66a Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia - Sezione "Orizzonti"

Le verità scomode di “Francesca”

8 / 9 / 2009

La pellicola d'esordio di Bobby Paunescu, 35 anni di cui i primi dieci vissuti in provincia di Milano a S. Angelo Lodigiano, ha inaugurato a Venezia la sezione Orizzonti. E ha prodotto le prime reazioni scomposte del mondo politico dopo la censura del trailer di Videocracy.

Il film è stato ritirato dalle sale del  Circuito Cinema Comunale di Venezia su richiesta della casa di distribuzione Fandango, che ha comunque assicurato la distribuzione nelle sale come previsto. Ma cosa avrà mai questo film romeno, opera prima, certamente ben girata  e ottimamente recitata ma neanche tanto capolavoro, da essere messo al bando dopo le sole due proiezioni in programma al Lido? Forse perché è un film che parla della realtà e riflette l'immagine di un Italia che produce mostri e non vuole vederli. Ma andiamo con ordine.
Francesca è una giovane trentenne che decide di venire in Italia per realizzare il suo sogno di aprire un asilo nido. Per farlo deve pagare duemila euro a una sedicente agenzia che le trova lavoro vicino Milano, come badante. Partenza immediata. Durante i preparativi in molti cercano di dissuaderla dal intraprendere il suo viaggio. La famiglia le racconta di ronde contro i rumeni che vengono insultati e picchiati per strada e delle politiche razziste del nostro governo, la responsabile dell'ufficio immigrazione le racconta storie di uccisioni di romeni per l'espianto di organi, l'amico si preoccupa di verificare che Francesca non finisca in un giro di sfruttamento della prostituzione e su tutti il padre.

Fortemente contrario a che la figlia venga in Italia, in due battute scatena applausi a scena aperta in sala durante le proiezioni e l'ira di Alessandra Mussolini, definita “quella puttana che vuole morti tutti i romeni” e del sindaco di Verona Flavio Tosi di cui viene citata “la dichiarazione di città libera dai romeni”. Il film dipinge anche una Bucarest ostica, difficile e senza futuro da cui la protagonista vuole andarsene ma sarà costretta a rientrare a seguito di una drammatica vicenda che vede coinvolto il suo fidanzato.
Il mondo raccontato dal film di Bobby Panescu intreccia la realtà di un'Italia percepita come un posto tutt’altro che accogliente, dove i diritti dei migranti vengono calpestati in uno scenario di episodi di violenza e di attacchi spietati e brutali ai rumeni. L’eco degli agghiaccianti proclami dei politici italiani e della vergognosa politica del nostro governo vengono messi in luce dalla percezione che hanno di noi all'estero. In un paese come la Romania, dove la realtà si rivela nel film molto più drammatica della paura di affrontare un paese dipinto come nemico.
Sarà questo che ha infastidito Alessandra Mussolini e il sindaco Tosi? Difficile mandare giù la critica di chi è stato indicato dai suddetti come portatore genetico di criminalità. Di chi è stato fatto oggetto di leggi ad hoc per essere espulso dall'Italia dopo essere appena diventato cittadino europeo.

 Quindi i due hanno pensato bene di ricorrere alla querela che ha portato alla decisione di sospendere il film dal Circuito Cinema Comunale di Venezia su richiesta della casa di distribuzione Fandango. Casa di produzione che al Lido è presente con un altro film “scomodo”, quel Videocracy che è stato censurato da Rai e Mediaset su mandato di un altro permaloso doc: Silvio Berlusconi.
Domenico Procacci, boss della Fandango, ha assicurato che il film sarà normalmente distribuito nelle sale a fine ottobre a meno che non venga bloccato da una decisione della magistratura e assicura  “lotteremo per evitare che vengano cancellare le battute incriminate”.

Ci auguriamo che sarà così, anche se la richiesta di ritiro dalle sale veneziane suona come una presa di tempo da parte della distribuzione, La vicenda del film Francesca sembra dimostrare per l'ennesima volta, come nel nostro paese le verità scomode non possano trovare posto. L'immagine è tutto e come tale deve essere perfetta.
Gli italiani devono continuare a essere visti come “brava gente” e i mostri che producono vanno tenuti lontano dal Belpaese. A questo punto ci chiediamo quando si discuterà di una legge per reimpatriare tutte le opere extracomunitarie che parlano dell'Italia?

Flavia Tommasini