Il Laboratorio occupato Insurgencia apre i propri spazi a tutti i soggetti che raccontano e scrivono da e su Napoli.
Giornalisti, scrittori, blogger e artisti provano a incontrarsi e
confrontarsi con uno sguardo nuovo e indipendente sulla città. Capita
che ad unirli sia una narrazione differente della metropoli e del
proprio tempo, senza trasformarsi in oracoli da cui subire una presunta
verità. Capita, inoltre, che facciano tutto questo rotolandosi
quotidianamente negli affanni della precarietà. Capita, infine, che le
loro pubblicazioni arrivino all' attenzione dei lettori senza per questo
rinchiudersi nelle nicchie della conservazione di status e nemmeno
passando attraverso il clientelismo politico del potente di turno. In
una Napoli devastata dalla crisi e dalle tensioni sociali c’è una
generazione che trova pochi riferimenti e c’è un precariato
metropolitano che deve conquistarsi un proprio spazio di
rappresentazione. Occorrono luoghi scevri dalla propaganda, occorrono
spazi dove è possibile raccontarci e provare ancora a sperimentare,
ragionare, elaborare: discutere sulle condizioni e sull’agibilità di chi
racconta Napoli, sulla prigione dei luoghi comuni e sulla relazione tra
chi scrive e la realtà che lo circonda.
Prime adesioni e partecipazioni: Giuseppe Manzo, Ciro Pellegrino, Antonio Musella, Raffaella Ferrè, Antonio Di Costanzo, Alessandra Del Prete, Marcello Ravveduto, Antonio Menna, Francesco Prisco, Lilly Viccaro Theo, Arianna Ziccardi, Giancarlo Palombi e Amalia De Simone.