La crisi che l'intero paese sta attraversando colpisce in maniera più profonda le donne.
Le
varie manovre che si sono susseguite negli ultimi anni, infatti, hanno
imposto un aumento dei carichi di lavoro alle donne in casa e fuori
casa.
I tagli che si sono susseguiti impongono un aumento del
lavoro di cura e come se questo non bastasse l'ultima manovra del
governo Monti prevede il lavoro nei giorni festivi nel settore del
commercio composto per la maggior parte dall'universo femminile.
Nel campo della sanità, i consultori (punto
di riferimento fondamentale per il diritto alla tutela della salute)
che hanno rappresentato una delle maggiori conquiste delle donne e che
da decenni operano nei territori sono oggetto di tentativi di
trasformazione in strutture private svuotati del loro vero significato e
all'interno dei quali dovranno operare associazioni privati (come ad
esempio i Centri di Aiuto alla Vita, come già sta avvenendo in varie
strutture).
In alcune regioni italiane le donne si sono mobilitate contro questi
attacchi: nel Lazio ad esempio si è costituita l'assemblea permanente
contro la proposta di legge Tarzia, che prevede la privatizzazione di
queste strutture (cosa che sta avvenendo anche in Lombardia).
Una
serata dunque per ritrovarci, confrontarci e fare il punto della
situazione nel territorio Veneto in merito alla situazione dei
consultori pubblici.
Vicolo Pontecorvo, 1 - Padova
Puntata #1 di Stream out (Prove tecniche di indipendenza), il nuovo format di Sherwood, live e in streaming video su www.sherwood.it
La trasmissione è aperta al pubblico
Ingresso libero
Programma della serata:
ore 19.00 - Spettacolo e reading teatrale di Barbara Codogno "Cosa sognano le donne"
A fine spettacolo:
Aperitivi e ricco buffet con accompagnamento musicale a cura della DJ. Md.me Billo.
Per tutta la serata troverete:
- banchetto informativo in merito alla situazione dei consultori in Veneto
- Libreria "Follow the white rabbit"
- Campagna di "Obbedienza civile" - Il mio voto va rispettato
Cosa sognano le donne: undici racconti di Barbara Codogno in una stravagante partitura musicale.
Cosa sognano le donne di Barbara Codogno sta riscuotendo un buon successo di critica e un alto indice di gradimento tra i lettori - in allegato alcune recensioni e interviste rilasciate dall'autrice – tanto che è in programma la ristampa del libro che un vasto pubblico – non solo femminile – ha apprezzato seguendo l'autrice alle numerose presentazioni e ai reading organizzati in tutto il Nordest. Undici racconti compongono una stravagante partitura musicale. I racconti sono scanditi da tre movimenti di scrittura: Allegro ma non troppo; Marcia Funebre; Presto delirando. I movimenti sono bilanciati da due Intermezzi a cui fanno da cornice un Sipario inaugurale e in finale, Ouverture. In questi racconti il sogno non è mai una fuga dalla realtà, un rifugio protettivo, una rinuncia. Piuttosto, le donne che ci presenta l'autrice pagano a caro prezzo e sulla loro pelle il non aver abdicato in favore di un mondo senza sogni. Sono donne che reagiscono anche quando patiscono, disposte ad atti estremi pur di rivendicare il loro diritto a sognare e a desiderare.
Barbara Codogno nata a Padova dove risiede, laureata
in Filosofia estetica, collabora con la pagina della cultura nazionale
del gruppo Finegil l'Espresso (il mattino di Padova, Tribuna di Treviso,
Nuova Venezia e Mestre), con il Piccolo di Trieste, con Rovigo Oggi e
altre testate nazionali.
Ha curato numerosi eventi artistici.
Critica d'arte, si occupa di arte contemporanea. Come artista si
inserisce nella poetica della Social Art, ha vinto il festival
internazionale di arte contemporanea Festarte nel 2009 con
l'installazione Where is your He-Art?.
Poetessa, ha
partecipato varie volte al Festival di Poesia di Caorle, ha realizzato
l'antologia poetica Metrolieder con Apogeo Editore. Scrittrice, ha
pubblicato alcuni racconti con Ediarco nell'antologia Italia Ama e con
Perrone Editore nelle antologie La Nascita e In cucina. Fa parte del
Forum sugli studi e le politiche di genere dell'Ateneo di Padova con
titolo di “Osservatore del Territorio”.