ll suo ultimo film “Romanzo di una strage” è una ricostruzione della strage di piazza fontana, a dir poco fantasiosa.
IL film sceneggiato da Rulli, Petraglia e dallo stesso Giordana è «liberamente ispirato» al saggio di Paolo Cucchiarelli: Il segreto di Piazza Fontana (Ponte alle Grazie).
In sintesi, l’ipotesi che si fa è quella della doppia borsa, una con poco esplosivo messa da un neofascista sosia di Valpreda (nel libro dallo stesso Valpreda) e l’altra con un grosso potenziale di esplosivo messa dai servizi deviati, con l’obbiettivo di uccidere e far ricadere la colpa sugli anarchici e su Valpreda.
Una tesi che non ha mai avuto riscontri nei processi e che come sostiene lo stesso autore del libro è stata fornita da una fonte anonima.
Una ricostruzione, quella del film, che oltre ad essere fantasiosa risulta riduttiva nel raccontare il contesto storico in cui avvenne la strage.
L’autunno caldo, il movimento operaio, il movimento degli studenti, Lotta Continua, e i servizi segreti, il tutto viene risolto con la divisione del film in capitoli che ricordano molto i documentari di Giovanni Minoli “LA STORIA SIAMO NOI”.
In definitiva, una brutta operazione di revisionismo, dove anche l’interrogatorio di Giuseppe Pinelli viene rappresentato come una riunione condominiale, e quello che fu un omicidio di stato viene fatto passare come una caduta o come si dice nel film un “pasticcio”.
Al di là delle non/verità processuali, delle ricostruzioni dettate dai vari Mister X, dopo 43 anni ci sentiamo di rinnovare quella che da subito la sinistra extra parlamentare affermò in tutte le piazze d’Italia:
LA STRAGE FU UNA STRAGE DI STATO E LA MORTE DELL’ANARCHICO PINELLI FU UN VERO E PROPRIO OMICIDIO DI STATO.