in morte di Louise Bourgeois

Ipnotizzati da una fragilità aggressiva

La mostra a Venezia

Utente: lowrider
7 / 6 / 2010

Lousie Bourgeois è morta il 31 maggio scorso. Non sono mancati gli omaggi, assolutamente meritati, che personalità dell'arte di tutto il mondo hanno rivolto a questa importante artista contemporanea.

Il caso ha voluto che l'ultima mostra a cui la Bourgeois stesse lavorando, contribuendo di persona all'allestimento dello spazio, fosse "Louise Bourgeois. The Fabric Works", aperta il 5 giugno alla Fondazione Emilio e Annabianca Vedova, a Venezia.

Alla mostra arriveremo, è certo però,  che il lavoro di Louise Bourgeois ha caratterizzato tutta la seconda metà del secolo e rimane, non solo per le pratiche artistiche di genere, un imprescindibile elemento di confronto.

Louise Bourgeois ha dato forma all'inquietudine e alla rivolta nei confronti dell'oppressione famigliare, della figura paterna, del padre in quanto tiranno del focolare e della madre in quanto figura ambivalente (ruolo in cui la donna è allo stesso tempo intrappolata e intrappolatrice). La Bourgeois, nella prima parte della sua carriera, raccoglie certamente il testimone del Surrealismo, dando vita a oggetti corporei inquetanti, lavorando a totem fallici che affrontano e decostruiscono la teoria dell'invidia penis.

Già a partire dalla metà degli anni Quaranta, le sue "Femmes Maisons", raffigurano donne-casa, il cui corpo sempra un rifugio violato. A partire dagli anni Sessanta, la Bourgeois comincia a lavorare regolarmente con materiali quali latex, gesso e tessuti. Un'opera assolutamente anticipatrice di alcune tendenze dell'arte femminista è "Le regard" (1966), un oggetto di latex e stoffa, una forma a metà tra l'occhio e la vagina. Questo lavoro aprirà la strada alle opere femministe degli anni Sessanta e Settanta che analizzeranno lo sguardo quale vettore sessualemente "caricato".

Del 1974 è, invece, la metaforica rivincita dell'artista nei confronti del padre. "The Destruction of The Father" è un'installazione in cui il padre viene divorato sull'altare della tavola domestica, luogo dove questi riuniva sotto di sè l'intera famiglia nella liturgia del pasto.

La mostra di Venezia, invece, emozionante nella cornice del Magazzino del Sale riprogettato da Renzo Piano, si apre con un enorme ragno d'acciaio, "Crouching Spider" (2003). Questo rappresenterebbe la madre del''artista: un ragno, un animale in grado di tessere una tela che è sostegno e trappola contemporaneamente. Ma anche al di là del suo significato simbolico, la scultura trasmette una bellezza inquieta, quella fragilità aggressiva che è la cifra e il fascino del lavoro della Bourgeois.

Infine, i "Fabric Drawings" (2002-2008) ipnotizzano per la delicata sapienza compositiva dell'artista. Stare ad osservarli, per un po', senza fretta, godere delle loro geometrie, dei loro colori e delle loro textures è, forse, uno dei modi migliori per dire ciao a Louise.

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