È da circa un anno e mezzo che ci occupiamo approfonditamente di quello che accade nel paese sudamericano, consapevoli che tra i cosiddetti “grandi eventi” e le cosiddette “grandi opere” non c’è grande differenza quanto a gestione economica, commistione di capitale pubblico e privato, e sfruttamento di manodopera a basso costo. Il tutto all’interno di un circuito di sfruttamento e povertà, sopra ad una terra chiamata Brasile, ma al di fuori del grande circo diretto dalla Fifa.
Ci siamo occupati degli aspetti sociali e politici, storici e
culturali di questo enorme Paese. Un lavoro collettivo che ha coinvolto
non sole le due redazioni, Valerio Mastandrea che ci ha regalato quattro emozionanti letture di testi inediti in Italia del dotoure Socrates, il preziosissimo lavoro di quelli di Fùtbologia mai domi nel volere andare a fondo alle questioni e poi i brasiliani Juliano Peruzy e l’avvocato dei diritti umani Augusto Paula, che ci hanno guidato nella storia e la cultura brasiliana. Abbiamo conosciuto la poesia concreta con Lello Voce, gli aspetti di discriminazione con il sociologo Mauro Valeri, le speculazioni con il giornalista Ernesto Milanesi, la repressione con Carlinho Utopia, la musica con Paolo Andriolo, i Selton
e i tanti musicisti che abbiamo incontrato per strada in Brasile. In
questi giorni di Coppa del Mondo possiamo consapevolmente dire che il
materiale video che abbiamo prodotto e realizzato nei mesi in cui
diversi di noi sono stati in loco è particolarmente interessante visto
anche ciò che non mostrano i media mainstream.
Questa ultima puntata, la quinta, live dallo Sherwood Festival ha evidenziato ancora una volta come sia praticamente impossibile raccontare il Brasile senza partire o arrivare al pallone.
Quasi tutto riporta a quello. “La palla, la sfera proprio” come direbbe Luca Di Meo Wu Ming 3
c’entra sempre. Con la vita, con la passione, con la resistenza, con le
proteste. Se il primo ribelle brasiliano è finito con la testa mozzata
fatta rotolare per le strade di Ouro Preito nel Minas Gerais
(Tiradentes 1792), perché stupirsi se proprio da un’altra sfera che
rotola innaturalmente sono nate questa ondata di proteste? Perché come
dice Socrates proco prima di morire nel 2011 “la Fifa vuole solo fare i soldi. Arriva, porta il circo, e in un mese si porta via tutto”.