Una vita sotto occupazione

Violenze e diritti negati in Palestina. 35 palestinesi uccisi e 700 aggressioni nel solo mese di gennaio. Il primo articolo della rubrica “Over the Wall”, il report mensile a cura di Days Of Palestine.

12 / 2 / 2023

La violenza dell’apartheid raccontata da chi resiste. Dalla striscia di Gaza sotto assedio dal 2007, nasce Over the Wall, una nuova rubrica frutto della partnership tra Global Project e il media indipendente palestinese Days of Palestine per denunciare i crimini israeliani nei territori occupati. Gli articoli verranno pubblicati ogni domenica su Globaproject.info.

Aggressioni, danneggiamenti, edifici e terreni distrutti e confiscati, alberi sradicati e blocchi stradali. Nel primo mese dell’anno, le forze di occupazione israeliane e i coloni residenti negli insediamenti illegali in Cisgiordania si sono resi responsabili di oltre 700 attacchi contro la popolazione palestinese e le loro proprietà.

Il governatorato di Nablus ha registrato il maggior numero di aggressioni (131), seguito da Jenin (128) e Betlemme (105).

Le aggressioni accertate da parte dei coloni sono state 150, la maggior parte nel governatorato di Nablus, che nel frattempo hanno portato avanti sei tentativi di costruzione di avamposti illegali in diverse aree della Cisgiordania.

A gennaio, le autorità israeliane hanno emesso 55 ordini di demolizione e di arresto dei lavori di costruzione nei territori occupati, citando tra le ragioni la mancanza di un permesso israeliano che a sua volta non viene concesso a cittadini palestinesi. La maggior parte sono state notificate nei governatorati di Hebron, Betlemme e Salfit. 94 abitazioni ed edifici commerciali sono invece stati demoliti tra Gerusalemme, Jericho e Hebron. L’occupazione israeliana ha nel frattempo concesso il via libera a tre nuovi progetti finalizzati ad aumentare le dimensioni degli insediamenti illegali di Emmanuel (costruito sul territorio di Salfit) e Gilo (costruito sul territorio di Betlemme).

Gerusalemme

Il 2023 è iniziato con una brusca impennata delle violenze nei confronti degli abitanti di Gerusalemme. 4516 coloni, la maggior parte residenti negli insediamenti illegali di Gerusalemme Est, hanno occupato, eseguendo rituali provocatori, i cortili della moschea di Al-Aqsa.

Uccisioni:

Durante le incursioni nei quartieri e nei campi profughi di Gerusalemme, le forze di occupazione israeliane hanno ucciso 5 giovani palestinesi, compresi 2 minorenni.

Il 27 gennaio, il giovane palestinese di 21 anni Khairy Alqam, che portava il nome del nonno ucciso da un colono israeliano nel 1998, è stato ucciso dopo aver compiuto un attacco a fuoco nella Gerusalemme occupata, provocando sette morti. L’azione è avvenuta a seguito della brutale strage di Jenin.

Nello stesso giorno, il sedicenne palestinese Wadih Aziz Abu Ramoz è deceduto per le gravi ferite riportate durante un'incursione militare israeliana nella città di Silwan, mentre il 22enne palestinese Youssef Moheisen è stato ucciso dai proiettili dell'occupazione israeliana durante una marcia tenutasi nella città di Al-Ram per protestare contro i crimini israeliani a Jenin.

Detenzioni:

Nella sola Gerusalemme occupata, le forze di occupazione hanno arrestato 255 palestinesi, emesso 74 ordini di arresto (tra cui 11 detenzioni amministrative), 26 condanne in carcere e posto agli arresti domiciliari 37 persone

Ordini di allontanamento:

L'occupazione israeliana ha emesso 28 ordini di allontanamento contro attivisti gerosolimitani e dipendenti del Jerusalem Endowment Department.

Demolizioni:

Le forze di occupazione israeliane hanno raso al suolo 42 strutture di proprietà palestinese nella Città Santa, lasciando per strada i suoi abitanti, ed emesso ordini di demolizione contro decine di altre strutture, secondo i dati raccolti da Marsad Network.

Omicidi:

Nel mese di gennaio, l’esercito israeliano ha ucciso 35 palestinesi, compresi 8 bambini, nei territori di Gerusalemme e della Cisgiordania.

Wadea Romouz e Yusuf Muhaisan sono stati uccisi durante le proteste in Cisgiordania contro la strage di Jenin. Samir Aslan, padre di otto figli, è stato ucciso nel campo profughi di Qalandia, a nord di Gerusalemme, durante il sequestro del figlio da parte dei militari israeliani. Altre vittime del fuoco israeliano nei Territori Occupati si sono registrate a Nablus, Betlemme, Ramallah ed Hebron.

Jenin:

Le incursioni continue dell’esercito all’interno della città di Jenin lo scorso mese hanno provocato 20 morti, tra cui 4 bambini. Il 26 gennaio 9 palestinesi, tra cui due minori e una donna anziana sono stati uccisi durante un raid dai proiettili dell’Occupazione, che ha provocato inoltre numerosi danni a diversi edifici e infrastrutture.

Minori:

L’organizzazione Defence for Children Palestine ha fornito numerose prove concernenti i crimini delle forze di occupazione israeliane contro i bambini palestinesi. L’organizzazione ha sottolineato che i militari si sono resi responsabili di vere e proprie esecuzioni extragiudiziali, o comunque volontarie, a danno di minori in ripetute occasioni. Il Ministro della Salute palestinese ha dichiarato che nel mese di gennaio sono stati uccisi 8 bambini in Cisgiordania. Tra questi, Mohammed Ali, ucciso con un colpo al petto durante un’incursione nel campo profughi di Shuafat, a Gerusalemme. Il dodicenne Nayef Oweidat è invece deceduto nella Striscia di Gaza a seguito delle gravi ferite riportate durante i bombardamenti di agosto nel campo profughi di Al-Nusseirat

Il blocco israeliano di Gaza:

Dal 2006 e per i successivi 16 anni, Israele ha imposto un duro assedio sulla Striscia di Gaza, in piena violazione del diritto internazionale ed esasperando una crisi provocata da 55 anni di occupazione militare. La precaria situazione della Striscia è peggiorata ulteriormente con l'insediamento del nuovo governo estremista israeliano.

L'Agenzia delle Nazioni Unite UNRWA ha dichiarato che l’81% della popolazione di Gaza (contro il 31% di quella della Ciagiordania) ha difficoltà nel soddisfare i bisogni essenziali di base, in particolare l'accesso a cibo, sanità e servizi pubblici. Il 53% della popolazione soffre di insicurezza alimentare.

La gravità della situazione nella Striscia è stata confermata anche dall'Osservatorio euromediterraneo dei diritti umani. Il suo ultimo rapporto ha sottolineato come l’assedio abbia provocato sofferenze economiche per la maggior parte della popolazione della Striscia, oggi arrivata a circa 2 milioni e 380 mila persone.  La maggioranza degli abitanti di Gaza si trova al di sotto della soglia di povertà. Secondo gli ultimi rapporti, il 29% della popolazione vive in condizioni al limite della sopravvivenza. La grave crisi in cui versa la Striscia è aggravata dall’assenza della diplomazia internazionale, dalle divisioni interne e dalle ripetute aggressioni militari.

Nell’ultimo semestre, il 73% delle famiglie gazawe ha dovuto accedere a una qualche forma di assistenza umanitaria, contro l'8% delle famiglie in Cisgiordania. A richiedere gli aiuti sono soprattutto le donne la cui violenza nei loro confronti, soprattutto all’interno delle mura domestiche, ha raggiunto livelli allarmanti.

A gennaio, il blocco israeliano ha impedito l’uscita del 47% dei lavoratori palestinesi. Il movimento di persone e merci da e verso la Striscia di Gaza attraverso i valichi di Erez e Kerem Shalom, rimane fortemente compromesso e limitato principalmente a ragioni umanitarie. I permessi vengono rilasciati dopo un lungo iter burocratico, mentre il transito viene accompagnato da un invasivo controllo di sicurezza. Israele impedisce nel frattempo l’accesso di personale, materiali e attrezzature fondamentali per il settore sanitario. Si registrano forti carenze di medicinali di base, dispositivi chirurgici, macchinari da laboratorio e riserve di sangue. Nell’ultima settimana di gennaio, l’Esercito israeliano ha impedito l’accesso di macchine diagnostiche a raggi X e di diversi pezzi di ricambio necessari per la manutenzione di altri macchinari danneggiati.

Otto pazienti sono deceduti nel 2022 a causa del ritardo o del rifiuto delle autorità israeliane di concedere loro il permesso di uscita per sottoporsi a cure mediche urgenti

Prigionieri palestinesi: 

A gennaio, le forze di occupazione israeliane hanno arrestato circa 540 palestinesi nella Cisgiordania occupata e a Gerusalemme, tra cui 92 bambini e 10 donne. L'occupazione israeliana detiene attualmente 4.700 palestinesi, tra cui 29 detenute e 150 minori. 260 cittadini palestinesi sono stati sottoposti a detenzione amministrativa. Negli ultimi 9 anni, i tribunali dell'occupazione israeliana hanno emesso più di 12.000 ordini di detenzione amministrativa contro i palestinesi, arrivati 2.409 nel 2022, di cui 315 solo a dicembre.

A gennaio, il numero di detenuti morti a causa del regime di negligenza applicato alle carceri israeliane è arrivato a 233. L'occupazione israeliana sta tuttora trattenendo i corpi di 12 palestinesi deceduti durante la detenzione.

Il numero di prigionieri affetti da malattie è arrivato a 700. Sono 300 i detenuti palestinesi che soffrono di patologie gravi e croniche, come cancro e insufficienza cardiaca e renale, che non possono beneficiare di alcuna assistenza medica.

Dopo il rilascio di Maher Yunis, che ha trascorso 40 anni consecutivi nelle carceri israeliane, passa a 19 il numero dei detenuti palestinesi che si trova da più di 30 anni in una prigione israeliana.

Alla fine di gennaio, l'amministrazione carceraria israeliana ha trasferito 220 detenuti palestinesi e sottoposto in condizioni di difficile isolamento altri 40 prigionieri, sette dei quali affetti fa gravi patologie. Il numero di detenuti palestinesi condannati all'ergastolo nelle carceri dell'occupazione è salito a 553.

Le notizie flash della settimana:

• Decine di migliaia di israeliani manifestano contro il governo di estrema destra di Netanyahu  

Anche questo sabato decine di migliaia di israeliani hanno partecipato a grandi manifestazioni contro le riforme giudiziarie proposte dal governo di estrema destra del primo ministro Benjamin Netanyahu. Il cerchio delle proteste si è allargato a decine di città da nord a sud, tra cui Tel Aviv, Haifa, Gerusalemme, Beersheba, Rishon Lezion e Herzliya.

 • Colono israeliano spara e uccide un giovane palestinese

Sabato 11 febbraio 2023 un colono israeliano ha sparato e ucciso con un colpo alla testa il giovane palestinese di 27 anni Mithqal Suleiman Abdel Halim Rayan nel villaggio occupato di Qarawat Bani Hassan, a ovest di Salfit, in Cisgiordania. L’esecuzione è avvenuta dopo che un gruppo di coloni ha invaso il villaggio per attaccare con armi da fuoco un gruppo di residenti palestinesi

 • L'occupazione israeliana demolirà a Gerusalemme un edificio residenziale con oltre 100 palestinesi Entro pochi giorni, l'occupazione israeliana demolirà un edificio residenziale ospitante più di 100 palestinesi, la maggior parte dei quali bambini, nel quartiere di Wadi Qadoum, nella città di Silwan, a Nord di Gerusalemme. A prendere la decisione è stato il ministro della Sicurezza israeliano Itamar Ben Gvir, indicando che 500 membri delle forze di occupazione parteciperanno all'operazione.

 • PPC: oltre 900 i detenuti amministrativi palestinesi nelle carceri israeliane Martedì 8 febbraio 2023 il Club dei prigionieri palestinesi (PPC) ha riferito che il numero dei detenuti amministrativi palestinesi nelle carceri dell'occupazione israeliana ha superato i 900, tra cui il detenuto Raghad Al-Fani, e cinque bambini.

 • L’esercito israeliano uccide 5 palestinesi a Jericho All’alba di lunedì 6 febbraio, le truppe israeliane hanno ucciso 5 cittadini palestinesi nel campo di Aqabat Jaber, nella città di Jericho, sequestrando successivamente i cadaveri delle vittime.