Luoghi comuni - Spazi comuni

Asc e Anomalie Urbane autorecuperano un'area chiusa e dismessa nel quartiere di Santa Marta accanto alla sede dell'Università.

26 / 10 / 2009

Venezia, Santa Marta, Laboratorio permanente. Dalla teoria alla pratica. Da luoghi comuni a spazi comuni. Il diritto all'abitare come conquista di una migliore qualità della vita. Oggi partiamo da qui, dal quartiere popolare di santa marta e da un triangolo di verde incolto e recintato, sito accanto all'università. Percorso comune tra residenti e studenti di Anomalie Urbane. Una settimana intensa quella iniziata giovedì 22 ottobre presso la sede IUAV di Santa Marta proseguita tra sopralluoghi nei quartieri popolari di Venezia (Giudecca, San Pietro di Castello) e una serie di incontri al Laboratorio occupato Morion che continueranno fino alla fine del mese

Un tavolo multifunzionale (per giocare a carte, da pic-nic e, se aperto, si trasforma in tavolino da ping pong); tre panche in legno, un barbie-cube (un barbecue trasportabile a mò di carretto, rosa), alcune sedie fatte con i copertoni delle ruote (direttamente dalla biennale, collettivo Refunc) piante e fioriere, nonché l'installazione ricamata direttamente sulle strutture portanti dell'area, proposta da Magda Sayeg x Knitta Please, artista statunitense, presente oggi, in quartiere.

Il materiale proviene tutto dal Laboratorio Morion, progetto Rebiennale: un vero percorso di autorecupero che percorre simbolicamente e materialmente tutta la città. Dai Giardini della Biennale a, oggi, Santa Marta (ma nei prossimi mesi, ad esempio, anche nell'isola della Giudecca), dai quattro mesi di esposizione internazionale al reimpiego funzionale, da chi la città la vive tutto l'anno, residenti e studenti. Oggi apriamo una rete ma anche una sfida, quella di riqualificare aree pubbliche dismesse, di rimetterle in comune perchè diventino spazi di socialità e vivibilità nei quartieri, spazi funzionali, quindi, e funzionanti. Una sfida, che per Santa Marta, vede come protagonisti occupanti ASC e studenti che attraversano il ogni giorno il quartiere e che per la prima volta sono chiamati ad interrogarsi sulla sua effettiva vivibilità mettendosi a confronto con la cittadinanza tradizionale, quella della case popolari.

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