito, pseudonimo di Alberto Feltrin.

È stata l'occasione per discutere del libro con Andrea Scarabelli, editor di Agenzia X e curatore tra gli altri della raccolta, dell'attività letteraria di Abe, poeta e giovanissimo mc dei “Disturbati della CUiete” che al Pedro avevamo conosciuto perché si era esibito in apertura del concerto di Ensi, un paio d'anni fa.

A quasi un anno dalla sua prematura scomparsa, la poesia e le passioni trasmesse dalle parole di Abe posseggono ancora tutta la loro attualità nella descrizione di Treviso, sua città d'origine, fra la sua atavica stasi e una sempre più dirompente voglia di cambiamento.

L'enfasi con cui Abe interpretava la sete di cultura e di spazi in una città addormentata da vent'anni di amministrazione leghista è la stessa che muove gli attivisti di ZTL Wake Up!, l'esperienza di riappropriazione di luoghi degradati e restituiti alla cittadinanza che da qualche mese ha luogo a Treviso, e a cui lo stesso Alberto ha contribuito a dare vita.

Dopo il violento sgombero di lunedì dello spazio dell'ex-Telecom, occupato il 27 dicembre e attraversato nell'ultimo mese da centinaia di giovani e non, scegliamo di essere al fianco dei fratelli e delle sorelle di quella Treviso diversa e degna, partecipando alla scadenza del corteo promosso dal collettivo, per reclamare la voglia di praticare qui e ora, insieme, un'alternativa fatta di condivisione, socialità, cultura e vera democrazia.

Per ribadire che la libertà, la possibilità di rompere con chi desidera solo l'obbedienza e comprime ogni giorno di più i diritti, si costruisce attraverso pratiche come quella che ZTL ci insegna.

Parlare di una vita interrotta troppo presto come quella di Abe è difficilissimo; ma crediamo di non sbagliare nel credere che la forza del suo messaggio stia nel suo grido, che non ci stanchiamo di ripetere con lui: “Non dargliela vinta!”.