Come combattere la “Mondazzoli“

Con la fusione tra Mondadori e RCS nasce un nuovo monopolio dell’editoria. Resistere alla monocultura partendo dalle scelte soggettive e dalla capacità di fare rete.

12 / 10 / 2015

Mondadori, Einaudi, Electa, Piemme, Sperling & Kupfer, Rizzoli, Bompiani, Fabbri, Bur, Sansoni, La Nuova Italia, Etas, Skira, Lizard, Super Poket, Marsilio sono solo alcuni degli attori che daranno vita al nuovo colosso dell’editoria che già è stato battezzato come gruppo “Mondazzoli”. L’ultimo scoglio da superare per portare a termine il progetto sarà l’antitrust, cioè l’autorità garante della concorrenza e del mercato che dovrà valutare se il controllo del 35% del mercato editoriale vada effettivamente a violare il regolamento sui monopoli.

Il futuro colosso non solo spaventa le piccole case editrici, già martoriata da tasse e aumenti fiscali che impongono le politiche d’austerity, ma addirittura spaventano lo stesso ministro della cultura Dario Franceschini che più volte ha dichiarato che un unico corpo che controlla più di 1/3 del mercato fa paura a chiunque e mette a serio rischio il delicato mondo dell’imprenditoria italiana.

Poco importa comunque, anche perché Marina Berlusconi – amministratore delegato del nuovo soggetto imprenditoriale – ha fatto sapere che nel caso l’antitrust emetterà parere negativo basterà cedere qualche piccola casa editrice per rientrare nei limiti percentuali consentiti, limiti che comunque non colmeranno il divario abissale tra il nuovo colosso e la concorrenza.

La nobiltà e la specialità del mondo dell’editoria sta nella varietà dell’offerta che è conseguente alla libertà  dell’editore di pubblicare cosa e come vuole. Una libertà che prima di essere culturale deve essere soprattutto economica. È sempre rischioso parlare di cultura in termini economici e di mercato, ma nella situazione attuale, dove la mano invisibile del capitale astrattivo è viva, forte e imperante, la questione non può essere più ridotta al mero dibattito teorico sulla libertà e l’indipendenza culturale. L’indipendenza è dettata dalla capacità di slegarsi e di sfruttare le logiche dell’accumulo della ricchezza. Indipendente è quella soggettività o collettività che produce ricchezza autonomamente pur rimanendo dentro le contraddizioni del sistema.L’indipendenza è dettata anche dalla capacità di cooperare con altri soggettività o collettività che lavorano similmente. Indipendenza è la capacità di fare rete tra queste esperienze.

È proprio sull’onda di questi ragionamenti che già da qualche anno diverse case editrici minori hanno collaborato e attraverso la creazione dell’Osservatorio Degli Editori Indipendenti (ODEI) hanno cercato di gettare le fondamenta di un fronte unico, teorico e materiale, contro la sempre più evidente monopolizzazione dei mezzi di produzione e conseguentemente all’omologazione del sapere, ma soprattutto è da sottolineare l’importanza del progetto DOC(K)S che tra i vari meriti hanno anche quello di essere gli ideatori e principali organizzatori del primo festival delle case editrici indipendenti e cioè del Book Pride di Milano.

Aspettando nuovi sviluppi sul caso Mondazzoli non ci resta che organizzarsi per limitare lo strapotere del gigante, per questo l’indipendenza culturale va salvaguardata e ampliata, ma per farlo bisogna crederci e soprattutto esporsi in prima persona. Ecco un piccolo vademecum che sta girando in rete (vibrisse.worldpresse.com). Poche e piccole buone abitudini che ogni lettore può mettere in pratica per aiutare l’indipendenza culturale editoriale:

    •    limitare gli acquisti nei negozi generalisti in rete. La nostra sete di “velocità”, dell’”ora e subito” favoriscono i grandi marchi e uccidono le piccole case editrici.

    •    acquistare presso gli editori indipendenti stessi (in questo modo l’editore, saltando la filiera distributiva, avrà un ricavo maggiore).

    •    acquistare sempre dal libraio di fiducia. In questo modo contribuiamo al microcosmo del libro che, come ben sappiamo, non è formato solo da editori ma anche da librai, scrittori, operatori, traduttori ecc. tutte figure e competenze sempre più messe a rischio dal monopolio editoriale.

    •    Comprare buone edizioni. Quasi mai le proposte economiche sono di buona qualità, ma spesso una buona qualità (traduzione, impaginazione, editore, curatore ecc.) ha un costo.

    •    Saper rinunciare allo sconto. Lo sconto è un mezzo attraverso il quale l’editorie/libraio cerca di incentivare la vendita che nella situazione attuale diventa al limite della possibilità per molte realtà editoriali.

    •    Portate i bambini i libreria e in biblioteca. È durante l’infanzia che si deciderà se si diventerà dei lettori o no. Prima di tutto Leggere e leggere ancora, il libro malgrado tutto non ha ne patria ne colore… poi con l’età si capirà a distingue i Libri dai libri.