"Animata Resistenza" - Le parole di Alberto Girotto

Intervista a uno dei vincitori del Leoncino d'Oro per il miglior documentario a cura di ZTL Wake Up!

10 / 9 / 2014

Alberto Girotto ha fatto parte di Ztl Wake Up, ma ora è senz'altro meglio conosciuto come uno dei registi di Animata Resistenza, film sull'animatore Simone Massi che ha vinto il primo premio della sezione documentari all'ultima edizione della Mostra del Cinema di Venezia. Hanno lavorato al documentario anche il regista Francesco Montagner e il musicista Lorenzo Danesin, tutti giovani trevigiani di 25 anni. Un elemento del documentario in larga parte oscurato da giornali e televisione è la sua portata sociale e politica, così evidente dal titolo. Abbiamo chiesto ad Alberto di parlarci anche di questi aspetti del suo lavoro.

Ztl: Come nasce l'idea di realizzare Animata Resistenza?
AG: Nasce dall'incontro di Francesco Montagner e Simone Massi al festival Animation. Nasce dal bisogno di raccontare Simone Massi, il suo cinema e la sua persona. Siamo stati catturati dal suo modo di vivere e di essere resistente nel lavoro, nella vita. È un uomo incontaminato che rifiuta di accettare compromessi di qualsiasi genere. Volevamo rendergli onore, perché troviamo ridicolo che in Italia sia così poco conosciuto quando nel resto del mondo è ritenuto uno dei migliori animatori del nostro tempo.

Ztl: Quali sono i principali temi del documentario? In particolare quali sono i nessi tra arte e resistenza?
AG: I principali temi sono: Simone Massi uomo e Simone Massi artista, la civiltà contadina, la Resistenza partigiana, il rispetto per gli animali e la memoria storica. I nessi tra arte e Resistenza sono legati al nostro tempo, a come si debba obbligatoriamente resistere per fare arte. La scelta di resistere è difficile ma è la migliore, anche per Simone Massi.

Ztl: Il documentario è stato realizzato senza finanziamenti esterni (eccezion fatta per una piccola somma arrivata a lavori terminati). Come siete riusciti a superare le difficoltà economiche di due giovani artisti senza sponsor?
AG: Le difficoltà sono state tante, proprio perché non abbiamo avuto aiuti finanziari, tranne un contibuto dalla Marche Film Commission e dall'Anpi sezione Arcevia. Per andare avanti abbiamo fatto lavori paralleli e notti insonni, ma la fortuna è stata quella di avere vicino persone che credevano in noi (amici, familiari, fidanzate), e soprattutto di aver lavorato bene tra di noi, con fiducia, amicizia e professionalità.

Ztl: A proposito di resistenza nel nostro tempo: noi siamo cresciuti in una città che per vent'anni è stata simbolo di razzismo e nostalgie fasciste, nonché laboratorio di destre vecchie e nuove. È quindi a maggior ragione significativo che due giovani artisti locali abbiano portato in mondovisione l'idea e la realtà di una Treviso diversa. Qual è il tuo rapporto con Treviso?
AG: Il mio rapporto con Treviso è sempre stato di amore e odio. L'amore mi è stato dato dagli amici, dalle persone che mi sono state vicine e da quelle che con me hanno lottato per cercare di cambiare le cose a Treviso. L'odio invece deriva da svariate spiacevoli esperienze in questa città. Non riesco ancora ad accettare che una città “civile” possa accettare gruppi o movimenti politici appartenenti all'estrema destra. Credo che nessuno possa rimanere indifferente quando vede o è a conoscenza di episodi violenti razzisti, omofobi e intimidatori verso ragazzi sia di sinistra che slegati da qualsiasi coscienza politica.

Ztl: Per un periodo hai fatto parte del collettivo Ztl Wake Up e tuttora sembri condividerne molte istanze. In particolare secondo te che cosa andrebbe cambiato ancora a Treviso?
AG: Sono stato attivo nel movimento Ztl nelle prime tre occupazioni e sono tuttora sostenitore e amico del collettivo. Credo che Ztl sia stata e sia l'unica realtà a Treviso che veramente ha denunciato i problemi in città e ha dimostrato/mostrato una soluzione. Ztl è l'unica realtà che ha messo le mani letteralmente nella “merda” e ne ha fatto nascere i fiori. Di cose da cambiare in questa città ce ne sono, molte. Parlando di cinema e più in generale di arte, Treviso dovrebbe quanto meno dimostrarsi all'altezza della sigla “Città d'arte” continuamente ribadita sotto i cartelli ai suoi confini. Basterebbe poco per migliorare le cose.

Ztl: Hai progetti e idee per il futuro?
AG: Idee per il futuro ce ne sono tante. Mi piacerebbe poter girare un film a Treviso, che a livello scenografico è meravigliosa. Ma so già che bisognerà combattere, il che non è un problema: abbiamo combattuto fino ad ora per le nostre idee, per il lavoro, per l'arte, continueremo a farlo con molto piacere.

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