Turchia - Proteste e manifestazioni in 90 citta'

Manifestanti presidiano ancora Piazza Taksim

2 / 6 / 2013

La  Turchia chiama l'Europa, non quella delle banche, dei palazzi, del cemento, del moralismo bigotto ma quello delle lotte, dei movimenti, gli stessi comportamenti sono mutuati e si sono meticciati nel linguaggio  universale delle lotte, da Francoforte a Istanbul.

Anche oggi i manifestanti presidiano piazza Taksim a Istanbul, anche se il loro numero è sceso notevolmente. Lo riferiscono i giornalisti locali sul posto. Alcuni dimostranti hanno eretto delle barricate provvisorie. Nei pressi dell'ufficio del premier Erdogan, dove i manifestanti si erano dati un appuntamento volante con le modalita dell’escrace degli indignados spagnoli, la situazione è tornata calma, ma è vistosa la presenza di agenti in tenuta anti-sommossa.

Diversi utenti, riferiscono le agenzie, lamentano su Twitter che l'accesso alla rete è molto rallentato e che il principale provider turco TTNET impedisce l'accesso a Twitter e Facebook. In rete, uno degli hashstag più seguiti per la rivolta è #OccupyGezi, questo è indice che come per la primavera araba e le iniziative dei movimenti, anche la protesta turca viaggia in rete alla grande.

Ai tumulti di piazza Taksim, che si trova a ridosso del museo di arte moderna e alle facoltà di architettura ed urbanistica, una zona universitaria, con molti luoghi di ritrovo, hanno partecipato in massa studenti e abitanti dei quartieri, che manifestavano anche perché nel parco ci vogliono costruire una grande moschea, le quali, come ovunque, nel paese, crescono come funghi, marcando il territorio del  processo di islamizzazione in corso.

Una protesta, quindi, si fortemente a difesa del territorio, degli spazi di socialità, ecologista ma anche fortemente connotata di una protesta libertaria antigovernativa e anti islamista.

Ieri gli scontri si sono estesi da Istanbul a in tutta la Turchia: decine e decine di migliaia di persone sono scese in piazza contro il premier Recep Tayyip Erdogan, denunciandone la politica autoritaria e il progetto di 're-islamizzare' il Paese. Gli scontri con la polizia sono stati durissimi, manifestazioni sono avvenute in almeno 90 luoghi del Paese, arrivando in nottata ad Ankara, dove si è sparato lacrimogeni e gas urticanti sui manifestanti dagli elicotteri. Mille i feriti, di cui almeno quattro hanno perso la vista, quasi mille gli arresti.

In serata Erdogan ha invitato alla calma e a desistere dalla protesta, al termine di una giornata tumultuosa. "Ci sono state 939 persone arrestate in diverse città. Alcune di esse sono state già rilasciate", aveva dichiarato poco prima il ministro Guler alla tv, mentre nella capitale la gente faceva caroselli con i clacson innalzando ritratti del padre della Turchia moderna e laica, l'Ataturk Mustafa Kemal. C'é chi annuncia una "primavera turca", chi una "estate calda", chi una rinascita degli "indignados". Quella che lunedì era la protesta di centinaia di giovani contro la distruzione di uno degli ultimi spazi verdi del cuore di Istanbul è ora una rivolta di massa laica contro il 'sultano' Erdogan.

Segnaliamo qui il contributo apparso alcuni giorni addietro sul portale dell’Osservatorio Balcani che ci offre una lettura del processo di trasformazione urbanistica in atto ad Istanbul a e in Turchia.

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