Biblioteche venete contro il #rogodilibri

Inchiesta di Sherwood.it e Terra Nordest tra chi dovrebbe eliminare dagli scaffali i testi sgraditi agli esponenti di Lega e Pdl

1 / 3 / 2011

Proponiamo qui gli articoli pubblicati dal quotidiano Terra sull’inchiesta della redazione di sherwood.it e di TerraNordEst

In allegato l’estratto .pdf degli articoli.

I bibliotecari contro la censura
di Marco Maschietto

Quando a metà Gennaio le polemiche attorno al #rogodilibricominciavano a divampare, l’assessore alla cultura della Provincia di Venezia, Raffaele Speranzon, aveva già messo in guardia i bibliotecari veneti. A coloro che si sarebbero rifiutati di rimuovere dagli scaffali i libri degli autori firmatari nel 2004 di un appello per la scarcerazione di Cesare Battisti aveva riservato parole lapidarie: “ogni Comune potrà agire come crede, ma dovrà assumersene le responsabilità”. 
Un diktat che sarebbe stato pericoloso non accettare. Non è mai risultato chiaro come queste ipotetiche ritorsioni si sarebbero potute realizzare, ma le vie possibili potrebbero essere molteplici. Fra le tante, le più immediate potrebbero essere il congelamento dei fondi e il mancato patrocinio delle iniziative culturali proposte. Infatti, anche se nel 2002, dopo la semplificazione normativa della legge regionale 50/1984, sono stati di fatto aboliti i comitati di gestione delle biblioteche, queste ultime sono, salvo qualche eccezione, strettamente dipendenti dalle amministrazioni comunali.
Potrebbe essere dunque un rischio reale, sul quale la redazione di sherwood.it in collaborazione con Terra NordEst ha promosso un’inchiesta avvalendosi della collaborazione di alcuni studenti dell’Università di Padova.
Una indagine che, a partire dal terreno del sistema bibliotecario veneto, si è proposta un duplice scopo: quello di capire l’attuale meccanismo di funzionamento di queste strutture e quello di monitorare l’eventuale ingerenza su di esse da parte delle amministrazioni comunali. Casi di questo tipo, ormai noti alle cronache, come le vicende della Biblioteca Comunale di Preganziol e dell’emeroteca di Musile di Piave in cui sono stati eliminati i quotidiani politicizzati di sinistra, sono pochi ed eccezionali, ma eclatanti. “Molti avevano paura di risponderci. Il clima non è dei più rosei. Il caso della bibliotecaria di Preganziol è emblematico” dice la redazione di sherwood.it. Ma la paura, in molti casi, è stata scavalcata dalla deontologia professionale che ripudia senza il minimo tentennamento ogni tentativo di censura. Lo stesso Mauro Guerrini, Presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche, in una lettera inviata a al Presidente della Regione del Veneto Luca Zaia e al Presidente della Provincia di Venezia Francesca Zaccariotto, aveva scritto che “boicottare gli scrittori dell’appello pro Battisti non è un segno di civiltà, ma un pericoloso ritorno all’indice dei libri proibiti” e che “questo tipo di iniziative è in netto contrasto con le finalità della biblioteca pubblica, che è strumento essenziale per la democrazia solo se viene garantita la pluralità delle opinioni e l’accesso senza filtri o pregiudiziali ideologiche”.
Accanto a lui, dentro le biblioteche, il coro di condanna è unanime. C’è chi afferma: “ se le dichiarazioni degli assessori Raffaele Speranzon e Elena Donazzan dovessero realizzarsi, mi incatenerei alle porte della biblioteca per non farli passare”. Altri, più semplicemente, non ammettono proprio il concetto di censura: “La faccenda mi interessa relativamente. Il mio lavoro dovrebbe essere sempre e completamente svincolato dalla politica. A me i politici interessano solo quando mi formulano un bilancio o quando mi danno delle risorse per poter operare. Li vedo raramente e sto bene così”. Bilanci e risorse che, come è emerso da quest’inchiesta, sono insufficienti e sistematicamente ridimensionati ed elargiti con il contagocce. A pagare, in primis, sono le emeroteche che spesso offrono una scelta ristretta ai quotidiani locali e agli onnipresenti Libero e La Padania perché regalati dalle stesse testate. Altri sottolineano: “le strumentazioni in dotazione alle biblioteche in tanti comuni sono obsolete. Il software che usiamo noi è del 1980, gira ancora con DOS ed è pieno di bug”.
Con questa inchiesta si è delineata in maniera più chiara la figura del bibliotecario: agguerrito e un po’ sconfortato, ma pronto a difendere, in tutti i modi possibili, le biblioteche da ogni attacco.

Una storia pericolosa
di sherwood.it

Già da qualche mese avevamo iniziato a costruire un progetto orientato al web e alla multimedialità che avesse come perno i libri. Come tanti altri, siamo stati travolti dalla vicenda di quello che ormai è conosciuto come #rogodilibri: il nostro “battesimo del fuoco”.
A metà Gennaio, mentre impazzava il dibattito sull’estradizione di Cesare Battisti, abbiamo ricevuto con raccapriccio la notizia che il consigliere Costa, a Martellago, aveva proposto di osteggiare con forza una lista di scrittori mettendoli “al rogo”. In pochi giorni abbiamo assistito ad una folle escalation di rilanci: prima l’assessore provinciale Speranzon, poi quello regionale Donazzan.
Uniti dall’obiettivo comune di spegnere con la “forza della parola” i roghi di libri, assieme a tanti lettori e scrittori, abbiamo fatto sentire le nostre voci dai palchi dei cortei della FIOM di Bologna e Padova, con le “Donne di Carta” e le “Persone libro” a Mestre e a Venezia ed in tante altre iniziative in varie città del Veneto.
Poi dai giornali, dal web, dai Tg, si è saputo di una brutta storia: dalla biblioteca comunale di Preganziol erano “misteriosamente” scomparsi i libri di Saviano. Questo fatto ci ha allarmato al punto che abbiamo sentito la necessità di costruire un’inchiesta sulla situazione nelle biblioteche venete. Abbiamo preso il telefono e abbiamo chiamato a tappeto nelle province di Padova, Venezia, Treviso, Verona e Vicenza e abbiamo chiesto ai bibliotecari informazioni sulle strutture, sui nuovi acquisti, se era mai successo loro di ricevere una richiesta di rimozione di qualche testo, se e cosa fosse realmente cambiato dopo le polemiche sul #rogodilibri. Per noi è stato un piacevole conforto scoprire che a rispondere alle nostre domande c’erano dei veri professionisti, innamorati della cultura e pronti a tutto per difenderla. Un sospiro di sollievo, una boccata d’aria, in una storia davvero agghiacciante e pericolosa.
Noi continueremo a monitorare. Se dovesse accadere nuovamente, ci troveranno schierati.

Estratto Terra 1 Marzo