la mia musica
nasce da un’idea
che si libera verso l’atmosfera
vola sopra i tetti
dei ghetti di New York
senti questo sound
lo insegna James Brown
Online il nuovo videoclip di Clementino. Saldamente ancorato alla scena
hip-hop underground e alla produzione indipendente, La mia musica
è un omaggio in immagini e musica alla storia del rap. Clementino mette
le rime e i due registi Lidia Ravviso e Agostino Iacurci le trasformano
in un divertente video che raccoglie la partecipazione di collaboratori
e amici (tra gli altri Paura, Tayone, Miss Fritty), e dei nomi storici
dell’hip hop italiano.
Nel video, il rapper partenopeo racconta
la musica con cui è cresciuto e si è formato, su cui ha
cantato le prime rime, in una stanza completamente ricostruita nel capannone
industriale del centro sociale romano Strike. Il testo è un tributo
a nomi che vanno da Melle Mel a Ice T, dai Beastie Boys ai Public Enemy,
insieme ai tantissimi altri ‘mostri sacri’ che Clementino cita sulle
basi di Kiave.
E non potevano mancare Esa, Danno e Gruff, “ospiti d’onore” che
guidano le telecamere mentre irrompono nel privato delle loro stanze,
tra le loro collezioni di dischi, sulle tracce dei vinili che hanno
fatto la storia del rap.
La loro presenza è un ulteriore
tributo a oltre trent’anni di hip hop, alle rime che hanno dato voce
alle storie, ai desideri e alle lotte di quasi tre generazioni di artisti.
Indiani metropolitani e cantori dei nostri giorni, voci autentiche delle
metropoli nel tempo della crisi, contro la normalizzazione e l’impoverimento
dell’hip hop stesso nella sua declinazione commerciale.
Una storia, quella artistica di Clementino, legata a doppio filo all’old
school del rap nostrano, attraversato da mc e dj dalle capacità notevoli,
lontani dal circuito discografico mainstream e parte di una comunità
indipendente e dirompente.
La realizzazione del video è stata possibile grazie alla collaborazione
di due piccole case di produzione indipendenti, Woka e Rat Creatives,
e dello Spazio pubblico Autogestito Strike, che ha creduto nel progetto
mettendo a disposizione risorse e spazi altrimenti inaccessibili per
un videoclip a bassissimo budget.
Ancora una volta, il connubio tra hip hop, spazi sociali e percorsi di lotta trova continuità in un linguaggio comune, in un legame che dà senso e corpo a una nuova scena in crescente fermento.