Arriva REFRESH: appunti radiofonici sul femminicidio

Tre appuntamenti su Radio Kairos di Bologna indagano il rapporto tra femminicidio e media

14 / 11 / 2013

Arriva su Radio Kairos di Bologna un ciclo di tre appuntamenti per ragionare attorno al tema del femminicidio e dei media con approfondimenti, ospiti in studio e dibattiti. Tre appuntamenti di analisi su come viene dipinto, raccontato, percepito il femminicidio sui media e come questo influenza le nostre vite, la costruzione di un immaginario fino all'agire politico. 


Gli appuntamenti sono il 15, il 22 e e 29 novembre) su Radio Kairos Bologna in diretta dalle ore 17.00. La trasmissione è realizzata dalla redazione con il contributo di Comunicattive: comunicazione di un certo genere.                                                                                                                                                                                              

Refresh: appunti radiofonici sulla rappresentazione mediatica del femminicidio.

"L’idea di REFRESH è nata cinque minuti dopo la fine di una tavola rotonda su femminicidio e media*, durante la quale una quantità impressionante di dati e considerazioni a seguire era stata analizzata: il recepimento del termine “femminicidio” da parte delle Nazioni Unite, alla faccia dei negazionisti nostrani; un risultato da rivendicare che sta nel cambiamento della rappresentazione del soggetto che agisce violenza, dall’uomo migrante all’uomo italiano; la componente emergenziale da sfatare, perchè riconoscere al femminicidio lo status di fenomeno strutturale significa chiedere che venga corrisposto un impegno dello stato in termini strutturali e non securitari; la guerra dei dati, la necessità di un osservatorio nazionale sulle violenze di genere; la questione della “pornografia del dolore” (sic), cioè il fenomeno di spettacolarizzazione della violenza per cui il giornalismo che dovrebbe coprire il tema del femminicidio scade in entertainment – banalmente, anche il femminicidio, se accompagnato da una giusta dose di morbosità e voyeurismo, vende.

Basterebbero questi spunti da soli a riempire l’ordine del giorno di un convegno nazionale di tre giorni. Eppure, sono altri due dati in cui vediamo una simmetria agghiacciante che ci hanno spint* a costruire un percorso radiofonico di approfondimento sul rapporto dei media italiani con il femminicidio.

Il primo è relativo a chi recepisce l’informazione ed ha a che fare con l’analfabetismo di ritorno. Pare che in Italia una percentuale preoccupante ci cittadin* non sia in grado di elaborare una notizia riportata in un testo di media difficoltà: questo significa che chi riesce ad attingere ad un’informazione, non riesce ad elaborarla perchè non ha gli strumenti e le abilità critiche per farlo.

Il secondo riguarda il sistema che produce l’informazione. Se fino a poco tempo fa parlavamo di rappresentazione mediatica della violenza di genere, oggi possiamo con cognizione affermare che della violenza di genere abbiamo sotto agli occhi una costruzione mediatica. Il continuo riferimento all’improbabile raptus alla base delle violenze maschili sulle donne, il tema della gelosia e la colpevolizzazione non proprio tacita delle donne che non sottostanno a ruoli di genere per lo meno vintage, lo slittamento delle attenuanti nel continuum culturale che va dal delitto d’onore al delitto passionale, sono tutti elementi facilmente rintracciabili nel flusso mediatico generato sul tema del femminicidio, elementi che portano inequivocabilmente ad un dato: l’assunzione di una prospettiva maschilista e sessista sul tema. Invece di combattere gli stereotipi e i pregiudizi legati al femminicidio derivanti dall’accettazione dell’esistenza di una superiorità e di una subalternità in base al sesso, i media li rinforzano e forniscono una struttura di senso a quella stessa visione negazionista e misogina della violenza maschile sulle donne".

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