Violenza contro i saharawi: una testimonianza diretta

Un giovane saharawi sequestrato e torturato dalla polizia di occupazione marocchina per aver difeso la libertà del Sahara occidentale. Lo afferma una nota di alcune settimane fa del CODESA (collettivo degli attivisti Saharawi per i diritti umani)

25 / 5 / 2023

Qualche settimana fa, un cittadino saharawi di 27 anni di nome Abdel Tawab Salek Ambarek (TARKZ) ha esternato le sue rivendicazioni di libertà per il Sahara occidentale a un turista spagnolo nell'area occupata di El Aaiun in un video di Tik Tok. Purtroppo è stato rapito e torturato dalla polizia di occupazione marocchina.

Secondo un rapporto del CODESA (collettivo degli attivisti Saharawi per i diritti umani), intorno alle 21:30 del 20 aprile, un gruppo di cinque poliziotti delle forze di occupazione marocchine ha rapito Abdel all'interno dell'affollata stazione degli autobus di El Aauin. Nella sua dichiarazione, la vittima ha confermato che subito dopo essere stato costretto a salire sull'auto della polizia, gli hanno legato le mani dietro la schiena e gli hanno messo un pezzo di stoffa nera sul viso, prima di portarlo in una destinazione sconosciuta. Qui lo hanno sottoposto a torture fisiche e verbali e minacciato di morte bruciandolo con l'acido se avesse continuato a dichiarare a qualsiasi straniero la sua posizione sulla questione del Sahara Occidentale, sostenendo la richiesta di indipendenza del popolo Saharawi. La vittima saharawi è stata torturata e picchiata per 15 minuti prima che la polizia della forza di occupazione marocchina decidesse di espellerlo dall'area urbana vicino alla zona di D'chira. I rapitori-poliziotti gli hanno anche rotto il telefono cellulare e rubato una somma di denaro pari a 1000 dirham marocchini e altri effetti personali.

Abdel Tawab Salek Ambarek ha dovuto camminare per almeno due ore e mezza per raggiungere la sua casa a tarda notte in città, su una strada dissestata e piena di cani randagi. Quando è arrivato, ha trovato un'auto della polizia parcheggiata vicino alla casa della sua famiglia, che lo ha sorvegliato per diverse ore. Il giorno dopo la polizia gli ha negato il diritto di tornare al suo posto di lavoro, braccandolo all’interno della trafficata stazione degli autobus di El Aauin. Il turista spagnolo ha assistito alla scena ed ha caricato un video su Tik Tok, solidarizzando con il cittadino saharawi.

Inoltre, il 25 aprile, Abdel Tawab Salek Ambarek ha dichiarato: "L'unica cosa che vi dirò è che queste forme di vero e proprio terrorismo le subisco ogni giorno, oggi mi hanno fermato da mezzogiorno a sera e sono appena uscito dalla stazione di polizia, tutto questo perché lavoravo alla stazione e ora non mi lasciano più lavorare lì. C'è qui un generale che si chiama Jihdih Adah e mostra a tutti la mia foto e dice loro che se mi dovessi presentare per cercare lavoro dovranno rifiutare la mia richiesta. Da diversi giorni tutte le auto della polizia che incontro per strada mi fermano e mi perquisiscono. E nella stazione di polizia ho subito umiliazioni e minacce da parte dei poliziotti e provocazioni sul fatto che il Sahara è marocchino e nient'altro".

È una situazione che i Saharawi, che difendono il diritto all'autodeterminazione e all'indipendenza del loro territorio, subiscono quotidianamente. La comunità internazionale deve intervenire con urgenza per porre fine all'occupazione marocchina e garantire la tutela dei diritti umani dei Saharawi nel Sahara occidentale.