«Fermati e respira»

Il report del secondo appuntamento di Sherwood Open Minds allo Sherwood Festival

15 / 6 / 2018

Sotto il cielo cupo del 12 giugno, si è tenuto il secondo appuntamento di Sherwood Open Minds dal titolo “Fermati e Respira”. Le tematiche affrontate sono state la biodiversità, la resilienza e l’economia reale, con l’obiettivo di riflettere sul modello di sviluppo attuale fondato sul paradigma neoliberista che impone un consumo di risorse ormai insostenibili per l’umanità e il pianeta, che ha imposto l’industrializzazione dell’agricoltura a discapito delle risorse. Tutto ciò è alimentato da una finanza che continua a finanziare l’agricoltura con profitto a breve termine, speculando su grano e materie prime.

Sono intervenuti Dimitri Feltrin, giornalista e documentarista, Ugo Biggeri, presidente di Banca Etica, e - in collegamento telefonico - Andrea Baranes, presidente della Fondazione Finanza Etica.

La serata si è aperta proprio con quest’ultimo che ha parlato del green washing come metafora del capitalismo, che si mette la maschera della sostenibilità ambientale nonostante continui a fare affari con progetti che inquinano. Andrea Baranes ha riportato numerosi esempi di banche che si spacciano per ecosostenibili per dare un’immagine pulita di sé, ma che in realtà finanziano industrie del carbone e del nucleare. Ci sono anche molti esempi, ancora più gravi, in cui la finanza considera  gli impatti ambientali e i cambiamenti climatici solo alla stregua dei profitti.

Dimitri Feltrin spesso cita la parola biodiversità nei suoi documentari; un tema fondamentale per chi fa agricoltura, soprattutto dal punto di vista ambientale. In ambienti diversi nascono, crescono e si sviluppano specie animali e vegetali diverse, ma purtroppo il sistema agricolo tende a tralasciare questa questione per fare le stesse colture in tutti gli ambienti, modificandolo per farlo adattare a colture concepite in laboratorio. Con l’agroindustria ci si è abituati a un unico tipo di fertilità, quella chimica, che ha indebolito il sottosuolo. Inoltre le colture non si adattano più ai diversi ambienti e, infatti, molte di queste vengono prodotte attraverso sementi di laboratorio, perdendo qualsiasi forma di riproducibilità.

Inoltre Feltrin descrive la resilienza, in ecologia, come la capacità di una materia vivente di ripararsi dopo un danno. A causa dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento, gli agricoltori sono dovuti diventare più resilienti, investendo tempo e denaro, pensando a nuove forme per inserirsi nelle proprie comunità, facendo informazione verso l’esterno e, soprattutto, rivalorizzando l’ambiente per fare agricoltura.

Ugo Biggeri ha parlato principalmente della necessità di preservare la biodiversità, soprattutto perché il mercato - inteso come luogo di incontro tra persone o aziende – ne ha bisogno per funzionare.

La finanza fa poco credito ai piccoli produttori agricoli e molti affari sui mercati internazionali, comprando prodotti immediatamente vendibili che poco hanno a che fare con l’economia reale.

Con la crisi economica la finanza accorcia sempre di più i tempi, con investimenti che devono essere realizzati in poco tempo, perdendo di vista l’obiettivo dell’economia futura a favore del vantaggio immediato. Secondo Biggeri c’è invece bisogno di tornare ad orizzonti temporali più lunghi. Anche sul piano finanziario si intuisce chiaramente l’insostenibilità di questo modello di sviluppo e la necessità di trovare una nuova spinta a basse emissioni e che riesca a rispettare i ritmi dell’ambiente e della vita delle persone..