Django senza catene o della Profezia di Ezechiele

21 / 1 / 2013

Ezechiele 25:17. “Il cammino dell'uomo timorato è minacciato da ogni parte dalle iniquità degli esseri egoisti e dalla tirannia degli uomini malvagi. Benedetto sia colui che nel nome della carità e della buona volontà conduce i deboli attraverso la valle delle tenebre, perché egli è in verità il pastore di suo fratello e il ricercatore dei figli smarriti. E la mia giustizia calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli. E tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te.”

Alla fine, dopo i titoli di coda, quando si sono accese le luci in sala un immagine si è fatta largo nel caleidoscopio di citazioni e rimandi cinematografici, nei dialoghi con battute fulminanti, negli attori, di cui nessuno fuori posto, e tutto riportava a quell’uomo in nero, l’arrogantefigliodiputtana che declama Ez 25:17 prima di spararti. BANG!!!

Sono passati quasi vent’anni di film, 1994 Pulp Fiction, un tempo in cui Quentin ha indagato l’amore e l’odio e come loro risultante la vendetta, creando personaggi tragici e farseschi, riscrivendo e piegando la storia, il mondo del cinema e il senso comune a suo gioco e piacimento e tutti con un unico filo rosso. Il rosso sangue che placa(?) la vendetta del giusto.

E siamo ancora lì, di nuovo lì … … e da lì si torna e si parte.

Una narrazione continua che attraverso gli anni e i film da citazione si è fatta dubbio per diventare la certezza di una legge morale, di un imperativo categorico, della consapevolezza dell’abisso che ti scruta mentre lo guardi, e infine la consapevolezza di un mondo dove vale solo il rapporto di produzione che come condizione unica ha il dominio dell’uomo sull’uomo. Ma l’uomo giusto non è mai l’uomo buono soprattutto se questa certezza, questa consapevolezza è di un dentista tedesco di Dusseldorf e esercita l’assassino legalizzato, il cacciatore di taglie.

E’ la vecchia Europa, con i suoi miti, le sue contraddizioni e la sua cultura, che traccia il solco insanguinato della strada che porta alla libertà. Una traccia che ricorda ai figli dei padri fondatori che nel Sud degli Stati Uniti vollero nuovamente crearsi patrizi, con vecchi schiavi e presunti  e dovuti privilegi che quel mondo nuovo è nato nel sangue. Lo stesso che è sulle mani del ConiglioMorto di Gangs of NewYork ora trasformato nel sudista padrone del cotone, quello che fa sbranare dai cani gli schiavi fuggitivi.

Il sangue, che è questa si, l’unica cosa in comune l’unico vero colore che domina il film e che va oltre il genere, le classi sociali, il colore della pelle, il potere: è la vita ed è come scegli di morire, se sei libero. E’stata una rivoluzione, sarà presto una guerra civile, poi una sanguinosa lotta sulla frontiera, poi una lunga e terribile battaglia per i diritti civili … … ma per ora è solo Django senza catene, e loro sono : “gli Americani, io sono più abituato, li conosco meglio”

Ed è qui, e solo ora che si realizza la profezia di Ezechiele e chi l’ha pronunciata la prima volta ne è la sua nemesi. Una cattiva coscienza, che è la parte oscura e nera, e non vale il colore della pelle o l’estrazione sociale, di un paese che si è ormai piegato alle scelte altrui senza esserne protagonista ma divenendone strenuo difensore. Per la propria e altrui conservazione, in un paese  dove la speranza si chiama, per tutti, libertà.

Per questo l’ex-schiavo, il freeman, non chiede giustizia, se la fa. Perchè gli hanno tolto tutto, e lui gli toglierà tutto. Perché sa che la libertà e tutto e non è trattabile, non ha compromessi e allora calerà sopra di loro con grandissima vendetta e furiosissimo sdegno su coloro che si proveranno ad ammorbare e infine a distruggere i miei fratelli.

E’ la fine, del film, della narrazione, l’ora di cavalcare verso il mattino. E’ l’ora, la consapevolezza in cui tu saprai che il mio nome è quello del Signore quando farò calare la mia vendetta sopra di te… … ma il suo nome, è solo suo e non porterà più le catene… …

“E tu chi sei negro?”.“ mi chiamo Django”.”DJANGO?!?” “… la D è muta, bifolchi!” BANG,BANG!!! il corpo è a terra, abbattuto.“mi piace come muori bianco!” ...