Un ponte (mediatico) con la Palestina, per non spegnere i riflettori sulla violenza dell’Occupazione

Dalla striscia di Gaza sotto assedio dal 2007, nasce "Over the wall", una nuova rubrica frutto della partnership tra Global Project e il media indipendente palestinese Days of Palestine

9 / 2 / 2023

La violenza dell’apartheid raccontata da chi resiste. Dalla striscia di Gaza sotto assedio dal 2007, nasce Over the Wall, una nuova rubrica frutto della partnership tra Global Project e il media indipendente palestinese Days of Palestine per denunciare i crimini israeliani nei territori occupati. Gli articoli verranno pubblicati ogni domenica su Globaproject.info.

La Palestina sta vivendo uno dei momenti più difficili dalla Nakba del ‘48. Nel 2022, il numero di palestinesi uccisi nei territori occupati dall’esercito israeliano è il più alto dalla Seconda Intifada. Almeno 220 persone sono rimaste uccise negli attacchi israeliani, tra cui 48 bambini. 167 provenivano dalla Cisgiordania e da Gerusalemme Est, 5 dai Territori occupati del ‘48 e 53 dalla Striscia di Gaza, vittime dei bombardamenti della scorsa estate. Secondo i dati delle Nazioni Unite, nello stesso periodo sono stati feriti quasi 9.500 Palestinesi della Cisgiordania.

Il governo israeliano di estrema destra guidato da Netanyahu, insediatosi alla fine dell’anno, ha mostrato sin da subito il suo vero volto puntando all’annessione dei Territori Occupati e avallando le richieste dei partiti sionisti più estremisti, a partire da quello guidato da Itamar Ben-Gvir, oggi ministro della Pubblica Sicurezza.

La violenza in Cisgiordania continua a crescere, con coloni sempre più armati e violenti e operazioni militari che ogni giorno slasciano dietro una lunga scia di uccisioni, sequestri, demolizioni di edifici e confische di terre. In sole due settimane, l’esercito si è reso responsabile di due massacri, rispettivamente a Jenin e Jericho, uccidendo 17 persone e portando a 42 il numero di palestinesi uccisi nel 2023 (tra cui 9 bambini e una donna anziana). Un bilancio drammatico in continuo aggiornamento.

Anche il lavoro giornalistico in Palestina è sottoposto a gravi minacce, con almeno 46 i giornalisti uccisi da Israele tra il 2000 e il 2021.

Durante le proteste del 2018 nella Striscia di Gaza, 39 operatori dei media sono stati feriti dai proiettili israeliani mentre seguivano gli avvenimenti della Marcia del ritorno.

Nel 2021 il bombardamento mirato del grattacielo che ospitava i principali media palestinesi e internazionali a Gaza nel 2021, ha provocato la morte di almeno due giornalisti e il ferimento di oltre 100 persone, oltre a contrastare la copertura mediatica di uno dei più gravi crimini israeliani contro la popolazione palestinese degli ultimi anni.

Nella sola metà del 2022, l'occupazione israeliana si è resa responsabile di 479 violazioni contro giornaliste e giornalisti palestinesi, compresa l’esecuzione a Jenin della corrispondente di Al Jazeera Shireen Abu Akleh. Ma sono molte altre le violazioni documentate dal Sindacato dei giornalisti palestinesi, compresa la detenzione arbitraria dei reporter e l’impedimento della copertura mediatica, per un totale di 175 casi. Da gennaio a marzo dell’anno scorso, il PJS è riuscito inoltre a documentare altri 80 casi di aggressione fisica da parte delle forze di occupazione israeliane e 65 casi di attacchi perpetrati da coloni israeliani.

Abbiamo pertanto deciso di raccogliere l’appello di Days of Palestine, l’agenzia stampa palestinese con sede a Gaza City che ogni giorno sfida l’assedio e la macchina di propaganda israeliana, fornendo un racconto puntuale di quanto sta avvenendo nella Striscia e in Cisgiordania.

Ogni settimana ospiteremo, tradotti in italiano, i report e i racconti di chi sta vivendo e lottando quotidianamente contro la violenza israeliana, cercando di tenere accesi i riflettori sui crimini dell’Occupazione e di coloro che continuano a resistervi.