Continuano per il secondo giorno le proteste nel cuore di Istanbul contro la distruzione del parco Gezi, in piazza Taksim.
Di nuovo la polizia ha lanciato gas lacrimogeni nel tentativo di disperdere i numerosi manifestanti. La richiesta della piazza è che il premier Recep Tayyip Erdogan fermi la costruzione di un centro commerciale e di una nuova moschea.
Molte persone sono rimaste ferite negli scontri e secondo l'agenzia Dogan 81 ci sono stati circa 80 fermati. Amnesty international ha denunciato le violenze fatte dalla polizia.
Di fronte alla protestai il premier turco, Recep Tayyip Erdogan ha affermato che ''la polizia è già intervenuta e continuerà a intervenire perché piazza Taksim non può essere un'area in cui gli estremisti fanno come gli pare''.
In piazza giovani, intellettali, esponenti politici dell'opposizione. La protesta infatti racchiude molti dei motivi di critica sociale alle politiche del governo islamico: dalle scelte economiche neoliberiste alle privatizzazioni, dai tentativi di chiudere spazi alle proposte contro le libertà personali.
Di seguito l'articolo apparso oggi in Nena News.
Turchia, a migliaia in strada contro la distruzione del parco Taksim
di Sara Datturi
Diecimila persone si sono ritrovate nel parco di Taksim che il governo vuole distruggere, per gridare "Yeterli", basta, al liberismo sfrenato e a una idea distorta di progresso
di Sara Datturi
Istanbul, 1 giugno 2013, Nena News - Indignazione: forte, contratta..
infinita.
Di quelle che ti fanno stringere lo stomaco, serrare I denti e
trattenere il fiato. Istanbul, una megacity che continua il suo slancio
economico verso un profitto fittizio, offuscato, malato. Le conseguenze
di questo neo liberalismo sfrenato si riversano su tutta la
cittadinanza: orari di lavoro interminabili, spazi verdi riconvertiti in
super centri commerciali, urban gentrification, ineuguaglianza.
Lo slogan principale è arricchirsi, lavorare per comprare una nuova casa, nuovi vestiti, una macchina.. ma a quale prezzo?
Cultura, identità, storia, religione.. intrecciate e ritrasformate.
Un parco, quello di Taksim, diventa il simbolo di un malcontento che da
troppo tempo pizzica silenzioso ma presente i cuori accoglienti di
queste donne e uomini Turchi. Un parco che un governo che si definisce
democratico, aperto al progresso e "attento ai problemi sociali" vuole
distruggere, ritrasformare, vendere.
Tre giorni fa quando le ruspe hanno cercato di distruggere i primi
alberi ecco che i primi attivisti, donne, bambini, anziani sono accorsi
per dire NO, per gridare BASTA a questo tipo di politiche orientate al
profitto di pochi. Troppo silenzio e accettazione passiva.. ora YETERLI!
(basta).
Troppi distretti di Istanbul sono e stanno cambiando, sono assediati dai
nuovi progetti di trasformazione urbana promossi dal governo, che li ha
giustificati utilizzando discorsi quali il rischio di terremoti, la
riduzione del crimine e della sporcizia, in nome di un nuovo benessere.
Alcuni distretti come quello di Tarbalasi (zone appena vicino il centro
di Taksim), un quartiere Greco, armeno e ordotosso dove negli anni 70 ed
80 si sono traferiti Turchi provenienti dal Sud-est, e negli ultimi
anni migranti africani sta vivendo questo dramma.
Quest'area è
stata soggetta a scontri periodici da parte degli abitanti perché
definita e scelta come area da rinnovare, ritrasformare, distruggere.
Distruzione non solo degli edifici, ma allontanamento forzato di una
comunità con una cultura e tradizioni forti, vive, colorate.. piene di
vita e di memoria storica che si intrecciano e coesistono con i valori
di un progresso finto in cui tanti di loro non si riconoscono.
Come Tarbalasi , esistono tante altre aree che stanno aspettando di
essere cambiare, rinnovate, annullate in nome di grandi spazi
residenziali con piscine e palazzoni da 12 piani. Uno spazio urbano che
cambia, una società che chiede di partecipare, di essere interpellata
in questo processo. Niente di tutto questo, questo governo così bravo
nelle public relations da attirare investitori locali e stranieri non
accetta deroghe, cambiamenti, comunicazione con i suoi abitanti. Il
padre della patria ha deciso, e non si torna più indietro.
Punto e a capo. L'altro ieri questo ingranaggio distorto e malato si è
inceppato, tanti granellini di sabbia l'hanno inceppato, hanno detto NO.
Tanta gente di tutte le età si è ritrovata in questo parco con i sui
pioppi settantenni per gridare, ballare, riprendersi lo spazio pubblico
di una città che nel giro di dieci anni è diventata la vetrina di troppe
multinazionali.
Sogni, progetti, vita.. musica, striscioni, slogan.. occhi di giovani e
di anziani che si legano indissolubilmente alla storia di una Turchia
così complessa, nostalgica e forte.
La cultura del relax in questi giorni si è trasformata in resistenza.
Una guerriglia urbana è in corso nella zona del parco di Taksim, nella
piazza centrale e nella strada principale Istiklal. La polizia ha avuto
ordini di reprimere, sopprimere, impastare e distruggere questo granello
di sabbia. La reazione della polizia è folle, criminale, completamente
disumana. Stanno utilizzando gas lacrimogeni come caramelle, getti di
acqua grigia e manganelli per disperdere ed impaurire la gente, per
violentare ogni germe di ribellione. Colpiscono tutti: anziani, turisti,
attivisti, bambini.. ogni elemento che si trovano di fronte. Sono il
frutto di un lavaggio del cervello sottile e strategico. Li guardo:
hanno visi giovani, occhi spenti ma convinti... mi chiedo quale siano le
loro storie, quali decisioni ed esperienze li abbiamo portati a
combattere per distruggere, colpire al cuore la forza della "loro
"gente. Forse non hanno avuto scelta. Un lavoro prima di tutto e poi il
resto non conta. Ma è davvero così? Tante domande scorrono nella mia
testa.. memorie di lotte passate in Italia, Europa e Palestina. Tanti
granelli.. tanti castelli di sabbia che sono nati e lottano instancabili
contro le onde di questo sistema contradditorio e luccicante, che
promette di "avere" e dimentica la dimensione innata umana dell'
"essere".
Il 30 maggio 2013, 10,000 persone si sono ritrovate nel parco di Taskim
per gridare NO.
La pentola a pressione è scoppiata. La repressione violenta della
polizia di queste notti nei confronti degli attivisti rimasti nel parco
ha riportato e riattivato la popolazione. Il risultato è stato la
guerriglia urbana di oggi, diventata tale, dopo che la polizia ha
attaccato con centinaia di gas lacrimogeni, manganelli e gettate di
acqua grigia ogni abitante arrivato in piazza per dimostrare
indignazione, il diritto a riprendersi la città, a chiedere in modo
legittimo di ripensare e cambiare questo spazio urbano sociale.
Gli scontri sono ancora in atto al momento... ieri sera era prevista
un'altra manifestazione alle 7. Il sistema si è inceppato, tanta gente
che era rimasta nel dormiveglia, intrappolata in questo castello di
vetro del progresso sta germogliando e ascoltando il suo lato umano..
l'individualismo è stato rinchiuso in nome di una solidarietà pronta a
combattere, resistere per decidere come vuole e se vuole essere
cambiata. Il granello è nato, è stato lanciato... Ancora una volta
questa giungla umana sta riscrivendo la sua storia. E io ho deciso di
esserne parte.