“Materia Viva”: la graphic novel di Käthe ci racconta cos’è veramente la salute

Intervista a Martina e Margherita, della collettiva Käthe

7 / 5 / 2021

La salute è una questione di giustizia sociale. La salute è un diritto fondamentale. Lo dice la nostra Costituzione e lo ribadisce Käthe.

Käthe è una collettiva ibrida e fluida. La collettiva nasce nel pieno della pandemia nel mondo online e ci presenta il diritto alla salute in un’ottica inclusiva e di rottura con il sistema creatosi. La graphic novel ci racconta cos’è veramente la salute e ci pone davanti una verità che purtroppo si rivela essere più trascurata che mai.

Dalla Carta di Ottawa (OMS) del 1986 apprendiamo che è «risorsa per la vita quotidiana e non obiettivo del vivere […] che valorizza le risorse sociali e personali, oltre che le capacità fisiche». Ma Käthe ci fa notare che a causa della struttura politica, sociale ed economica le risorse sono mal distribuite e che il diritto alla salute non è garantito ad ogni essere umano. Né in Italia né nel resto del mondo.

In tempi di pandemia, tutti noi (o quasi) ci siamo accorti che il diritto alla salute, e la salute stessa, sono un bene collettivo imprescindibile, “un patrimonio della collettività”.

Materia Viva mette in luce l’aspetto della disuguaglianza sociale ed evidenzia un sistema capitalistico che non si rivela essere in grado di risolvere e sostenere complessivamente il diritto alla salute. In tutte le sue forme. Viene evidenziata la necessità, quindi, di prendere coscienza in senso collettivo e di vestirci di occhiali a lenti non progressive, ma progressiste. Vedere il tutto da una prospettiva sociale. Rifondare un senso di comunità. Con la pandemia si è avvertito l’onere di mettere al centro dell’azione tutto ciò che riguarda il “pubblico” e la comunità sociale; quindi riscoprire ciò che è pubblico, partendo soprattutto da una prospettiva culturale.

Affrontare la crisi sanitaria (e pandemica) significa, quindi, affrontare la crisi politica, sociale, economica, ambientale in modo da poter garantire il pieno godimento del diritto alla salute. Quindi non solo dal punto di vista medico, ma anche diritto a godere di un’istruzione valida e di condizioni di lavoro sicure. Diritto a poter sviluppare le proprie aspirazioni. Diritto ad avere il controllo del proprio corpo. Diritto alla possibilità di partecipare attivamente alla presa di decisioni politiche. Diritto a vedere realizzato un vero cambiamento di rotta.

Ho avuto il piacere di conoscere Martina e Margherita, coloro che hanno fatto nascere il progetto della Collettiva e di farmi raccontare la storia di Käthe.

«Il fumetto è il nostro primo progetto, è la prima cosa che facciamo.»

Margherita e Martina si sono conosciutə all’interno del gruppo di ricerca CSI (Centro studi e ricerche di salute internazionale e interculturale dell'Università di Bologna) e hanno pensato di dare vita alla Collettiva, seguendo una campagna online per il diritto alla salute.

Martina ha studiato Psicologia e Antropologia e adesso sta facendo il dottorato in Antropologia a Bologna. Margherita ha studiato Medicina a Bologna e in Germania. Ora sta facendo la specialistica in Medicina di comunità e cure primarie a Napoli.

Com’è nata l’idea del fumetto?

Ci siamo chiestə come fare a parlare di queste cose a chi non ha nulla che fare con questi argomenti, a chi non rientra in questa bolla. Da lì l’idea della Collettiva e l’idea di affrontare questi argomenti svecchiando il linguaggio e rendero veramente comunicativo.

Quali sono la visione e gli obiettivi della Collettiva?

La salute è un concetto vecchissimo, ma che fa fatica a passare per la sua interezza. C’è un forte approccio clinico alla questione e questa cosa ci a parecchio infastiditəin quest’ultimo anno. Mai come in questo periodo si è parlato di salute, ma ciò che ne vengono fuori sono solamente modi per non infettarsi. Ho sentito il desiderio di mettere in discussione la cosa. È stato un primo passo propedeutico, un po’ come gettare le basi. Dal tema della salute si aprono mille porte. Anche le nostre critiche al sistema sono venute fuori, poiché tutta una serie di questioni sono collegate alla salute. È necessario tirare fuori altri temi.

Com’è cambiata la vostra visione della società con la pandemia?

Martina: Nella mia esperienza, vedo che le persone non sono messe in condizione di prendersi cura della propria salute e, soprattutto, di quella collettiva. Le persone vengono quasi viste come persone da controllare e non persone portatrici di salute. Mi interessa molto l’idea di adottare un linguaggio più divulgativo. È una sfida che sento mia. La cosa che poi ho constatato è che se non fossimo statə chiusə in casa, forse sarebbe stato difficile trovare altre persone così spinte. Mobilitazione e militanza sono scaturite dall’online.

E per quanto riguarda il disegno?

Margherita: La costruzione dell’immagine è stata collettiva, la realizzazione no. Comunque c’è il desiderio di mettere in gioco ancora questa cosa. Ci diverte.

Avete pensato di stampare Materia Viva?

Non ce ne siamo ancora occupatə poiché non sapevamo bene come divulgarlo in zona rossa. In ogni caso siamo in contatto con la casa editrice Edizioni Minoritarie di Bologna. Vogliamo farlo girare il più possibile.

Come vedete la Collettiva nel futuro?

Margherita: Questa modalità online ci garantisce collaborazione con persone lontane. L’online ci servirà. Ovviamente con la riapertura speriamo di fare qualcosa anche fisicamente. Un conto è la dimensione individuale, un conto è la dimensione collettiva. L’altra sera, ad esempio, ho incontrato una professoressa di lettere che aveva chiesto ad un’amica del materiale sulla salute e le è arrivato il nostro fumetto. Oltre a veicolare il messaggio, crediamo poi ci sia il bisogno di elaborarlo insieme.

Martina: C’è la voglia di parlare con le persone. Se lo puoi fare dal vivo è più facile anche innescare certi processi. Spero che quest’estate riusciremo a parlare di questi temi con persone che ancora non conosciamo.

Tratto da: